All’inizio passò da un ramo all’altro del lago, lui che è nato a Lecco e che le prime corse dietro a un pallone le ha iniziate al Como. Poi la maturità alla Sampdoria con Boskov e Mancini, prima di vivere un bel pezzo dell’epopea napoletana di Maradona. Ma le vibrazioni più forti racconta di averle vissute sotto la Maratona, sul colle di Superga, in quel tuffo in un granata intenso disteso lungo quattro anni, di cui due da capitano. E allora, zero dubbi: Torino-Como di domani evoca la "convocazione" di Luca Fusi. Se la gioca a tutto campo con 24 ore di anticipo, prima di accomodarsi in tribuna: domani, per l’occasione, tornerà allo stadio Olimpico.
Fusi, che sensazione ha lasciato il Toro nel derby?
"Ha dimostrato di essere in crescita, è una squadra che sta entrando in sintonia con l’allenatore Baroni: sta fornendo delle buone prestazioni".
Che avversario sarà il Como per i granata?
"Di certo è in salute, vive di grande entusiasmo: è ostico da affrontare. Finora è la squadra che ha più sorpreso giocando un calcio piacevole: colpisce per l’aggressività, è l’impronta data da Fabregas".
Al Toro il primo obiettivo di Baroni è stato costruire una squadra solida. Nessun gol preso contro Roma, Napoli, Bologna e Juve: a che punto è?
"A buon punto: contro le grandi si può impostare una gara un po’ diversa, quindi le indicazioni di Baroni sono state recepite benissimo. Ora c’è da fare uno scatto in più contro le squadre meno blasonate, contro le quali ti devi scoprire un po’ di più e allo stesso tempo essere pronto a non subire un contropiede. Sono sicuro che il mister ci riuscirà".
Com’è il centrocampo di Baroni visto con gli occhi di un doppio ex come lei?
"È un reparto ben assortito, ha sia uomini di qualità che di corsa. È normale che all’inizio c’è qualche difficoltà ma è una mediana importante: sta acquisendo conoscenze. È una base ben solida".
Mezzala o trequartista: dove metterebbe Vlasic?
"Lui appartiene a quella categoria di giocatori che possono decidere una partita, in virtù della capacità innata di cercare la migliore posizione durante la gara. Vlasic mi ricorda il mio Martin Vazquez, nel senso che non devi dargli un ruolo definito ma va lasciato libero di andare dove vuole. Ora gli servirebbe un gol: ci sta andando vicino, partecipa a quelli dei compagni. Magari si sblocca domani...".
Il gioco del Como che opportunità offrirà?
"Sarà una partita da gustare, contro un avversario bello da affrontare che, sicuramente, all’inizio sarà aggressivo. Dopo concederà degli spazi e lì uno come Vlasic potrà fare male. Sarà uno spettacolo".
Come inquadra il processo di crescita di Casadei?
"È giovane, gli alti e bassi sono normali. Diventerà determinante per il Toro e per l’Italia del futuro".
Al Como tutto ruota intorno a Nico Paz?
"Attenti anche agli altri perché il Como è stato costruito bene da Fabregas. Poi c’è Paz, una stella che brilla: in certi momenti risolve con giocate da fuoriclasse. Sarà un gran bel duello con Vlasic".
Senza Simeone il Toro come la quadra in attacco?
"Non è facile, perché il Cholito ha incarnato lo spirito di un giocatore da Toro: ha fatto fare un bel salto a tutti, lui trascinava la squadra. Baroni ha valide alternative: Adams, Ngonge, Aboukhlal, Zapata sono ottimi giocatori. Dovranno, però, trovare il supporto dei centrocampisti e della squadra".
C’è un Fusi nel Toro di oggi? Ad esempio, per il suo senso tattico, c’è somiglianza con Asllani?
"Eh… ma Asllani ha più qualità di me e ha più tiro. Però per la capacità che ha di trovarsi nel posto giusto nella situazione giusta in fase difensiva un po’ si avvicina alle mie caratteristiche".
Qual è il giocatore che l’ha sorpresa di più?
"Metto in cima Simeone. Tolto lui, dico Paleari: nessuno se l’aspettava. Ha risposto molto bene".
E da chi, invece, si aspetta qualcosa in più?
"Penso che questo dovrà essere il mese di Zapata: ci aspettiamo il risveglio del capitano ora che non c’è Simeone. Se migliora velocemente la condizione atletica, farà fare al Toro un altro salto di qualità. Il Toro ha bisogno di lui, sono certo che Duvan avrà voglia di dimostrare di avere ancora molto da dare. Credo che anche lui abbia capito di essere in debito con la squadra, con i tifosi e con la proprietà che gli ha rinnovato il contratto da infortunato".
Baroni-Fabregas sono due tecnici così diversi: sarà un bel duello anche in panchina?
"Mister Baroni è tranquillo, sereno, sa che con il suo modo di fare e di gesticolare dà indicazioni incisive. Fabregas ha più bisogno di correre avanti e indietro. Parliamo di due tecnici ricchi di idee".
Dunque, domani alle 18.30 che cosa farà?
"Sarò allo stadio, rispondo presente! Questa non si puo’ perdere: i miei quattro anni al Toro sono stati indimenticabili, il Como mi ha lanciato nel grande calcio. E le dico... il mio cuore è rimasto del Toro".
Qual è il suo ricordo granata più emozionante?
"Il 4 maggio a Superga quando, da capitano, ho letto i nomi dei Caduti. È un brivido incancellabile. Ci ripenso, ancora oggi mi viene la pelle d’oca".