Tra Irlanda e Scozia ci sono 800 chilometri, poco più della distanza che separa Milano da Roma. Sarà forse anche per questo che Evan Ferguson è tornato a fare quello che gli riesce spesso con la nazionale ma decisamente poco in Italia. Una doppietta da bomber di razza: prima il gol di rapina su cross di Celik poi la doppietta con un movimento e un tiro imprendibile che ricordava il Ferguson di qualche anno fa. Quello che valeva quasi 60 milioni di sterline e che aveva fatto scomodare paragoni con gente del calibro di Alan Shearer e Bobo Vieri. Una doppietta che l’ha fatto entrare nella storia visto che è il primo irlandese a siglare due reti con un club italiano in una competizione europea. Superati in un colpo solo sia Robbie Keane che Liam Brady.
Il ragazzo di Bettystown ha vissuto una notte da sogno contro il Celtic dopo mesi di amarezze e sui social ha festeggiato con un post provocatorio: le faccine con la bocca cucita e la canzone “Do not disturb” di Drake. Una risposta ai critici, un po’ come accaduto dopo il gol alla Cremonese. Ma il suo futuro non è cambiato in una sera. La Roma, infatti, lo ha valutato in questo scorcio di stagione e sembra comunque orientata ad interrompere in anticipo il prestito col Brighton visto che anche il club inglese avrebbe necessità di un arrivo in attacco a causa del grave infortunio di Tzimas. Ovviamente sul mercato le cose possono cambiare in fretta e se Ferguon dovesse confermarsi con Como, Juve e Genoa allora il panorama potrebbe essere diverso. Quello che non cambia è la voglia di Gasperini di avere altri rinforzi nel reparto offensivo (e non solo). Il tecnico lo ha ribadito ieri dopo lo 0-3 del Celtic Park con parole abbastanza eloquenti: “Il mercato di gennaio sarà molto importante per trovare le condizioni per migliorarsi. La Roma non può stare ferma e ha bisogno di migliorarsi, se stiamo fermi rischiamo di perdere un’occasione. Io del mercato ne ho parlato a luglio e ad agosto, poi ne parlerò a gennaio”. L’obiettivo è fissato sempre su Zirkzee.
Quello di Ferguson ora è provare a far cambiare idea alla Roma o al massimo lasciare qualche rimpianto. L’attaccante, 21 anni, era stato accolto da un bagno di folla a Ciampino a metà luglio e nelle amichevoli estive aveva strappato a Dovbyk il posto da titolare. Segnali importanti percepiti anche contro Bologna e Pisa nelle prime due giornate. Poi il crollo, anche fisico. Prima qualche chilo di troppo (preso soprattutto durante i ritiri con la nazionale) che gli è costato il soprannome di “cicciobello”. Poi i problemi alla caviglia e quella frase di Gasp abbastanza emblematica: “Ieri gli ho visto fare il primo allenamento vero”. Peccato fossimo già al 25 ottobre. Oltre che sul digiuno da gol, infatti, le critiche si concentravano soprattutto sullo stato fisico dell’attaccante. Anche l’ambientamento in Italia è stato difficile tanto che le poche uscite pubbliche si sono concentrate nei pub irlandesi della capitale.
Nostalgia di casa? Forse. Di certo Evan ha avuto difficoltà anche a livello tattico contro le squadre italiane come d’altronde era capitato a tanti britannici prima di lui. “L’allenamento è molto diverso rispetto all’Inghilterra. Ti alleni di più ed è molto più intenso - disse l’attaccante in un’intervista -. In Italia i giorni di riposo sono molto rari, è quasi una festa quando hai un giorno libero. A livello tattico giocano quasi tutti a uomo, per me è più difficile”. Fatto sta che Ferguson è finito spesso in panchina, ma di chance per invertire la rotta ne ha avute parecchie. Quella di ieri l’ha sfruttata alla grande, ma potrebbe essere troppo tardi.