Sì, vedere Rasmus Hojlund subito titolare nell'anticipo di sabato sera tra Fiorentina e Napoli è stata una discreta sorpresa. Ma è una sorpresa che, evidentemente, è stata ben ponderata da Antonio Conte nelle ore precedenti.
Hojlund non ha solo giocato: ha anche segnato. Ci ha messo 14 minuti, dopo il rigore vincente di De Bruyne, per scappare verso la porta sullo splendido assist in profondità di Spinazzola e battere De Gea a tu per tu con l'ex portiere del Manchester United.
La scelta di Conte, insomma, si è rivelata col senno di poi azzeccatissima. Così come si è rivelata corretta la scelta della società di puntare su Hojlund, fuori dai piani dello United, per sopperire all'assenza dell'infortunato Lukaku.
Le gerarchie dell'attacco del Napoli, insomma, sembrano essere già chiare. Con buona pace di Lorenzo Lucca , che sperava di essere il vero vice Lukaku e che si ritrova invece già costretto a rincorrere.
Lucca, del resto, non ha pienamente convinto nelle prime uscite ufficiali del Napoli. In casa del Sassuolo si è dato da fare, ma senza diventare il protagonista di una partita decisa dalle reti di altri: McTominay prima, De Bruyne poi.
L'ex centravanti dell'Udinese ha oscillato tra il 5,5 e 6 al Mapei Stadium, poi si è fatto inglobare dalla difesa del Cagliari alla seconda giornata: lì sì la sua valutazione è stata considerata insufficiente in maniera unanime.
Conte sembrava orientato a confermarlo a Firenze per diversi motivi: Hojlund era appena arrivato, non si era mai allenato coi nuovi compagni complici gli impegni con la Danimarca, e inoltre al Manchester United non era mai sceso in campo in gare ufficiali in questa stagione. Tre indizi che, al contrario, non hanno fatto una prova.
Che Conte abbia accolto con entusiasmo l'arrivo all'ultimo giorno di Hojlund, una volta constatata l'impossibilità di avere a disposizione Lukaku per le prossime settimane, è testimoniato dalle parole dello stesso allenatore del Napoli dopo la gara contro la Fiorentina.
“Hojlund è un ragazzo di ventidue anni, lo abbiamo preso dal Manchester United visto che la cosa ha portato bene con McTominay - ha sorriso parlando con Sky - A parte gli scherzi conoscevamo le sue doti, ha un potenziale importante e può ancora crescere e migliorare. E’ da poco con noi, ma si vede che è un ragazzo che ha buonissime prospettive”.
Conte ha poi aggiunto che "serve anche uno che tenga palla ed è quello che fanno un po’ tutti gli attaccanti forti per le squadre che vogliono dominare le partite" , spiegando che "bisogna cercare di attaccare gli spazi". Cosa che Hojlund al Franchi ha fatto più volte.
Alle porte, ora, c'è Manchester City-Napoli . Ovvero il primo impegno di entrambe nel girone unico della Champions League. Ma anche una notte che sa tanto di derby per Hojlund, che il City lo ha sfidato per due stagioni con la casacca rossa del Manchester United.
Il problema è principalmente uno: il tabù che lega Hojlund all'avversaria di giovedì sera. Nel senso che l'ex atalantino non è mai riuscito a segnare al Manchester City nel corso della propria esperienza in Premier League, più breve e meno soddisfacente di quanto lui stesso avrebbe desiderato.
A livello di risultati non è nemmeno andata malissimo, considerando il divario che da anni esiste tra le due di Manchester e che domenica è stato confermato dal 3-0 della squadra di Guardiola su quella di Amorim: Hojlund ha sfidato il City quattro volte, vincendo in due occasioni e completando il tutto con un pareggio e una sola sconfitta. Non solo: nel maggio 2024 c'era anche lui, seppur da subentrato, nella finale-derby di FA Cup vinta dai Red Devils a Wembley.
In quattro partite, come detto, Hojlund non è però mai riuscito a lasciare il segno dal punto di vista realizzativo. Una maledizione che il danese proverà a sfatare tra tre giorni, di nuovo dall'inizio e non dalla panchina: stavolta i dubbi, rispetto a Firenze, praticamente non esistono.
Sarà poi interessante capire, ma questo è un discorso che il Napoli dovrà affrontare in un secondo momento, come Conte gestirà l'improvviso affollamento del proprio attacco. Come, cioè, maneggerà - con cura - la coesistenza in rosa di Lukaku, Hojlund e Lucca .
Ci si penserà, come detto. E se è vero che pensare a un Lukaku riserva nel Napoli è un esercizio mentale complicato, oggi lo è altrettanto pensare che Hojlund perda il posto che si è conquistato immediatamente dopo il proprio arrivo. Sperando che il tabù Manchester City si trasformi in una liberazione: ne gioverebbe tutta la squadra.