Poliedrico. Capace di spaziare su più fronti, mantenendo sempre una qualità altissima. Dario Mastroianni è uno dei telecronisti più apprezzati in Italia grazie al suo modo di raccontare gli eventi sportivi e alla sua preparazione maniacale.
Oggi si racconta, facendoci scoprire un mondo formato da palloni (spesso esteri) e freccette.
Dario Mastroianni è nato il 4 ottobre 1994 e ha 27 anni.
Gli inizi sul giornale lombardo “Sprint & Sport”, sul cartaceo, poi volto di Sportitalia e, pochi anni dopo, punto di riferimento a Fox Sports, dove La Liga e il calcio olandese sono diventati "casa".
"Come tanti dei miei colleghi commentare le partite è sempre stata una mia grande passione sin da ragazzo. Poi è iniziato un po' tutto per caso: mi sono trovato a raccontare il calcio belga un giorno a Sportitalia, da riserva della riserva della riserva del telecronista. Una serie di coincidenze che mi hanno portato a prendere in mano il microfono in un Anderlecht-Genk che porto ancora nel cuore: perché la prima telecronaca ufficiale non si scorda mai. Finita 0-0, nessun gol da commentare, ovviamente...".
Da quel momento partite su partite, conoscenza ed esperienza che hanno portato col tempo Dario a scoprire con largo anticipo puri talenti e ad innamorarsi di giocatori, ai tempi, non conosciutissimi: "Praet lo considero un mio pupillo: quando è arrivato in Italia alla Sampdoria ero davvero su di giri. L'ho potuto apprezzare nel tempo nella Pro League e sento di averlo "scovato". Un fenomeno per me, che ho potuto osservare in prima persona per tempo grazie alle prime telecronache".
Ma il giocatore del Torino non è l'unico su cui gli occhi esperti di Dario si erano soffermati ai tempi: "L'altro mio grande amore è stato Tielemans: lo vedevo come un giocatore forte, capace di fare una bella carriera. Fisico, tecnico, gran tiro. Diciamo che anche lì c'ho visto abbastanza bene", chiude sorridendo.
Dario, l'abbiamo già detto, è un talento capace di spaziare su più fronti. Da uno Stato all'altro, in un batter d'occhio. Sempre pronto su tutti i campionati: "Ho avuto la fortuna e l'onore di commentare e conoscere il campionato scozzese, quello brasiliano, la Liga, la Bundesliga, la Copa Libertadores, il Mondiale per Club, la Chinese SuperLeague e tanto altro. Sono tutte esperienze che ti formano, perché il calcio varia da nazione a nazione. Ogni posto ha le sue peculiarità. Si gioca sempre un calcio differente. E certe volte ti risulta utile quando a distanza di anni ti ritrovi qualche calciatore che avevi commentato tempo prima in campionati meno conosciuti: è la meraviglia del nostro mestiere".
Lui, stella di DAZN, ha saputo poi costruire un gruppo affiatato coi colleghi: "Sono molto legato a tanti ragazzi in redazione. La DAZN Squad è pazzesca: penso a Stefano Borghi, Riccardo Mancini, Edoardo Testoni e tanti altri. Difficile trovare un così alto livello in un unico posto: la concentrazione di passione, qui, è unica".
Su DAZN, oggi, si occupa non solo di calcio.
Non c'è solo il pallone infatti nella vita lavorativa di Dario: "Da febbraio 2017 ho iniziato insieme a Roberto Marchesi e a Giordano Reale, talent di riferimento DAZN, il mio percorso nel mondo Darts. Ormai sono quasi 5 anni che vivo questa esperienza e per esempio, Natale, coincide nella mia idea con i Mondiali di questo sport affascinante". Uno sport di nicchia, molto televisivo, che ogni anno conquista sempre i più i cuori degli spettatori.
"Le freccette sono uno sport difficilissimo da giocare, ma sanno regalare emozioni uniche. Sottovalutato spesso e volentieri, ma qui sono richieste doti non facili da trovare per avere successo".
C'è sempre una maggiore preparazione sul fronte spettatori: "Il pubblico è sempre più preparato: ha a disposizione tanti attrezzi e strumenti che noi telecronisti usiamo per studiare. Diventa difficile metterci del nostro e prepararci per sorprendere il pubblico. Ma è anche una sfida a migliorarsi e a trovare storie e curiosità originali".
E, il pubblico, è anche la cosa più importante del calcio secondo Dario. Da tutelare. "Ricordo ancora Cosenza-Verona, un'esperienza particolare da vivere in prima persona: la mia seconda trasferta per DAZN e il campo non era stato preparato, mancavano addirittura le linee. Ero rimasto abbastanza perplesso: uno 0-3 a tavolino perché il campo non era pronto, mi ha fatto scoprire qualcosa di nuovo che non pensavo potesse accadere tra i professionisti. Il calcio è spettacolo puro, è stato brutto vivere quel momento".
Praet era solo un esempio della capacità di Dario di intuire chi è in grado di fare il grande salto nel mondo dei professionisti: "C'è un giocatore a cui sono legato in particolar modo per via di questo mestiere". Vedere infatti un Maldini con la maglia del Milan in Serie A TIM è cosa normale per tutti. Per Dario, invece, tutto questo ha un significato speciale: "A dicembre 2013 ho fatto un pezzo su Milan-Renate, in cui giocava Daniel Maldini. Categoria Giovanissimi. Il 16 ottobre 2021, 8 anni dopo, l'ho visto titolare a San Siro contro il Verona. Dal Vismara alla Scala del Calcio. La mia prima telecronaca a San Siro con Daniel, che la settimana prima aveva segnato il suo primo gol in Serie A allo Spezia. E' stata una forte emozione. Mi ha ricordato il tempo passato, la strada percorsa. Quante cose sono successe in così poco tempo".
Dario è un "ex calciatore": "Ho giocato per un po' di anni a calcio come centrocampista. Poi ho scelto di restare in questo sport che mi ha sempre dato tanto in un altro modo. La voce è il "mio piede preferito".
Ovviamente calcio e freccette sono il suo pane quotidiano.
Sulla vita privata Dario non si sbilancia, ma ci svela un segreto: "Ai fornelli mi diverto un sacco. E sì, il lockdown dello scorso anno è servito a coltivare questa passione", ha aggiunto sorridendo.
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