Parlare di insostituibili sembra sempre un’eresia. Specie nel calcio moderno. Eppure ci sono casi in cui non c’è altro modo per definire una posizione. Come quella di Giovanni Di Lorenzo a Napoli. Capitano, leader, uomo spogliatoio per eccellenza. E unico a non aver ancora saltato un minuto in questo campionato. Sempre sul pezzo, mettendo al servizio della squadra una conoscenza del gioco che negli anni ha convinto ogni allenatore passato per Castel Volturno. Da Ancelotti a Gattuso, da Spalletti a Garcia, fino ad arrivare ovviamente a Conte, decisivo per la sua conferma. Già, perché la storia di Di Lorenzo a Napoli non è stata sempre rosa e fiori, sorrisi e trofei. Giovanni lo scorso anno è stato spesso colpito dalla contestazione dei tifosi, passati dalla gioia di uno scudetto inatteso alla rabbia per un decimo posto che da queste parti nessuno ha digerito. Ma ci ha sempre messo la faccia. Aveva anche pensato di andare via, perché gli estimatori non sono mai mancati e qualche proposta importante – vedi la Juve dell’ex Giuntoli – lo aveva tentato per davvero. Ma l’arrivo di Conte ha cambiato la storia, lo ha rimesso al centro di tutto. Sempre con la fascia al braccio. E il resto è storia recente, con un pizzico di poesia: Di Lorenzo ha firmato la prima rete dell’era Conte a Napoli, sotto la Curva B. Una sceneggiatura perfetta, per chiudere il cerchio e voltare pagina.
Ora, però, tocca al Napoli cambiare ancora. Giovanni lunedì salterà l’Empoli per squalifica e Conte si ritrova per la prima volta a fare i conti con la sua assenza. Di Lorenzo è uno di quei giocatori speciali che sanno adattarsi alle situazioni di gioco e ricoprire più ruoli nella stessa partita. Partendo da terzino, il suo ruolo, per poi passare a centrale di destra quando la squadra si difende a 5, oppure a inventarsi mezzala quando c’è da spingere e portare i centrocampisti a supporto di Lukaku. Giovanni fa tutto, con esperienza e personalità. In rosa non esiste un giocatore con caratteristiche simili. Però le alternative non mancano. Tifoso in campo Salvo sorprese, dunque, toccherà a Pasquale Mazzocchi prendere il posto del capitano: un figlio di Napoli, uno di quelli che porta con orgoglio ed emozione la maglia azzurra addosso. Pasquale lo scorso anno sostituì Di Lorenzo a Firenze, quando fu fermato da un improvviso attacco febbrile. E lo fece in modo molto positivo, alla sua maniera. Spingendo forte sull’acceleratore quando c’era da accompagnare la manovra per arrivare al cross dal fondo. E mettendoci dentro quel quid in più naturale per chi ha sempre visto Napoli come un sogno.
Mazzocchi era partito titolare nelle prime quattro giornate di campionato, quando i segni dei due mesi estivi erano ancora evidenti nelle scelte tattiche: esterno destro a tutta fascia nel 3-4-2-1. L’arrivo di McTominay, poi, ha spinto Conte a passare al 4-3-3, rinunciando di fatto a un esterno. Mazzocchi non gioca titolare da due mesi (Lazio-Napoli del 15 febbraio) e viene da un infortunio al soleo. Ma è pronto, prontissimo a dare il suo contributo. E Conte potrebbe recuperare anche Spinazzola per l’Empoli, almeno per avere una soluzione di valore in più in uscita dalla panchina. Lunedì conta solo la vittoria: Mazzocchi sarà il tifoso in campo, per tenere alto l’orgoglio napoletano. ultime di formazione Allarme rientrato. Scott McTominay ieri era regolarmente a Castel Volturno per la ripresa degli allenamenti, dopo essere stato costretto a uscire a Bologna per un problema fisico. Solo una botta, c’è da gestire il dolore ma nulla più. In gruppo anche Buongiorno, rimasto in panchina al Dall’Ara per i postumi di un affaticamento muscolare. Meret ha smaltito l’influenza e tornerà titolare con l’Empoli.
Fonte: gazzetta.it