Error code: %{errorCode}

Lobotka faro, Politano certezza: tra rientri e correttivi il Napoli torna a girare

GOAL

Il rientro di Lobotka in regia ha riacceso la luce, mentre con Politano 'quinto' sono aumentate qualità e imprevidibilità di un Napoli apparso nuovamente vivo. E Juan Jesus è stato da applausi.

Con un paio di mosse, il Napoli si è riacceso.

Le due sconfitte di fila contro Benfica e Udinese avevano mostrato una squadra appiattita sotto il profilo delle energie, stanca soprattutto mentalmente: invece, in terra araba, Antonio Conte - al netto dell'uragano Hojlund e dei lampi di Neres - ha saputo trovare la chiave di volta per ravvivare gli azzurri.

Nella testa l'obiettivo Supercoppa è ben impresso e funge da traino emotivo con cui Hojlund e soci hanno mandato al tappeto il Milan e sono volati in finale: merito della scossa psicologica maturata in quel di Riyadh, ma anche dei correttivi apportati dall'allenatore salentino che tra ritorni eccellenti e ritocchi di carattere tattico si è messo alle spalle i passaggi a vuoti dell'ultima settimana.

Due nomi su tutti: Stanislav Lobotka e Matteo Politano, senatori di questa squadra e preziosissimi nell'imbrigliare il Diavolo. In che modo? Fornendo al Napoli il contributo al quale da tempo hanno abituato, unendo quantità e qualità.

LOBOTKA RIACCENDE IL NAPOLI

Che lo slovacco sia il cervello dei partenopei non è di certo una novità, ma notare la differenza di gioco e ritmi con e senza Lobo fa sempre notizia. Il 68 di Conte ha riacceso il motore azzurro sfruttando il proprio pragmatismo, senza eccellere in lampi di classe ma capitalizzando al massimo dinamismo e intelligenza.

Sempre al posto giusto, letture impeccabili, stantuffo capace di abbinare testa e piedi: il Napoli in mediana non può prescindere da Lobotka, dominante nel traffico di maglie rossonere al cospetto di Rabiot e soci nel saper interpretare i momenti del match. Palloni recuperati e smistati, mente e uomo ovunque: Juve a parte, l'assenza a Lisbona e la presenza a mezzo servizio contro l'Udinese ha pesato come un macigno nell'economia del gioco dei campioni d'Italia, i quali finalmente possono dire di aver ritrovato il proprio faro.

NE GIOVA ANCHE MCTOMINAY

A trarre beneficio dal ritorno a pieno regime di Lobotka è anche Scott McTominay, riciclato per forza di cose al ruolo di mediano vecchia maniera alla luce degli infortuni che hanno ridotto all'osso il reparto.

Lo scozzese, con accanto lo slovacco, ha potuto sganciarsi nuovamente con maggiore libertà in proiezione offensiva: se durante l'assenza del compagno ha dovuto guardare le spalle ad un calciatore dal DNA più offensivo come Elmas, contro il Milan l'ex United ha alzato il proprio raggio di manovra proponendosi tra le linee rispolverando il marchio di fabbrica che lo ha eletto MVP dell'ultima Serie A. Insomma, a centrocampo - al netto di alternative rese sempre povere dall'infermeria - il Napoli può dormire sonni nuovamente tranquilli.

POLITANO JOLLY E CERTEZZA

La mossa che ha rialzato i decibel delle pulsazioni azzurre, inoltre, è stato l'impiego dall'inizio di Politano nelle vesti di 'quinto' a tutta fascia. Partito dalla panchina contro Juve, Benfica e Udinese, il 21 è stato rilanciato titolare da Conte non al posto di Lang bensì di Beukema, comportando l'arretramento di Di Lorenzo nei 3 di difesa.

Un'idea rivelatasi produttiva, perché sulla catena di destra la presenza di 3 calciatori di corsa come il capitano, l'ex Inter e Neres (sempre tra le linee, stavolta in tandem con Elmas) ha provocato sovrapposizioni, incastri e tagli dentro al campo che il Milan ha faticato a contenere.

Politano con esperienza e tecnica si è ripreso una maglia confermandosi una certezza, gettandosi alle spalle il periodo di flessione causato all'infortunio muscolare e ad un impiego costante che gli aveva tolto lucidità.

JUAN JESUS DA APPLAUSI

Una nota di merito, infine, la merita Juan Jesus. Il brasiliano contro i rossoneri ha fatto tirare il fiato a Buongiorno agendo dal 1' nel ruolo di braccetto sinistro, strappando applausi per applicazione, grinta e solidità.

Tra i leader dello spogliatoio, sempre presente quando chiamato in causa: per Conte, il 5, rappresenta una risorsa preziosa sia dentro che fuori dal campo.