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Boxe

De Carolis sfida Ataide nel Roma Boxing Show: "Il fattore campo conta tantissimo"

Andrea Rossi
De Carolis sfida Ataide nel Roma Boxing Show: "Il fattore campo conta tantissimo"Getty

Giovanni De Carolis torna sul ring e lo fa tra le mura domestiche del Lazio, precisamente ad Ostia dove, sabato 1° luglio a partire dalle 19:30 e in diretta su DAZN, affronterà Ataide in una serata che, tra gli altri, vedrà anche il ritorno alla boxe di Mattia Faraoni.

Sullo sfondo della sfida ad Ataide, per De Carolis c’è la possibilità di un nuovo match titolato ma il pugile romano non si fa distrarre dall’idea di una nuova cintura a 41 anni e pensa solo al combattimento di sabato.

Ho visto troppi colleghi perdere match che venivano dipinti come scontati e quindi non farò mai l’errore di pensare che anche un mio match lo possa essere. Nel pugilato non esistono combattimenti di passaggio perché la realtà è che chi ti sfida sa che se vince prende il tuo posto. Oltretutto, è importante non commettere errori e non prendere colpi inutili se poi si vuole fare un altro match. In questo sport ci si gioca sempre le chiavi di casa”.

De Carolis, l'intervista in esclusiva a DAZN

Manca pochissimo al match, come ti stai preparando in queste ultime ore?

“La settimana prima di un combattimento è sempre molto difficile, quel che è fatto è fatto, si va in fase di scarico per recuperare le energie per il combattimento. È un po’ la quiete prima della tempesta. C'è una forte pressione psicologica e si fa tanto lavoro di concentrazione e tranquillità. Sono momenti particolari, difficili anche per le persone che sono intorno al pugile. Io cerco di isolarmi, di trovare il più possibile la serenità togliendomi dalla frenesia della vita di tutti i giorni. Si fanno pochi allenamenti, si lavora sulla brillantezza e la velocità ma assolutamente niente stress e niente lavori di endurance pesanti. Il mio maestro diceva che bisogna arrivare al momento del match con la voglia di fare a cazzotti (ride ndr)”.

Nei mesi passati, invece, hai diviso il tuo lavoro tra Roma e l’Inghilterra

“Si, nella prima parte della preparazione sono stato a Roma per la parte tecnica poi sono andato in Inghilterra a fare delle sedute di sparring a Portsmouth con Michael McKinson, sono andato diverse volte lì e mi trovo molto bene per la tipologia degli sparring che mi mettono a disposizione. Poi sono tornato a Roma per la parte tecnica con Italo Mattioli e Luigi Ascani”.

Giovanni De CarolisGetty

Torni a combattere tra le mura casalinghe, quanto può aiutare avere il “fattore campo” dalla propria parte?

Nel pugilato conta tantissimo. Ho combattuto tante volte all'estero, o anche “fuori casa” qui in Italia, ed è sempre una pressione in più perché in quei casi sei il pugile che tutti vogliono vedere battuto anche se a me ha sempre acceso in positivo quella situazione.

Combattere in casa, invece, è davvero bello ma anche una responsabilità visto che hai vicino tutte le persone che ti vogliono bene e che tifano per te. Sicuramente è un vantaggio dal punto di vista emotivo e dal punto di vista proprio dell’energia però è una cosa che va gestita bene perché altrimenti rischia di darti metterti in difficoltà. Quello di sabato sarà il 43esimo match della mia carriera, quindi sono abituato. Il ring, alla fine, è sempre uguale e la gente di può dare tanta energia quando sei lì sopra a combattere”.

E prima di salire sul ring a cosa pensi?

“Quando sono vicino al ring c’è una cosa che faccio da parecchio tempo: mi ripeto mentalmente il perché lo sto facendo, cosa mi spinge ad essere lì in quel momento. Mentre cammino con in sottofondo la musica dell’ingresso penso sempre ‘io voglio essere qui, la mia vita è questa’ ed è in quei momenti mi ricordo perché ho scelto questo sport che, lo sappiamo tutti, è differente dagli altri”.

De Carolis sul ringGetty

Il tuo avversario è Ataide, un pugile esperto ma che, sulla carta ha qualcosa in meno di te.

“È un buon avversario, ha combattuto contro avversari di fascia molto alta, ha un buon pugilato e una buona esperienza. Non va sottovalutato e per questo io andrò sul ring determinato come al solito, ho possibilità di guadagnarmi una vittoria importante che mi può dare la possibilità di combattere per il titolo europeo”.

Leggendo il tuo score salta all’occhio il pareggio con Zeuge del 2017. Che effetto fa pareggiare nella boxe?

“Quello è stato un pareggio deciso per salvare capre e cavoli. Io sono rimasto campione e Zeuge imbattuto. Avevo fatto un buon match ma essendo fuori casa avevo avuto un po’ il deficit dei giudici. Il pareggio nella boxe è una cosa particolare, perché di fatto significa che tutto quello che avevi preparato è andato a farsi benedire. Io metterei un extra round quando si è in pareggio perché finire alla pari è veramente frustrante”.