Maglia numero 10 sulle spalle, un nome esotico che qualche ricordo alla mente lo riporta. Un presente da stellina, un futuro da potenziale stella. E un Mondiale Under 17 che Samuele Inacio sta giocando come se fosse nel giardino di casa sua.
Inacio è il giocatore copertina dell'Italia di Massimiliano Favo, che fin qui ha fatto tre su tre in Qatar: battuti in sequenza i padroni di casa del Qatar, la Bolivia e infine il Sudafrica, domenica sera, con un 3-1 che ha permesso agli azzurrini di chiudere il girone al primo posto in attesa dei sedicesimi di finale.
Il comune denominatore delle tre vittorie? Inacio è andato a segno in tutte le partite. Proprio lui ha vinto la resistenza del Qatar padrone di casa all'esordio, prima di fare il bis contro la Bolivia e trovare una doppietta contro il Sudafrica. L'attuale capocannoniere del Mondiale, anche se in coabitazione con un paio di giovani colleghi, è proprio lui: quattro reti in tre partite.
Il problema, per il calcio italiano, è principalmente uno: Inacio non gioca nel nostro paese. Il che, in un campionato costantemente imbottito di calciatori stranieri, rappresenta l'ennesimo paradosso del movimento.
Inacio è nato a Bergamo nel 2008, ma tradisce evidenti origini brasiliane. Perché brasiliano è il padre, un volto particolarmente noto della Serie A e in generale del calcio italiano: Inacio Piá, che oggi ha 43 anni e fa il procuratore, ma che nel corso della propria carriera da calciatore professionista ha indossato quasi solo maglie nostrane.
Portato giovanissimo in Italia dall'Atalanta, Piá ha mosso i primi passi proprio a Bergamo: prima nelle giovanili e poi in prima squadra, con tanto di esordio in A nel 2001. Lo ricordano con particolare piacere anche i tifosi del Napoli, visto che anche lui ha contribuito all'uscita dall'inferno della Serie C e della Serie B, dal 2005 al 2007, facendo parte della rosa della doppia promozione sotto la guida di Edy Reja.
E poi Treviso, Catania, Ascoli, Torino, Lecce e chi più ne ha più ne metta. Fino a ottenere la cittadinanza italiana. Per questo il figlio Inacio veste la casacca azzurra dell'Under 17, di cui è il principale punto di riferimento.
Inacio ha seguito sin da subito le orme del padre: anche lui è stato inserito dall'Atalanta nel proprio settore giovanile. Solo che, a differenza di Piá, la Dea l'ha lasciata immediatamente e prima di poter assaporare l'aria della prima squadra: a prelevarlo nell'estate del 2024 è stato il Borussia Dortmund. Un trasferimento oggi fa rumore, ma che ha avuto un suo perché.
“Samu è stato 10 anni a Zingonia con l’Atalanta, è arrivato che aveva 6 anni, è stato uno dei primi della sua annata ad arrivare in squadra - ha spiegato Piá in un'intervista di maggio al sito di Gianluca Di Marzio - Come papà ma anche ex giocatore ringrazio il club per come l’ha trattato, per come è cresciuto e per tutto quello che gli ha trasmesso. Arrivato a un certo punto voleva fare un’esperienza all’estero vedendo anche quale era stato il mio percorso da giovane. Lui era affascinato dal provare a cambiare“.
"Abbiamo speso tanto tempo nel valutare la scelta giusta, il Borussia ha sempre valorizzato tutto il settore giovanile e in Italia difficilmente valorizzano i giovani rispetto a fuori - ha detto qualche tempo fa Samuele a Cronache di Spogliatoio, motivando la scelta di abbandonare l'Italia - Mi ha colpito il Bayern Monaco per la sua storia quando siamo andati lì, però il Dortmund ci ha fatto vedere tutti i giocatori che hanno preso da fuori, e sono arrivati quasi tutti, rispetto alle altre squadre".
“Ci sono state situazioni di grandi società che si sono fatte avanti come il Bayern Monaco, Manchester City, l’Atletico Madrid e il Borussia Dortmund - ha raccontato ancora Piá - Con l’Atalanta abbiamo parlato tantissimo però lui aveva questa voglia di cambiare e noi come genitori abbiamo appoggiato la sua decisione. Lui è felicissimo a Dortmund, ormai è passato già un anno, si è trovato benissimo. Nella scelta ha giocato un ruolo fondamentale il progetto tecnico, la chiarezza e il modo in cui il club lo vuole preparare per quello che sarà il calcio dei grandi dove ci saranno poi tante pressioni“.
Inacio è di base un trequartista, il classico numero 10. Come il 10 è il numero scelto anche per l'avventura in Qatar con l'Under 17 azzurra. Il ct Favo lo schiera tra centrocampo e attacco, ed è lì che il figlio d'arte - che in carriera ha però giocato anche da esterno offensivo e da punta - si posiziona anche nell'Under 19 del Borussia Dortmund.
Il suo bilancio stagionale con i tedeschi parla di 7 reti e 2 assist in 14 presenze tra tutte le competizioni: campionato, Coppa di Germania giovanile e Youth League. Competizione, quest'ultima, in cui Inacio sta facendo benissimo: una rete e 2 assist in 3 presenze, di cui uno e uno nel 3-2 esterno che i tedeschi hanno conquistato in casa della Juventus, a settembre, nella partita d'esordio della fase a gironi.
Non solo: assieme a un altro gioiello azzurro come Filippo Mané, in estate anche Inacio è stato portato dal Borussia Dortmund negli Stati Uniti per il Mondiale per Club. Alla fine nessuno dei due è sceso in campo.
Per quanto riguarda il rapporto con l'Italia, è prolifico non da oggi: da parecchio tempo. Proprio Inacio era l'elemento principale dell'Under 17 che pochi mesi fa, a maggio, sognava concretamente il secondo titolo europeo consecutivo dopo quello del 2024 targato Francesco Camarda, salvo arrendersi in semifinale ai rigori al Portogallo.
Inacio c'era anche allora. E ha dominato quel torneo, non solo entrando nella Top 11 finale ma soprattutto chiudendo in testa alla classifica dei marcatori con 5 reti collezionate in 4 presenze: nessun italiano, nemmeno Camarda, ci era mai riuscito prima di lui.
Qualche mese più tardi, Inacio ha quasi eguagliato quel bottino realizzativo: è già a 4 in 3 partite. E ora spera di trascinare l'Italia a quel titolo mondiale che, a livello di Under 17, rappresenterebbe un inedito totale.
Se il presente si chiama Italia, il futuro non è poi così scontato. Nel senso che le origini di Inacio - o meglio, del padre - sono lì, sotto gli occhi di tutti. Tanto che sullo sfondo ha cominciato a stagliarsi una minaccia chiamata Brasile.
Emissari della Seleção Under 17 si sono recati in Europa nelle scorse settimane per assistere a un paio di partite dell'Under 19 del Borussia Dortmund. Nel mirino c'era proprio lui, Inacio. Che ora potrebbe essere costretto a scegliere tra la maglia azzurra dell'Italia e quella verdeoro del Brasile. Anche se prima c'è un Mondiale di categoria da provare a conquistare.