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La Fiorentina delude ancora: il mercato non ha aiutato, ma Kean e Pioli devono svoltare

GOAL

Una pioggia di fischi dagli spalti e, cosa ancora peggiore, la seconda sconfitta interna consecutiva. Probabilmente è presto per parlare di crisi, ma in casa Fiorentina, dopo la sfida con il Como, oltre alla contestazione deve essere anche essere scattato un campanello d’allarme.

Quello che è certo è che la compagine viola si era presentata ai blocchi di partenza del campionato con ambizioni importanti ed ora, dopo appena quattro giornate, rischia di dover già rivedere i suoi piani.

Sì perché sono appena due i punti messi in cascina ma forse, più che la classifica, in questo momento a preoccupare Pioli dovrebbero essere le prestazioni della sua squadra.

All’ex tecnico del Milan era stato richiesto quel salto di qualità che per ora non si è visto. La Fiorentina non solo non sta rispettando le aspettative, ma sin qui ha deluso sotto quasi tutti i punti di vista.

IL MERCATO NON STA DANDO I SUOI FRUTTI

Alla chiusura della sessione estiva, sono stati in molti a vedere nella Fiorentina una delle regine del mercato in Italia.

La proprietà ha investito moltissimo per rinnovare la sua rosa e per trattenere i giocatori migliori ma, sin qui, il lavoro svolto dalla dirigenza non ha dato i frutti sperati.

Nessuno dei nuovi arrivati ha di fatto dato quella scintilla che era lecito attendersi. Non ci è riuscito Piccoli, un colpo da oltre 25 milioni che è ancora in attesa del suo primo goal stagione, non ce l’ha fatta Sohm, che ad oggi è una sorta di oggetto misterioso in mediana, ma non meglio hanno fatto nemmeno i vari Fazzini, Lamptey (infortunatosi contro il Como), Viti, Nicolussi Caviglia.

La sensazione è quella che siano arrivati tanti giocatori, ma nessuno con quella personalità necessaria per far fare un netto salto di qualità alla squadra. La cosa non è riuscita nemmeno a Dzeko, un campione dal grande curriculum e dalla esperienza infinita che, alla soglia dei 40 anni, sembra ora relegato al ruolo di semplice alternativa in attacco. 

IN ATTESA DEL VERO KEAN

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Per molti il vero colpo di mercato messo a segno dalla Fiorentina è stato il riuscire a trattenere Moise Kean. 

Era reduce da una stagione da 25 reti in 44 partite complessive che lo avevano riportato non solo nel giro della Nazionale, ma anche nel mirino di diversi club.

Kean, in maglia viola, è riuscito a tirare fuori il meglio del suo calcio dopo anni di attesa, imponendosi come uno dei migliori attaccanti dell’intero panorama calcistico europeo. Un gioiello dal quale non poter prescindere e trattenuto a Firenze non solo da un nuovo e più ricco contratto, ma anche da un feeling con l’ambiente gigliato che certamente lo ha aiutato a rilanciarsi ad alti livelli.

Kean doveva e deve essere il vero trascinatore della Fiorentina, l’uomo sulle cui spalle far gravare l’intero peso del reparto offensivo, ma i fatti dicono che sin qui non solo non è ancora riuscito a trovare il goal in stagione, ma nemmeno a fornire prestazioni vicine a quelle alle quali aveva abituato in riva all’Arno.

Pioli lo ha spesso schierato vicino ad un’altra punta di ruolo, Piccoli soprattutto, ma l’attacco pesante sin qui ha sparato a salve. Nella scorsa stagione il gioco di Palladino, che giocava con una squadra più bassa, favoriva la sua corsa e la sua esplosività, il nuovo sistema invece non sembra favorirlo.

La Fiorentina avrà bisogno del miglior Kean per dare un senso diverso a questa prima parte di stagione. 

UN MODULO ANCORA DA TROVARE

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Stefano Pioli ha iniziato la stagione puntando sulla difesa a tre. Questa la base di partenza, poi a centrocampo e in attacco spesso ha cambiato, sfruttando soprattutto la duttilità dei vari Fazzini, Ndour e Gudmunsson.

L’ex tecnico del Milan ha dunque deciso di proseguire sul solo tracciato dal predecessore Palladino, ma proponendo un calcio meno attendista e, la cosa, fin qui non lo ha certo premiato.

La Fiorentina segna poco (tre goal in quattro partite di campionato) e subisce molto (già sei le reti incassate, solo il Lecce con otto ha fatto peggio). Numeri che sono frutto di prestazioni che quasi mai sono state all’altezza delle aspettative.

Nell’ultima uscita contro il Como, il tecnico gigliato è passato ad un inedito 4-4-2 che è sembrato funzionare nel primo tempo, ma la squadra poi è letteralmente uscita dal campo nella ripresa. Nella precedente partita contro il Napoli, nei primi 70’ i gigliati non hanno praticamente visto palla, salvo poi svegliarsi nel finale quando i campioni d’Italia erano già avanti 3-0 e la pratica era di fatto ampiamente chiusa.

La Fiorentina non ha brillato nemmeno contro Cagliari e Torino, così come non ha certo fatto bene nella sfida di ritorno contro il modesto Polissya nei preliminari di Conference League (vittoria in rimonta dopo essere stata sotto di due reti).

Pioli non ha dunque trovato ancora dato un gioco alla sua squadra e non ha ancora trovato un modulo definitivo. Per come è conformata la sua rosa, che non prevede attaccanti esterni, sarà difficile per lui trovare soluzioni molto diverse da quelle fin qui adottate.

IL CALENDARIO NON AIUTA

La Fiorentina, dopo quattro turni di campionato, non è ancora riuscita a vincere una partita. Ovviamente c’è ancora tutto il tempo per recuperare e per cambiare il volto di una prima parte di stazione iniziata malissimo, ma nelle prossime settimane i viola non saranno aiutati dal calendario.

Nella prossima giornata andranno a Pisa per un derby di Serie A atteso trentaquattro anni, poi i viola ospiteranno la Roma prima della sosta. 

Alla ripresa sfideranno il Milan a San Siro, per poi accogliere il Bologna dell’ex Italiano e tornare a Milano per affrontare l’Inter.

Un filotto di partite dunque non semplice e da affrontare con mezzi diversi rispetto a quelli visti nel primi turni. La Fiorentina è chiamata a risollevarsi per non rischiare di complicare una stagione che era nata con altre premesse.