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Dal coma al ritorno in campo, la rinascita di Samuel Bastien: "Mi dissero che non mi sarei più risvegliato"

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Colpito da un ictus e ridotto in fin di vita, l’ex Chievo è tornato in campo appena otto mesi dopo: dal coma alla rinascita, l'incredibile storia di Bastien.

Solo pochi mesi fa era immobile su un letto d’ospedale, in coma, con poche speranze di risvegliarsi. 

Oggi Samuel Bastien è di nuovo un calciatore professionista. 

Il centrocampista congolese del Fortuna Sittard ha sconfitto un ictus, la paura e i limiti imposti dal suo corpo, tornando in campo in Eredivisie dopo appena sette mesi. 

UNA DIAGNOSI TERRIBILE

Ad aprile, la vita di Samuel Bastien si è fermata all’improvviso. 

Forti mal di testa, poi il crollo e la corsa in ospedale. 

I medici hanno diagnosticato un ictus legato a un problema cardiovascolare e la situazione è apparsa subito gravissima: Bastien è finito in coma e alla sua famiglia è stato detto che le possibilità di risveglio erano minime. 

DAL RISVEGLIO ALLA RIABILITAZIONE

Contro ogni previsione, Bastien si è risvegliato e da lì è iniziato un percorso lunghissimo e faticoso. 

Ha perso oltre dieci chili, si è ritrovato su una sedia a rotelle e poi con le stampelle. 

Anche dopo il risveglio, i medici erano pessimisti: secondo loro non sarebbe mai più tornato a giocare a calcio. 

Ma l'ex giocatore del Chievo non ha mai smesso di crederci, affrontando giorno dopo giorno una riabilitazione durissima.

IL RITORNO IN CAMPO

A dicembre è arrivato il momento più emozionante. 

Nell’ultima partita di campionato contro il PEC Zwolle, Bastien è entrato in campo negli ultimi minuti con la maglia del Fortuna Sittard. 

Non è ancora al massimo della condizione e il percorso non è finito, ma Samuel Bastien è tornato dove voleva essere: su un campo da calcio, dopo aver sconfitto la sfida più grande della sua vita.

"È BELLO ESSERE DI NUOVO QUI"

Dopo il ritorno in campo con il Fortuna Sittard, nonostante la sconfitta della sua squadra, Bastien ha potuto esprimere tutta la gioia per questa nuova opportunità offertagli dalla vita:

"I medici prima avevano detto ai miei familiari che non mi sarei più svegliato e poi che non avrei più giocato a calcio. Non sono ancora al 100%, ma è bello essere di nuovo qui".