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Calcio

Conte, alchimie per il Napoli: difesa a tre e Gilmour

Antonio Giordano
Conte, alchimie per il Napoli: difesa a tre e GilmourN/A
Senza Anguissa, che non ha un alter ego, il tecnico dovrà trovare nuove soluzioni. Ma è abituato a mischiare le carte

Non s’affronta il destino, aspettandolo per guardarlo negli occhi: e ora che il gioco si è fatto duro, e la sorte ha deciso di entrare in tackle, Antonio Conte se ne sta assorto nei propri pensieri, li elabora con quell’amabile ossessione che ha rappresentato la sua energia alla Juve, all’Inter, al Chelsea, al Tottenham, in Nazionale, in quelle 751 panchine piene di lui. Napoli-Inter sta per iniziare e tutto diventa energia. C’è una vita con Anguissa e ce n’è una diversa senza quel fantastico esemplare che sa essere unico nel suo genere: e non essendoci in giro, a Castel Volturno, una versione simile serve un intervento per arginare l’emergenza e disorientare la capolista. La difesa a tre è una scelta, sposta il tema tattico rispetto alla gara d’andata su espressioni alternative, ed è comunque un segnale.

Poi, c’è l’intepretazione, la dimensione tecnica, il pensiero (quasi) inedito.  Il Napoli può provare a non staccarsi nettamente da se stesso, 3-5-2 con Billing a fare qualcosa nelle zone di appartenenza di Anguissa: le gambe lunghe, il passo, i centimetri, le seconde palle, il dominio sui corner e sulle punizioni laterali, le incursioni per accompagnare le punte, sapendo che il danese ha meno profondità. Oppure può decidere di intervenire, sul palleggio, che con Gilmour al fianco di Lobotka ma da interno e non da secondo play statico, darebbe maggior padronanza nel possesso, permetterebbe di dirottare uno dei centrali su Calhanoglu, sposterebbe la gara pure su parametri mai accarezzati da un allenatore che nel suo curriculum ha di tutto, tre scudetti con la Juve, uno con l’Inter, una Premier, e una serie di Coppe che hanno spinto ADL a puntare su di lui, con il triennale da sei milioni (e bonus) riservato ad un top coach.

C’è un Napoli che finirà per essere poco lontano da quello di Como, e quel poco sarebbe poi parecchio: l’Inter in mezzo al campo non ha così tanti centimetri, volendo è una tentazione rinunciare a Billing ed orientarsi verso Gilmour, ma questo è il capitolo che riguarda le varie e le eventuali in un week-end lunghissimo, mai vuoto di annotazioni, di riflessioni, semmai pure di ripensamenti che rientrano nelle regole dell’attesa. Per la fisicità, i conti tornano: il Napoli va a saltare nelle due aree con una batteria di corazzieri (Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno, McTominay e Lukaku e, quando ci sono, pure Olivera e Anguissa), smarrirne qualcuno toglierebbe opzioni in un senso ma ne concederebbe nell’altro, quello della rapidità di calcio e di pensiero che appartengono a Gilmour e anche a Raspadori, destinato a stare alle spalle del centravanti belga o al suo fianco, semmai a sporcare le prime giocate del regista interista. C’è un’enciclopedia di variabili, nel laboratorio: cose da Conte, in sintesi.

Fonte: gazzetta.it