Back, como el Papu. Si potrebbe parafrasare una vecchia canzone, tormentone sui social, per descrivere ciò che sta per succedere in Serie B.
A partire da settimana prossima, infatti, il Padova potrà contare sulla qualità del Papu Gomez.
L’argentino aveva firmato a luglio con il club neopromosso in Serie B, ma su di lui pendeva una squalifica che scadrà nei prossimi giorni. Ragion per cui il 37enne nativo di Buenos Aires sarà abile e arruolatile per il match di domenica 26 ottobre contro la Juve Stabia.
Difficilmente sarà in campo sin da subito da titolare, ma per lui sarà un modo di tornare, dopo ben due anni di lungo calvario.
Alejandro Darío Gomez, ai più noto come Papu, è nato a Buenos Aires nel 1988. La sua carriera parte, come ovvio, da casa: entra a 15 anni nel settore giovanile dell’Arsenal Sarandì. È un nipote d’arte: il nonno Hugo Villaverde vinse tutto con l’Indipendente fra gli anni ’70 e ’80. Era destino, insomma, che diventasse un calciatore, sebbene in un ruolo diverso dal suo predecessore.
Veloce e scattante, fortissimo dal punto di vista tecnico e dotato di un’intelligenza sconfinante nel genio dal punto di vista tattico: il ragazzo ha tutto per esplodere, cosa che puntualmente fa.
Debutta a 17 anni nel Torneo di Clausura 2005, con José Maria Bianco allenatore, per poi divenire centrale nel biennio successivo, chiuso con la vittoria della Coppa Sudamericana nel 2007. Un trionfo storico, prima del passaggio al San Lorenzo che gli spalancò definitivamente le porte dell’ascesa calcistica.
A notare il suo talento fu il Catania fu Pietro Lo Monaco. Erano gli anni d’oro del club rossazzurro, in cui spiccavano la costante posizione nella metà sinistra della classifica di Serie A e la colonia di giocatori argentini in rosa.
Papu fu uno di loro, insieme a Maxi Lopez, Mariano Izco e Barrientos, e fu uno dei più decisivi. I numeri furono impressionanti e in continuo miglioramento: 4 goal e 5 assist al primo anno, 5 gol e 6 assist al secondo, addirittura 9 goal e 7 assist al terzo. Un crescendo continuo, che attirò le attenzioni di mezza Europa sul Papu: lo voleva fortemente l’Atletico Madrid di Diego Pablo Simeone, che lo aveva avuto proprio sotto l'Etna.
Ma, a spuntarla, fu in maniera sorprendente il Metalist Kharkiv, ambiziosa squadra ucraina.
"Avevo 25-26 anni ed ero ancora giovane. Mi cercarono l’Inter e l’Atletico del Cholo Simeone che però non avevano la potenza finanziaria di adesso e non potevano permettersi di pagare i 10 milioni richiesti dal Catania. Ci fu un’offerta del Metalist che giocava in Champions League e combatteva per il titolo ucraino con lo Shakhtar, in rosa c’erano molti argentini e mi dissi: ‘bene, se non posso andare all’Atletico o restare in Italia, almeno vado a giocare una competizione europea e a guadagnare più soldi’
Il contratto siglato dal fantasista argentino fu ricco, ma a rovinare i suoi piani - un anno dopo l’arrivo in Ucraina - fu la guerra. La fuga fu l’unica soluzione possibile e a credere nel ragazzo argentino fu una società a sorpresa: l’Atalanta, che allora però era in una posizione ben differente da quella occupata adesso nelle gerarchie del nostro calcio.
La prima stagione in nerazzurro fu quella più “normale” per Gomez. Era, come detto, una Dea ben diversa da quella attuale: l’allenatore che chiuse la stagione fu Edy Reja, che salvò la squadra bergamasca con due turni d’anticipo. Gomez segnò 3 reti, senza brillare. La svolta vera avvenne nell’annata successiva, quando a Bergamo sbarcò Gian Piero Gasperini.
La rivoluzione mentale fu la miccia dell’enorme ciclo che ne scaturì dopo, in cui Papu divenne centrale, come testimoniato dalle cifre clamorose del 2016/17: l’argentino segnò il suo carrier high in A, segnando ben 16 goal e firmando 12 assist, a cui aggiungere 2 reti in Europa League e 1 in Coppa Italia. Un’epopea davvero incredibile, che ha portato l’Atalanta a giocare stabilmente le coppe continentali e il Papu a divenire capitano e bandiera nerazzurra.
Tutto fino ad arrivare, nell’inverno del 2020, alla lite esplosiva con Gasperini: un diverbio che si snodò fra la sfida con il Midtjylland in Champions e i social, che decretò la fine della sua avventura a Bergamo. Da lì il viaggio in Spagna, dove ad accoglierlo fu il Siviglia.
Con gli spagnoli Gomez vincerà un Europa League, ma mai con un ruolo paragonabile a quello avuto all’Atalanta. Il più grande trionfo del giocatore nativo di Buenos Aires, tuttavia, resta quello legato all’ultimo Mondiale in Qatar. Nel 2022 il Papu prese parte alla Coppa del Mondo con l’Argentina, alzando al cielo l'attesissimo trofeo.
Il richiamo dell’Italia, al termine del suo viaggio iberico, si fece forte nel 2023, al punto che Papu tornò in Italia, stavolta con la maglia del Monza. Un’esperienza, però, interrotta quasi subito, dalla positività alla terbutalina riscontrata poche settimane dopo la firma col club brianzolo.
L’argentino è stato squalificato dalla FIFA per via della positività alla terbutalina, una sostanza che sarebbe contenuta in uno sciroppo per la tosse prescritto regolarmente al figlio del Papu e utilizzato dal giocatore per curare un broncospasmo senza essere consapevole che contenesse una sostanza dopante.
Si tratta di un farmaco che l’argentino assunse in buona fede, ai tempi in cui ancora militava nel Siviglia, nel novembre 2022.
La sanzione per il Papu è durata ben due anni. Inflitta nell’ottobre del 2023, lo stop fu confermato anche nonostante il ricorso dell’atleta, la cui battaglia legale per ridurre la pena si è rivelata completamente inutile. Nonostante tutto, però, compresa una carta d’identità non più molto verde, Gomez è pronto a tornare a giocare.
Dopo due anni lontano dai campi, la sabbia nella clessidra è finalmente quasi del tutto finita. Gomez è pronto a tornare sul rettangolo verde e lo farà in Serie B con la maglia del Padova.
I veneti in estate hanno scommesso su di lui: Papu ha firmato a luglio un annuale, attendendo che lo stop finisse. L’argentino tornerà a disposizione per la gara interna con la Juve Stabia, in programma il 26 ottobre.
La musica sta per ricominciare a suonare: baila, anzi, back como el Papu.