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L'Inter scopre i rinforzi. E ora c'è l'effetto mercato

Gazzetta

I ricami di Petar Sucic, l’ardore di Pio Esposito, le piroette di Luis Henrique. Piano piano il mercato entra nella vita dell’Inter. Non è tempo di trionfalismi ma di genuina curiosità. Nella partita contro il Sassuolo, Cristian Chivu ha diffuso il primo concreto segnale di transizione presentando tra i titolari tre calciatori nuovi: oltre ad Akanji, che è l’ultimo arrivato ad Appiano in ordine cronologico ma è diventato velocemente uno degli insostituibili, hanno giocato dall’inizio appunto Sucic, che era stato retrocesso in panchina nelle precedenti due, e il nuovo idolo di San Siro, Esposito, confermato dopo il robusto esordio di Amsterdam. Tre su undici, più il portiere Josep Martinez che dovrà accompagnare dolcemente Sommer fino alla fine dell’ultima stagione interista. 

La vittoria, la seconda in cinque giorni, ha restituito dignità alla classifica e dimostrato che in certi contesti anche i membri del nucleo storico possono fermarsi a guardare. La sensazione è che soprattutto Mkhitaryan faticherà a mantenere lo status di duca del centrocampo se Sucic alzerà il livello della prestazione contro avversari di grido. Finora intanto il nazionale croato, che ha solo 21 anni ed è stato comprato per 14 milioni più 2 di bonus dalla Dinamo Zagabria, si è arrampicato sulla collina degli assist vincenti a quota 2: nessun compagno finora ha fatto altrettanto e solo pochi altri colleghi della Serie A ci sono riusciti. Sucic ha visione e qualità sufficienti per crescere ancora nella specialità, perché con la palla tra i piedi ha poco da imparare. E’ immaginabile che prima o poi segni anche qualche gol, come gli è successo già in Champions League quando ancora giocava in Croazia. Semmai deve migliorare nella fase difensiva: Chivu lo ha bacchettato chiedendogli più vigore nei contrasti e più coraggio nei duelli. Ma le prospettive sembrano interessanti: tra i sette centrocampisti centrali in organico, Sucic è forse l’unico abituato a giocare di prima o a due tocchi. 

E’ piaciuta molto anche l’integrazione del cucciolo Pio, per niente intimorito dalla prima europea alla Cruijff Arena e abbastanza sfrontato anche nella notte del debutto da titolare a San Siro. In termini di efficacia, Esposito era andato meglio contro l’Ajax. Contro il Sassuolo invece, forse spinto dalla frenesia puerile di segnare, ha commesso qualche errore di troppo in area di rigore. Ma di lui l’Inter può essere molto soddisfatta. Anzi per lui Marotta e Ausilio hanno modificato le strategie estive, rinunciando a investire su un attaccante esterno e dirottando il denaro su un centrocampista. In crescita La speranza di Chivu, naturalmente, è che i 20 milioni versati al Lens per il mancino Andy Diouf si rivelino redditizi, almeno nell’area tecnica. Finora Diouf si è appena intravisto, alla prima di campionato contro il Torino, per poi affondare negli ultimi seggiolini della panchina. Intanto però è salito di tono Luis Henrique, costato 23 milioni più 2 di bonus, sfoggiando un paio di pezzi di bravura contro il Sassuolo nei minuti che gli sono stati concessi. L’Inter lo aveva ingaggiato quando ancora non sapeva se Dumfries, forte di una clausola rescissoria da 25 milioni, sarebbe rimasto ad Appiano. Ma ora può farlo entrare con calma nelle rotazioni tra campionato e Champions League. La linea della società, in assenza di partenze di peso, era esattamente questa: aggiungere al gruppo giocatori giovani che potessero garantire gradualmente il ricambio generazionale. Non è detto che la scelta sia riveli vincente ma certamente è stato un rischio calcolato.