Un gruppo di 50 atleti professionisti ha inviato una lettera alla UEFA per chiedere l'immediata sospensione di Israele dalle competizioni europee. Continuano iniziative per bloccare la rappresentativa nazionale e il Maccabi Tel Aviv, uno club rimasto ancora in gioco, in attesa della possibile riunione dell'organismo internazionale in cui potrebbe, effettivamente, arrivare lo stop alle due squadre.
Nella lettera, come riporta il New York Times, si sostiene che "lo sport non può restare in silenzio mentre atleti e civili, compresi i bambini, vengono uccisi indiscriminatamente in massa a Gaza".Tra i firmatari della lettera ci sono anche Anwar El Ghazi, ex Aston Villa licenziato dal Mainz due anni fa a seguito di un post sui social media in cui esprimeva sostegno ai palestinesi, l'ex capitano dell'Ipswich Town Sam Morsy e l'allenatore Nigel Pearson. Con loro anche diverse star di altri sport, dalla boxe al cricket.La lettera, fa sapere il N.Y Times, cita un rapporto delle Nazioni Unite di settembre, che concludeva che "le autorità israeliane e le forze di sicurezza israeliane hanno l'intento genocida di distruggere, in tutto o in parte, i palestinesi nella Striscia di Gaza".
"È un obbligo per gli organismi sportivi agire contro le squadre sportive che rappresentano un paese che una commissione delle Nazioni Unite ha concluso stia commettendo un genocidio contro i palestinesi di Gaza".
La lettera, in particolare, è stata coordinata da Nujum Sports, l'organismo di rappresentanza degli atleti musulmani nel Regno Unito, ed è presentata sotto l'egida di Athletes 4 Peace.
Nujum Sports fa sapere di essere stata contattata da "atleti di tutti gli sport, musulmani, non musulmani e atei, che vogliono unirsi per chiedere giustizia".
"Chiediamo alla UEFA di sospendere immediatamente Israele da tutte le competizioni finché non rispetterà il diritto internazionale e porrà fine alle uccisioni di civili e alla carestia diffusa. Lo sport non è neutrale di fronte all'ingiustizia".
"Rimanere in silenzio - si conclude la lettera - significa accettare che la vita di alcuni valga meno di quella di altri. Crediamo in un unico standard per tutte le nazioni e tutti i popoli, una giustizia senza doppi standard".
Resta da capire ora se la lettera sortirà qualche effetto, soprattutto dopo quella inviata dai membri del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite alla stessa UEFA.
Qualora non dovessero arrivare immediate decisioni da parte dell'UEFA, il Maccabi Tel Aviv giocherà la seconda partita nel girone di Europa League giovedì 2 ottobre.
Dopo aver pareggiato 0-0 contro il PAOK in quel di Salonicco, il Maccabi Tel Aviv sfiderà la Dinamo Zagabria alla TSC Arena di Backa Topola, Serbia, città che ospita le gare internazionali del club israeliano, lontano da Tel Aviv negli ultimi anni.
Non solo il Maccabi in campo a ottobre, me bansì anche la Nazionale israeliana. A meno di decisioni UEFA, infatti, la rappresentativa sfiderà la Norvegia sabato 11 e dunque l'Italia a Udine tre giorni più tardi.