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Da eroe a comprimario, cosa succede a McTominay al Napoli: tra il dilemma del ruolo e le soluzioni di Conte

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Dottor Scott si è lentamente trasformato in Mister McTominay. Nel senso che dello Scott McTominay della scorsa stagione, quello che si laureava campione d'Italia e miglior giocatore della Serie A, fin qui quasi non c'è stato traccia.

Lo scozzese del Napoli è uno dei dilemmi di questo avvio di stagione. Sembrava esserlo anche Kevin De Bruyne, ma la prestazione monstre dell'ex City contro lo Sporting ha messo tutti a tacere. Esattamente mentre il compagno cercava faticosamente, ma inutilmente, una via d'uscita dal periodo negativo.

Perché di questo, in attesa di smentite, si deve parlare: di un periodo negativo. Con qualche eccezione, come l'esordio in campionato - con goal - in casa del Sassuolo e la trasferta di Firenze di metà settembre. Ma sono state, appunto, eccezioni.

NUMERI NON DISSIMILI

Guardando ai numeri duri e puri, peraltro, tutta questa differenza sembrerebbe non notarsi. Nel senso che, almeno da questo punto di vista, il rendimento di McTominay nel 2025/2026 non è così dissimile a quello del 2024/2025.

Arrivato agli sgoccioli della finestra estiva 2024 dal Manchester United, il centrocampista scozzese ha esordito nel finale a Cagliari e poi è stato gettato nella mischia da Conte in un big match da far tremare i polsi: contro la Juventus, in casa sua, già la settimana successiva. Non ha segnato, è finita 0-0, e in effetti i numeri non sono stati stupefacenti neppure nelle partite successive.

Nelle prime sette uscite con la maglia del Napoli, di cui sei in campionato e una in Coppa Italia, McTominay ha collezionato due reti e altrettanti assist; 12 mesi dopo, è a uno e uno rispettivamente. Ma naturalmente non è questo il punto focale del discorso.

PRESTAZIONI OPACHE

Il punto è che McTominay sembra l'ombra del giocatore dominante che nella scorsa stagione ha fatto la differenza per il Napoli. E ciò si è notato chiaramente anche nelle ultime due occasioni in cui i campioni d'Italia in carica sono scesi in campo, prima contro il Milan e poi contro lo Sporting.

Da eroe, insomma, McTominay è diventato una sorta di comprimario nel Napoli. Anche se la partenza era stata buona, con quel colpo di testa vincente al Mapei Stadium per aprire il tabellino contro il Sassuolo e ricominciare come aveva finito: segnando. Poi ecco le difficoltà: non bene contro il Cagliari, molto meglio contro la Fiorentina in una serata collettivamente di gloria, discreto contro il Pisa con il plus dell'assist per il 3-1 di Lucca.

A Milano McTominay è stato ben contenuto, con lo Sporting pure. Mercoledì i 5 in pagella si sono sprecati, la bocciatura è stata unanime. Proprio nella serata in cui è sbocciato il "gemello" De Bruyne.

LA QUESTIONE DEL RUOLO

Se n'è già parlato e già se ne parlerà, ma la questione del ruolo sta incidendo profondamente nella limitazione di McTominay. Scott sta giocando più largo a sinistra nel nuovo 4-1-4-1 del Napoli rispetto a quanto fatto per quasi tutta la scorsa stagione, senza la possibilità di inserirsi tra le linee e con una posizione maggiormente defilata rispetto a quella di De Bruyne.

Antonio Conte ha pensato a questa soluzione proprio per far convivere il belga e lo scozzese, ma anche Anguissa e Lobotka. Tre intoccabili dell'anno dello Scudetto più un fuoriclasse arrivato a irrobustire la rosa. I risultati gli stanno dando ragione, visto che il Napoli è pur sempre primo in Serie A nonostante la sconfitta col Milan e in Champions League è in piena corsa. Ma il dilemma rimane.

"Penso che abbiamo due opzioni - ha detto Conte dopo lo Sporting - secondo me dobbiamo continuare sulla strada del 4-1-4-1, abbiamo ampi margini di miglioramento, ma possiamo giocare col 4-3-3. Però ci deve essere sempre grande equilibrio. La strada è tracciata a prescindere, con quattro centrocampisti il nostro gioco può essere ancora più dominante, però l'uno contro uno ce l'abbiamo solo da una parte (a destra con Politano, ndr). U anno di lavoro alle spalle mi aiuta a fare sia una cosa che l’altra".

QUALI SOLUZIONI PER CONTE?

L'alternativa è scontata: il ritorno al 4-3-3. Dunque con uno solo tra McTominay e De Bruyne, a meno che Conte non opti per una soluzione meno equilibrata e più audace lasciando in campo entrambi e mandando in panchina Anguissa. Ma tutto ciò non sarà immediato. E soprattutto, almeno nella testa di Conte, non sarà stabile.

Il ritorno al tridente aprirebbe nuovi scenari per David Neres, pure lui importantissimo lo scorso anno. Il brasiliano è entrato bene col Milan, solo discretamente con lo Sporting. Gli infortuni sembrano averlo abbandonato, ma gli spazi si sono improvvisamente chiusi: l'arrivo di De Bruyne ha stravolto ogni concezione tattica.

Meno semplice pensare a un Noa Lang capace di scalare nell'immediato le gerarchie partenopee. L'ex PSV sta racimolando qualche minuto di partita in partita, ma è ancora lontano da un possibile undici titolare. Nel quale, al momento, ci sono sia De Bruyne che McTominay. Con una quadra ancora da trovare completamente.