C’era una volta il “muro” Juve: anni e anni di BBC, Bonucci, Barzagli e Chiellini (senza dimenticare Buffon, sia chiaro), e Scudetti conquistati grazie a una difesa a tratti insuperabile.
Oggi, però, la realtà in casa bianconera è ben diversa. Sono tanti - forse troppi - i goal subiti dalla Vecchia Signora nelle prime 14 partite di questa stagione.
Il reparto difensivo appare spesso esposto ai rischi e continua a soffrire l’assenza del suo uomo più incisivo, Bremer. Le reti incassate sono ormai troppe, in una striscia negativa che a Torino non si vedeva da diversi anni.
La partita della Juventus contro lo Sporting racconta di un segnale positivo: una squadra capace di dominare per lunghi tratti il match, che ha mancato la vittoria davvero per pochi centimetri.
Tuttavia, il dato che continua a preoccupare riguarda la fase difensiva. Dopo lo 0-0 interno contro il Milan dello scorso 1° ottobre, i bianconeri hanno sempre subito almeno una rete.
Sono infatti sette le gare consecutive senza porta inviolata, come accadde tra gennaio e marzo 2024 con Allegri in panchina. Ora, per evitare di allungare questa striscia negativa - che, in una singola stagione, non si verifica dal periodo tra marzo e maggio 2021 (ben 16 partite di fila, seppur con una Coppa Italia poi conquistata da Andrea Pirlo) - servirà una prestazione convincente nel derby contro il Torino.
La stagione 2025/26, escluso dal conteggio il Mondiale per Club dello scorso giugno, era iniziata nel migliore dei modi per la Juventus.
Due vittorie con relativo clean sheet contro Parma e Genoa avevano lasciato ben sperare, ma le cose, poi, hanno preso una piega diversa.
Almeno un goal subito in 11 delle successive 12 gare, per un totale di 18 reti incassate: numeri che raccontano le difficoltà di una squadra che non otteneva al massimo tre clean sheet nelle prime 14 partite stagionali da oltre vent’anni, precisamente dal 2003/04, con Marcello Lippi in panchina.
All’epoca, però, la situazione era ben diversa. I bianconeri vinsero 11 di quelle gare, con tre soli pareggi e nessuna sconfitta: la difesa veniva sì esposta, ma in modo “consapevole”. Anche allora, tuttavia, i dati difensivi furono motivo di riflessione: la Juventus chiuse infatti al terzo posto in campionato, dietro Milan e Roma, e venne eliminata agli ottavi di finale di Champions League dal Deportivo La Coruña.
È evidente che l’assenza di Bremer pesi - e non poco - nel reparto difensivo della Juventus, essendo l’unico vero top player della retroguardia bianconera.
La sua mancanza incide sia dal punto di vista tecnico che da quello della leadership, ma i numeri raccontano che non è tutto oro ciò che luccica.
Nelle cinque partite disputate da Bremer in questa stagione, i bianconeri hanno subito otto reti, con una media di 1.6 goal incassati a partita e circa 19 tiri concessi ogni 90 minuti.
Nelle nove gare senza il brasiliano, invece, le reti subite sono state 10, con una media di 1.1 a incontro e 15 tiri concessi. Dati che suggeriscono come la fragilità difensiva sia da attribuire più all’intero reparto che alla sola assenza di un singolo giocatore.
Per questo motivo Spalletti ha già iniziato a intervenire, con l’obiettivo di riportare equilibrio in una fase difensiva che resta il punto più delicato del momento bianconero.
Oltre a una difesa “ballerina”, va considerata anche la prestazione del portiere, con Di Gregorio che ha disputato 12 delle 14 gare stagionali.
L’ex numero uno del Monza è apparso, in più di un’occasione, non del tutto sicuro dei propri mezzi: un periodo decisamente al di sotto delle aspettative, soprattutto se confrontato con le grandi parate a cui aveva abituato nelle scorse stagioni.
Con Di Gregorio tra i pali, i bianconeri hanno concesso 41 tiri nello specchio, 15 dei quali si sono trasformati in rete - incluso l’unico tiro nello specchio dello Sporting, valso il vantaggio portoghese.
Sarebbe ingiusto addossare tutte le responsabilità al classe 1997, ma la concorrenza alle sue spalle non manca: Perin resta infatti molto più di una semplice alternativa.