A poche ore dalla partita di Europa League tra Maccabi Tel Aviv, unico club israeliano rimasto in gioco nelle competizioni continentali, e Dinamo Zagabria, la FIFA ha confermato che la Nazionale israeliana guidata da Ben Shimon potrà ancora giocare le qualificazioni Mondiali e dunque scendere in campo contro Norvegia e Italia nel mese di ottobre. Il discorso relativo al Maccabi, però, rimane ancora in piedi in virtù dell'appartenenza all'UEFA, che secondo indiscrezioni potrebbe votare per l'esclusione del club nella prossima riunione straordinaria possibile dopo la pressioni delle Nazioni unite.
Nonostante il genocidio in atto a Gaza, dunque, Norvegia-Israele e Italia-Israele si giocheranno durante la prossima sosta di metà ottobre, ma il Maccabi Tel Aviv rimane 'appeso' e in dubbio per la terza partita di Europa League contro il Midtjylland così come le altre cinque del girone. Qualora non vengano effettivamente organizzate riunioni UEFA straordinarie prima di quella già fissata a dicembre, il club israeliano giocherà il resto del gruppo almeno fino al sesto turno, visto il settimo e l'ottavo previsti nel 2026.
Il Maccabi è così scesa in campo per la seconda partita contro la Dinamo Zagabria in un clima surreale, in cui è arrivata una sconfitta in rimonta, subita nel giro di quattro minuti (Lisica e Ljubicic, autore anche del tris, hanno ribaltato il goal di Abu Farhi tra il 16' e il 19'). Il 3-1 finale non è maturato in Israele, ma bensì in Serbia, sede della partite interne degli uomini di Zarko Lazatic, allenatore locale.
La citta di Backa Topola ospita le partite interne di Israele, che da anni non gioca a Tel Aviv in virtù della situazione geopolitica. Situata nella provincia di Voivodina, il club che presta l'impianto al Maccabi milita nel massimo campionato locale in una situazione di metà classifica.
La Serbia ha scelto di ospitare il Maccabi Tel Aviv per le partite di qualificazione europee e dunque per il girone unico. Ma per quale motivo?
Marko Begovic, professore associato di gestione dello sport l'Università di Molde in Norvegia e autore del libro "Sports Policy and Politics in the Western Balkans" ha spiegato al sito DW che sono tre tre motivi per cui la Serbia ha scelto di permettere al Maccabi di utilizzare lo stadio di Backa Topola, inaugurato nel 2021 giudicato un gioiellino da 4.500 posti.
"In luogo primo la Serbia intrattiene relazioni diplomatiche stabili con Israele e vanta una tradizione di cooperazione che rende l'accordo politicamente sostenibile" spiega Begovic.
"In secondo luogo, la Serbia mantiene una relativa neutralità, esercitando un'ambiguità politica in queste conflitti in Russia e Medio Oriente. In terzo luogo, la Serbia ha le infrastrutture".
Alla TSC Arena gioca il FK TSC, una squadra serba che sembra essere in realtà ungherese. La città di Backa Topola è situata a soli 50 km dal confine e conta 185.000 persone di etnia ungherese. Viktor Orban, Premier dell'Ungheria, sostiene da anni il club.
Orban, infatti, ha da tempo investito ingenti somme di denaro modernizzando le infrastrutture, tanto che il Backa Topola è anche riuscito ad arrivare secondo davanti al Partizan, seppur sempre dietro alla Stella Rossa.
Il FK TSC, per bocca del presidente Janos Zsemberi, ammette tranquillamente quanto Obran e l'Ungheria siano fondamentali per il club:
“Questo è un club serbo aiutato dagli ungheresi a raggiungere il livello in cui siamo ora. Il governo ci ha aiutato e abbiamo il loro sostegno grazie alla comunità ungherese che vive qui e nelle vicinanze. Ma siamo un club serbo".
In occasione della partita tra Maccabi e Dinamo, la UEFA ha annunciato che i biglietti per gli ospiti non sarebbero stati messi in vendita.
Vuoi per le proteste anti Israele e pro Palestina con cui ovviamente il Maccabi Tel Aviv deve fare i conti in ogni sua gara europea, vuoi per il passato tra Croazia e Serbia, la UEFA ha vietato la vendita dei tagliandi:
"A seguito delle indicazioni fornite dalle autorità competenti, nonché di un’approfondita valutazione dei rischi e a seguito delle consultazioni con le parti interessate, la UEFA ha disposto che, in occasione della partita di UEFA Europa League tra Maccabi Tel-Aviv e GNK Dinamo, in programma il 2 ottobre a Bačka Topola (Serbia), non vengano messi in vendita biglietti destinati ai tifosi della GNK Dinamo".
In questo modo la TSC Arena non ha ospitato i tifosi ospiti e nemmeno quelli del Maccabi in tre dei quattro settori, con poche presenze solamente in tribuna. Un clima surreale, silenzioso e vuoto a seguito della conferma del club di Tel Aviv anche per la seconda partita del girone.
A ottobre il Maccabi Tel Aviv, sempre in teoria considerando il genocidio e le pressioni di sempre più organizzazioni internazionali, giocherà in Europa League un'altra partita, nuovamente alla TSC Arena contro il Midtjylland, per poi scendere in campo a novembre nel Regno Unito contro l'Aston Villa, in quel di Birmingham.
La sfida contro il team di Emery del 6 novembre vedrà UEFA e istituzioni inglesi in allerta, visto e considerando come i tifosi inglesi, e non solo quelli del Villa, protesteranno in maniera veemente per l'arrivo del Maccabi Tel Aviv.
Diverse tifoserie hanno accolto i club israeliani (ovvero il Maccabi Tel Aviv e le eliminate Beer Sheva, Haifa e Beitar) con richieste di esclusione al pari di proteste pacifiche, bandiere palestinesi, cori e striscioni inneggianti a Gaza.
A Birmingham un nuovo capitolo della protesta, in attesa di capire se l'UEFA si pronuncerà per l'esclusione del Maccabi entro inizio novembre.