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Calcio

Bologna, festa grande: in cinquantamila per la Champions League

Matteo Dalla Vite
Bologna, festa grande: in cinquantamila per la Champions LeagueN/A
Tantissimi tifosi per la sfilata del pullman scoperto. E tutti chiedono a Thiago Motta di restare

Cinquantamila. Cinquantamila bolognesi dentro una città innamorata pazza. Dalla partenza del pullman della gioia (al Dall’Ara) fino all’arrivo trionfale in pieno centro (Piazza Maggiore), il Bologna è stato salutato da 50.000 tifosi lungo le strade della città e che avevano addosso di tutto: gioia, lacrime, "ce ne andiamo in Champions League!", biciclette per evitare il traffico dentro a strade “murate” di entusiasmo e gente, motorini, cori, bandiere, striscioni tipo “Le nostre passioni: Orsolini e tortellini” oppure “Alla mamma e al papà preferisco Zirkzee”. Il Comune di Bologna ha aperto, nelle stanze di Palazzo Podestà, un canale wi-fi “BFC Champions” e insomma tutta una città canta, in via Rizzoli suonano le canzoni di Lucio Dalla e qualcuno salta al grido di chi "non salta juventino è": tutti pazzi del Bologna ma anche dell’allenatore, che oggi non farà conferenza stampa e che lungo le strade ha raccolto messaggi d’amore ("Thiago non te ne andare", "Motta resta con noi"). Ma il futuro già si sa. 

Bologna, però, ieri sera ha voluto guardare non il particolare ma tutto il Van Gogh che la squadra ha dipinto in una annata strepitosa. Ci sono Calafiori e Ndoye con la bandana del Bologna, poi Fenucci, Di Vaio e Sartori che cantano e guardano la gente ebbra di gioia, Thiago che sorride felice perché artefice di un sogno, Orsolini che si è fatto i capelli rossoblù, Posch e Castro che di rossoblù hanno gli occhiali da sole, e poi foto, selfie da mandare alle proprie famiglie e da mettere nei libri di storia. Il tutto mentre i tifosi cantano "La mia vita te la dedico" e s’accalcano in Piazza Maggiore, nucleo nel quale il pullman arriva alle 21,33 accolto in maniera trionfale. Coi decibel che “spaccano” quando suona l’inno della Champions alle 22,15. Robe mai viste.  Prima della passerella finale, il Bologna tutto aveva ricevuto dentro al Dall’Ara il “Nettuno d’Oro” dalle mani del sindaco Matteo Lepore e dell’assessora allo Sport Roberta Li Calzi che hanno voluto anche ricordare Sinisa Mihajlovic. "Così come era stata insignita la squadra che vinse lo scudetto nel ’64 – racconta il primo cittadino – ecco che il Nettuno d’Oro va anche voi".

Joey Saputo è lì vicino, ringrazia, sorride: e presto verrà nominato cittadino onorario di Bologna anche perché "in questi dieci anni – aggiunge Lepore -, ha costruito e ha mantenuto la promessa, visto che nel 2015 disse che avrebbe portato la squadra in Europa"». C’è anche l’a.d. Claudio Fenucci: "Un’annata favolosa che ha riportato la squadra vicino a quella che vinse lo scudetto sessant’anni fa. Dietro di me vedete tutti loro e sono convinto che molti rimarranno con noi". Una sorta di promessa e un atto d’amore: come quello che Joey Saputo, la sera prima e alla cena del club, ha fatto a tutti i dipendenti: "Siamo come una famiglia . Io non ho mai avuto una squadra così forte, mi avete emozionato". Come ieri sera, ricevendo il coro «uno di noi». Qualcuno – ebbro di felicità – avrebbe visto danzare il Nettuno sulle note dell’inno-Champions. Scene da “Grande Bellezza”.

Fonte: Gazzetta.it