Sarà anche un modo per incrementare i profitti ed aumentare esponenzialmente gli incassi della FIFA, ma l'allargamento del Mondiale dalle canoniche 32 alle attuali 46 squadre che debutteranno nel 2026 porta con sé nuove storie, protagonisti. Chiamatele anche favole. Come quella di Capo Verde, rappresentativa africana che il 13 ottobre ha fatto la storia del paese e del calcio internazionale qualificandosi per la prima volta alla Coppa del Mondo.
La vittoria contro Eswatini all'interno del gruppo D dei gironi di qualificazione ha permesso alla selezione di Pedro Leitão Brito, noto come Bubista, di approdare ai Mondiali che si disputeranno tra pochi mesi in Canada, Messico e Stati Uniti. Capo Verde non ha solamente sfruttato l'aumento degli slot per le rappresentative del proprio continente, da cinque a nove (più un posto nei playoff intercontinentali), ma soprattutto una crescita personale che ha pochi eguali negli ultimi anni, soprattutto relativamente al calcio africano.
Parliamo di una Nazionale nata solamente da pochi decenni e precisamente nel 1978, tre anni dopo aver ottenuto l'indipendenza dal Portogallo, nazione in cui milita buona parte della squadra e da cui regolarmente vengono pescati alcuni dei suoi migliori interpreti.
Il calciatore di Capo Verde più famoso in territorio italiano è sicuramente Jovane Cabral, attaccante classe 1998 visto in Serie A con le maglie di Lazio e Salernitana. L'ala, attualmente in Portogallo all'Estrela, ha giocato in prestito con biancocelesti e team campano per qualche mese, riuscendo a segnare due reti. La società di Lotito decise di non riscattarlo dopo il periodo febbraio-giugno 2022, tornando in Serie A per giocare con la Salernitana tra l'estate 2023 e il gennaio 2024.
Rispetto ad altre rappresentative africane, Capo Verde non può contare su una stella assoluta in grado di oscurare il resto della squadra (vedi Salah con l'Egitto, Aubameyang con il Gabon), ma una serie di esperti elementi che sono stati in grado di crescere in Europa e fare gruppo una volta tornati in patria.
Capitan Ryan Mendes, ala 35enne, è il giocatore più rappresentativo in virtù del record di partite giocate e goal segnati (rispettivamente 88 e 22), un faro per i giovani che contano di farsi strada nel Vecchio Continente.
La rappresentativa che ha raggiunto i Mondiali non è composta da tanti giovani, segno di come per ottenere un risultato del genere è stata necessaria una crescita costante del vecchio movimento di calciatori, di una generazione che prima ha cominciato a pensare di poter raggiungere risultati impossibili pochi decenni prima.
Gli Under 25 si contano sulle dita di una mano, tra cui il nativo di Lisbona e giocatore del Trabzonspor Wagner Pina, terzino 22enne.
Nessuna vecchia volpe europea o sudamericana. Nessun mago dello spogliatoio proveniente da Olanda, Germania o Argentina. Il commissario tecnico di Capo Verde è nato nel paese e risponde al nome di Pedro Leitão Brito, meglio noto come Bubista. Un nome che deriva dalla forma creola della sua città natale, ovvero Boa Vista.
Bubista ha giocato in Europa per qualche anno, mai al top, prima di intraprendere la carriera da allenatore in patria, sia come assistente in Nazionale, sia nel campionato locale. Classe 1970, a cinquant'anni è stato scelto come mister in capo della rappresentativa, un ruolo che ricopre oramai dal 2020.
Capo Verde si schiera principalmente con il 4-2-3-1, non proprio un modulo semplice. Bubista crede nel calcio d'attacco, sa sfruttare la velocità dei suoi interpreti, del resto la miglior caratteristica della Nazionale, così come l'ingegno e la creatività delle sue ali.a
Nonostante giochi un calcio d'attacco, con il 4-3-3 come alternativa, Bubista ha dimostrato di avere ottime idee difensive, tanto che nelle qualificazioni al Mondiale le reti incassate nelle prime quattro partite sono state appena due.
Escludendo l'Islanda, Capo Verde è il paese meno popolato che parteciperà al Mondiale. Secondo in questa speciale classifica, lo stato insulare dell'Africa occidentale è abitato da poco più di 500.000 mila persone, la maggior parte nella capitale Praia.
Capo Verde è un arcipelago di dieci isole vulcaniche, di cui nove abitate, che prende il nome dalla penisola di Capo Verde, il punto più occidentale dell'Africa continentale situato in Senegal, a 500 km di distanza.
Secondo paese meno popolato al Mondiale, Capo Verde è anche il più piccolo di sempre in termini di superficie, visti gli appena 4.033 km². Per fare un confronto, la Lombardia ha una superficie di 23.862,87 km², mentre la Sardegna di 24.106,30 km².
Scoperto nel quindicesimo secolo, Capo Verde divenne tristemente noto per il ruolo nel commercio degli schiavi africani, vista la sua posizione tra gli Stati Uniti e l'Africa continentale.
Repubblica semipresidenziale, in Capo Verde si parla soprattutto portoghese visti i secoli di colonialismo lusitano, ma è molto diffuso anche il creolo capoverdiano derivato dalla stessa lingua lusitana.
Negli ultimi decenni il boom turistico ha portato all'incremento del PIL di Capo Verde, nel cui territorio è presente il sito di Cidade Velha, centro storico di Ribeira Grande e primo sito inserito nei patrimoni UNESCO.
Nessun giocatore della rappresentativa capoverdiana gioca in patria. Nato negli anni '70, il torneo risulta essere una base per i giocatori locali, verso l'Europa.
Il Campeonato Caboverdiano de Futebol è diviso in tre gironi in cui sono inserite su base geografica le 12 squadre partecipanti. Al termine della stagione regolare, le vincenti dei tre gironi e la miglior seconda giocano gli spareggi ad eliminazione diretta per il titolo nazionale.
In passato il campionato era strutturato con svariati gironi, uno per isola, ma dagli anni '90 si è deciso di ridurre il numero a tre e permette alle prime in classifica e alla miglior di seconda di qualificarsi per la fase finale e lottare per il titolo.
Le migliori squadre sono il Clube Sportivo Mindelense e lo Sporting Clube da Praia, quest'ultima affiliata dello Sporting CP e di fatto con gli stessi colori sociali.
Capo Verde è una realtà in continua ascesa e prevedere un Mondiale da squadra cuscinetto sarebbe un enorme errore per tifosi e avversari. La crescita degli ultimi anni ha portato il team dell'arcipelago a disputare i quarti della Coppa d'Africa e superare alcune delle migliori rappresentative continentali.
Considerare Capo Verde come una squadra in cui è presente una generazione d'oro è sbagliato, ma il gruppo di Over 30 in grado di crescere in Europa e mostrare i propri progressi in Nazionale è unito e sa come sopperire ai difetti personali di ogni suo interprete.
"Siamo in cima al gruppo per un motivo" ha detto qualche mese fa Roberto Lopes, difensore irlandes-capoverdiano, in squadra dal 2019. "È per merito, non è dovuto alla fortuna. Abbiamo un’ottima qualità nel nostro team. Abbiamo dei grandi giocatori veloci, ali che sanno come portare la palla".
Attualmente al 70esimo posto del Ranking FIFA, ha saputo chiudere il girone davanti a un Camerun certo lontano dagli exploit di anni '90 e primi 2000, ma comunque più esperto e composto da giocatori d'elite.
"Capo Verde significa tutto per la gente" aggiunge Lopes. "Quando giochiamo in casa la gente è fuori dal mattino, in attesa di avere vedere il bus e la squadra. C’è un vero cameratismo. Non è solo una partita di calcio, è un'occasione per rappresentare Capo Verde e mettere in mostra chi siamo. Ti senti come se tutto il paese fosse in campo con te”.
Il Mondiale spesso azzera la storia e passato recente, in cui l'unione del gruppo è la parte più importante: la forza di Capo Verde.