La sfida di sabato tra Juventus e Inter segna un momento cruciale per Cristian Chivu, al primo vero esame da quando siede sulla panchina nerazzurra.
Dopo il debutto travolgente contro il Torino, vinto 5-0, e la deludente sconfitta casalinga contro l’Udinese per 1-2, il tecnico rumeno affronta un crocevia che può pesare sul futuro della stagione e sulla sua stessa credibilità.
La posta in palio è alta: un ko porterebbe i bianconeri a +6 e complicherebbe la rincorsa, soprattutto se Napoli e Roma dovessero ottenere successi nei rispettivi impegni.
Il Derby d’Italia non è mai una partita qualunque, ma questa volta assume contorni particolari, perché un passo falso allo Stadium rischierebbe di incrinare già in avvio il progetto tecnico di Chivu.
Il rendimento dell’Inter negli scontri di alta classifica rappresenta un campanello d’allarme.
Due stagioni fa, sotto la guida di Simone Inzaghi, i nerazzurri avevano costruito un percorso quasi impeccabile, imponendosi nei derby col Milan e raccogliendo 40 punti complessivi contro le dirette rivali, senza mai perdere.
Al contrario, nell’ultimo campionato lo scenario è cambiato drasticamente: le vittorie si sono limitate alle sfide con Atalanta, Lazio, Roma e Fiorentina, mentre le sconfitte sono salite a quattro, dimezzando i punti raccolti nei big match e facilitando la corsa del Napoli di Antonio Conte verso lo Scudetto.
Cristian Chivu è stato accolto con fiducia tiepida, consapevoli delle difficoltà che comporta guidare una delle panchine più esigenti della Serie A.
L’inizio con il Parma, in appena tredici partite, aveva offerto segnali incoraggianti: vittorie contro Bologna, Juventus e Atalanta e pareggi di prestigio con Napoli, Fiorentina, Lazio e Inter.
Proprio contro i bianconeri di Tudor, Chivu aveva già colto un successo, 1-0 con goal di Pellegrino.
Sabato, però, si tratterà di una trasferta in uno degli stadi più ostici per l’Inter.
Il terreno dell’Allianz Stadium resta un tabù: nelle ultime dieci sfide a Torino i nerazzurri hanno racimolato soltanto cinque punti su trenta disponibili.
Una tradizione negativa che pesa come un macigno e che aggiunge pressione a una sfida già determinante.
A complicare il quadro ci sono anche le condizioni non ottimali di alcuni big: Bastoni non ha convinto in nazionale, Barella e Dimarco sono apparsi sottotono e Calhanoglu, contro l’Udinese, non è riuscito a incidere come previsto.
Il Derby d’Italia rappresenta più di una semplice partita di cartello: è un test di maturità per la squadra e per il giovane tecnico.
Non basterà affidarsi alla spinta offensiva, ma servirà equilibrio tattico, coesione di gruppo e disciplina in ogni reparto.
Ogni scelta di Chivu, dalla gestione dei centrocampisti alla disposizione delle punte, sarà fondamentale per affrontare un avversario che storicamente mette in difficoltà l’Inter.
La partita di Torino diventa un indicatore chiave per il futuro nerazzurro. Una vittoria rilancerebbe entusiasmo e convinzione, rafforzando la posizione del tecnico e la compattezza della squadra.
Al contrario, una sconfitta rischierebbe di aprire crepe pericolose, trasformando le prime settimane della nuova era interista in un percorso già accidentato. Juventus-Inter sarà dunque un crocevia capace di segnare la rotta della stagione.