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Calcio

Atalanta, hai ragione: pure per la Uefa è un errore. Meler e il Var verso lo stop?

Fabio Licari
Atalanta, hai ragione: pure per la Uefa è un errore. Meler e il Var verso lo stop?N/A
A Nyon sono convinti che l’arbitro e l’olandese Van Boekel abbiano reso la tecnologia un danno per il calcio

La stampa internazionale è andata giù dura. "Il peggior rigore di sempre?", ha scritto The Athletic. Se anche fosse tra i primi dieci, sempre di scandalo si tratterebbe. Alla Uefa non sono contenti, non si spiegano come sia stato possibile fischiare il rigore, ma in campo ci può stare, e soprattutto come al Var nessuno abbia avvisato l’arbitro che l’azione doveva essere rivista. A Nyon non si nascondono che è stato un errore. L’arbitro turco Meler ha peccato minimo di eccessivo decisionismo, ma peggio è stata giudicato il Var olandese Van Boekel che non ha insinuato il minimo dubbio nel collega. Rendendo il Var uno strumento inutile, se non dannoso per l’immagine del calcio. E Bruges-Atalanta non è stato l’unico “caso” di questo turno. Qualcuno chiede il challenge, con il rischio di concedere magari due chiamate massimo e quindi negare la terza giusta, altra contraddizione. Un paio di passeggiate in più al video potrebbero essere utili in un sistema che, con l’imminente applicazione del fuorigioco “quasi” automatico, passo avanti verso quello “full”, risolve ormai in tempo reale anche il fuorigioco posizionale, senza bisogno di interpretazione. E può concentrarsi meglio sui casi caldi. Non è chiedere troppo. Un paradosso che dà forze a chi è contro il Var per principio. Provate a giocare una partita senza e vediamo. Non si torna indietro. Si deve andare avanti migliorando. Il protocollo, come tutte le regole, è modificabile. Non è un’eresia chiedere che, in casi come San Siro, dove dall’errore nasce il gol, si possa tornare indietro. Non per una rimessa laterale senza effetto. Ma per un gol sì. L’agenda del Board, il 1° marzo a Belfast, è già fatta. In teoria se ne potrebbe convocare uno d’urgenza, ma forse questo non è il caso. Si può però cominciare, o riprendere, un dibattito interno per trovare una soluzione. Non è dato sapere cosa Van Boekel abbia detto a Meler. Sicuramente la direttiva Uefa di non andare spesso al video on field, per non interrompere il flusso di gioco, può influire. Ma non significa non andare mai. Questo è “il” caso da vedere. Bella coincidenza con il caso Bastoni — un angolo che non c’è e diventa gol — che evidenza il limite del protocollo: non si può tornare indietro. L’angolo ha chiuso l’azione, quindi, se dopo c’è il gol, come in Inter-Fiorentina, sebbene tutti si siano accorti che l’origine è irregolare, non si può far niente. Nell’era del Var, nato per garantire giustizia, è un paradosso inaccettabile. Meler ha peccato di superbia, Van Boekel di accidia. Può darsi che il protocollo confonda, di sicuro il video non aiuta a capire l’intensità di un intervento, ma qui le immagini sono chiare: non può essere mai rigore. Anche la stampa olandese è spietata verso il ex arbitro. Il protocollo, quindi. Questo mistero a volte buffo. C’è chi ancora dice che, se l’arbitro ha visto, il Var non può intervenire, stravolgendo il senso. È il contrario: il Var esiste per correggere quello che l’arbitro non vede o vede male. Collina, capo degli arbitri Fifa, lo ha detto diverse volte, inascoltato. Il Var non può intervenire su una decisione di campo che non è valutabile meglio rispetto all’arbitro. Così è. Non è escluso che i due vengano fermati dall’Uefa. Il video dell’azione è stato visto e rivisto. Hien contrasta Nilsson anticipandolo, tiene il braccio un po’ alto ma quante volte gli arbitri hanno detto che il calcio «è uno sport di contatto»? Se questo è rigore… Meler fin lì aveva diretto bene una partita facile o che forse lui aveva fatto sembrare facile: pochi falli, vantaggi concessi con intelligenza. Ha rovinato tutto per decidere, come nei 90’ precedenti, con sicurezza diventata sicumera. Dimenticando che non era un tackle a centrocampo. Niente di paragonabile alla caduta di Nilsson colpito da un gancio di Mohammad Alì, ma un’espulsione in Monaco-Benfica ha scatenato polemiche a non finire. L’arbitro Mariani, domenica è sua Juve-Inter, ha sventolato con un po’ di “leggerezza” il secondo giallo al francese Al Musrati, minuto 52, sull’1-0 per i portoghesi, risultato poi finale. Al Musrati, già ammonito, aveva chiesto il secondo giallo per un avversario. A stretto giro di regolamento, una decisione corretta. Ma il francese non era stato aggressivo e, diceva Casarin, c’è una diciottesima regola, non scritta: quella del buon senso. Molto più invasivo l’errore di Meler e Van Boekel. Una decisione che può influire sulla qualificazione agli ottavi di Champions. Errare è umano. Ma errori così, nell’era Var, non sono ammissibili.

Fonte: Gazzetta.it