Il turco ritrova la squadra che lo portò in Italia ma con cui non riuscì a esprimere un talento esploso solamente con l’Inter.
Uno dei volti in copertina del derby di Milano è, da anni, quello di Hakan Calhanoglu. Un tempo, ormai antico, col Milan, mentre da anni è una delle colonne dell’Inter.
Il suo passaggio, da una sponda della città meneghina all’altra, ne ha segnato la carriera, creando uno spartiacque evidente che lo ha portato ad essere uno dei centrocampisti più forti d’Europa.
Il suo duello con Modric sarà una delle chiavi della partita, ma come ha fatto l’ex Leverkusen e Amburgo a migliorare tanto col cambio maglia?
Iniziamo col dire che, la versione milanista di Calhanoglu vedeva un calciatore ancora, forse, acerbo impiegato fuori ruolo. O meglio, in una posizione che evidentemente non ne esaltava le caratteristiche: a Milanello, infatti, il turco arrivò con l’etichetta di trequartista. E nei primi anni fu lì che venne schierato, o dietro la punta nel 4-2-3-1 o addirittura come ala nel 4-3-3.
Il rendimento vide alti e bassi, con un rapporto di Odi et amo che fu la logica conseguenza con l’ambiente Milan
Col Milan il centrocampista ha giocato 172 presenze, segnando 32 goal e fornendo 48 assist. Un bottino, comunque, tutto sommato importante, soprattutto nelle ultime due annate, quando, con l’arrivo di Stefano Pioli, il classe 1994 inizio a spostarsi dalla trequarti al centrocampo, dando i primi ottimi segnali nella seconda parte del 2019/20, in cui segnò 6 reti e fornì 8 assist nelle ultime 11 giornate di campionato.
La trasformazione definitiva, comunque, si ebbe col passaggio all’Inter. Al termine nell’annata 2020/21, con il Milan riportato in Champions League, il turco decise di cambiare sponda di Milano firmando con l’Inter da svincolato.
Un passaggio che cambiò anche la sua posizione in campo, dal momento che Calha passò in una squadra che giocava col 3-5-2 e con Brozovic in mediana. Inizialmente fu “incastrato” come mezzala, ma poi, complice l’addio del croato, fu lui a prendersi il ruolo di play, esaltando la sua tecnica e la sua capacità di palleggio e diventando il giocatore che oggi è determinante per l’Inter.
Uno switch anche mentale: in nerazzurro è cresciuto decisamente anche in termini di carisma e leadership.
Dal momento del suo addio, complici anche alcune parole non troppo dolci nei confronti del suo ex club, quella fra Calhanoglu e il Milan è stata sempre una sfida dall’alta temperatura emotiva. E il turco, spesso e volentieri, contro i rossoneri è stato decisivo: in 16 derby da nerazzurro, ha segnato 2 volte e fornito 4 assist, vincendo 7 volte.