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La gara da ex contro la Lazio, il ricordo di Napoli, il futuro: Acerbi si gioca l'Inter dopo tre partite in panchina

GOAL

Francesco Acerbi non sta più giocando. E questa, per uno che nonostante i moti di protesta al momento del suo arrivo era stato un perno del ciclo inzaghiano all'Inter, è una novità bella e buona (o brutta, dal suo punto di vista).

Tre partite di fila senza alcun minuto giocato: questo recita il rendimento recente di Acerbi. Panchina dall'inizio alla fine contro la Fiorentina, poi contro il Verona, infine contro il Kairat Almaty. Senza entrare in campo neppure per gli ultimissimi scampoli di partita, magari - caso di Inter-Fiorentina - a risultato già acquisito.

Al suo posto hanno giocato altri: De Vrij, ma anche Bisseck nella posizione di centrale difensivo. Non è andata nel migliore dei modi: l'Inter qualcosa di troppo continua a concedere e raramente tiene la porta chiusa. Ed è per questo che contro la Lazio, gara sempre particolare per Acerbi, qualcosa potrebbe cambiare.

LA SERATA STORTA DI NAPOLI

Tutto è nato dalla serata storta di Napoli e dal 3-1 partenopeo sull'Inter del 25 ottobre. I nerazzurri hanno perso il big match soprattutto a causa di un secondo tempo di basso livello, dopo una prima frazione zeppa di palle goal, e Acerbi è stato il primo a finire sul banco degli imputati.

L'ex laziale si è fatto trovare fuori posizione, oppure impreparato, praticamente in ognuna delle tre azioni decisive del Napoli. Vedere per credere, ad esempio, lo sprint del tris di Anguissa. E per questo motivo è stato unanimemente indicato come il peggiore in campo, dovendo accettare una sonora bocciatura in pagella.

Da quel momento, Acerbi non ha più visto il campo. Chivu ha deciso di puntare su altri elementi in difesa e di lasciare a riposo il "Leone", senza più fargli vedere il campo nelle successive tre partite tra campionato e Champions League.

"QUALCUNO MAGARI È PIÙ INCAZZATO"

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Anche di Acerbi ha parlato Chivu nella conferenza della vigilia di Inter-Kairat, poi vinta 2-1. Il tecnico romeno ha spiegato e giustificato le proprie scelte come puramente tecniche, senza guardare in faccia nessuno, per il bene collettivo.

"La teoria per me non esiste, ma solo il campo. Tutti i 6-7 difensori sono bravi, forse Carlos Augusto è l'unico che se lo metto terzo centrale a destra fa più fatica, ma per gli altri non cambia nulla. Interpretare la difesa a tre è semplice: sono tutti bravi e dei gran palleggiatori, alti e strutturati, qualcuno è più veloce dell'altro. Le mie scelte sono sempre fatte per il bene della squadra".

Non solo: Chivu si è leggermente stizzito affermando che "adesso stiamo cercando la polemica", e ha ammesso che "qualcuno magari è più incazzato perché non ha giocato quanto si sarebbe atteso, ma le mie scelte sono sempre ragionate".

ACERBI E L'ATTEGGIAMENTO DELL'INTER

Guardando ai puri e semplici risultati, l'Inter non ha risentito minimamente dell'assenza di Acerbi: tre partite, tre vittorie. I nerazzurri sono primi in Champions League e a un passo dalla vetta occupata dal Napoli, nonostante il ko del Maradona di un paio di settimane fa. Meglio di così, teoricamente, si muore.

Solo che c'è un però. Ed è dato da una tenuta difensiva che, se contro la frastornata Fiorentina ha retto in maniera serena e tranquilla, a Verona e contro il Kairat qualche scricchiolio lo ha proposto. L'Hellas ha addirittura sognato la rimonta dopo la perla iniziale di Zielinski cedendo solo in pienissimo recupero, e pure i kazaki sono rimasti in partita fino in fondo in quella che, di fatto, è stata una delle prestazioni stagionali più molli dell'Inter.

"Io devo lavorare nel trovare la motivazione e le parole giuste che alzino il livello dell'attenzione e dell'atteggiamento - ha detto Chivu a Sky dopo la partita - Mi prendo la responsabilità e devo trovare qualcosa in più rispetto a quanto ho trovato in questi giorni per preparare la partita. Non sono riuscito a trasmettere l'atteggiamento e giocare ogni tre giorni non è una scusa, solo un dato di fatto. Potevamo e dovevamo fare meglio".

Ecco: l'atteggiamento. Qui ha peccato l'Inter, specialmente mercoledì. Ed è anche per questo che un Acerbi in più nel motore, con parecchio da dimostrare, potrebbe far comodo anche e soprattutto a livello mentale per evitare che situazioni del genere si ripetano.

GARA DA EX

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La gara in calendario, peraltro, è particolarmente sentita per Acerbi: Inter-Lazio, in programma domenica sera a San Siro. Ovvero la sfida da ex di colui che, fino a qualche anno fa, indossava proprio la maglia biancoceleste prima di tornare a Milano, stavolta in nerazzurro dopo l'esperienza al Milan.

Acerbi sarà titolare? Difficile dirlo con certezza. Però sì, a due giorni dalla partita le indicazioni lo danno finalmente in piena corsa per riprendersi il posto perduto. A fargli spazio sarebbe un altro ex come Stefan De Vrij, titolare contro il Kairat e poco attento in occasione del momentaneo 1-1 firmato da Arad all'inizio della ripresa.

E IL FUTURO?

Last but not least, la questione futuro. Inevitabile parlarne già ora, considerando come Acerbi non sia più un titolarissimo nell'Inter e come, soprattutto, il suo contratto vada a scadenza tra meno di un anno.

Il rapporto tra Acerbi e l'Inter, se nulla cambierà, si concluderà il prossimo 30 giugno. A oggi di rinnovo non si sta parlando e molto difficilmente è uno scenario che si verificherà nei prossimi mesi. Allo stato attuale delle cose, insomma, una separazione è altamente probabile.

Acerbi, del resto, compirà la bellezza di 38 anni il 10 febbraio. Va gestito, come (quasi) tutti i giocatori della sua età ancora in campo, e va pensato in tutti i sensi. Anche per quanto riguarda un futuro che, come il presente, pare essere particolarmente nebuloso.