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Perchè il Crystal Palace non gioca in Europa League? Il TAS respinge il ricorso, club inglese 'retrocesso' in Conference League

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La vicenda che ha visto protagonista il Crystal Palace si è chiusa con una decisione sfavorevole per il club inglese, che non prenderà parte all’Europa League 2025/26 ma verrà “retrocesso” in Conference League

Il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) ha respinto il ricorso presentato dalla società londinese, confermando la sanzione disposta dall’organo di controllo finanziario dei club (CFCB) per il mancato rispetto delle norme UEFA sulla multiproprietà entro il termine del 1° marzo. 

A prendere il posto del Palace in Europa League sarà il Nottingham Forest. La scelta comporta un rilevante danno economico stimato tra i 20 e i 25 milioni di euro rispetto agli introiti garantiti dalla seconda competizione europea.

LA DECISIONE DEL TAS

Il Crystal Palace si era qualificato all’Europa League vincendo la FA Cup e, forte di questo risultato, aveva presentato ricorso al TAS dopo la decisione del CFCB di farlo partecipare soltanto alla Conference League

Il motivo della sanzione riguarda il mancato adeguamento alle regole UEFA sulla multiproprietà di club, che impongono a eventuali azionisti comuni di cedere le proprie quote entro il 1° marzo dell’anno in corso. 

Il TAS, dopo aver esaminato la documentazione, ha stabilito che la decisione dell’organo di controllo era legittima e che il club dovrà affrontare i turni di qualificazione della terza competizione europea.

TEXTOR E LA MULTIPROPRIETÀ

Al centro della controversia c’è la figura di John Textor, fondatore di Eagle Football Holdings, che deteneva quote sia nel Crystal Palace che nell’Olympique Lione, anch’esso qualificato all’Europa League. 

Secondo il TAS, Textor era membro del Consiglio di Amministrazione di entrambi i club ed esercitava un’influenza decisionale su entrambi alla data di valutazione dell’UEFA. 

La vendita delle quote del Palace da parte di Textor, avvenuta lo scorso mese, non ha modificato la decisione, poiché le norme UEFA non prevedono eccezioni per le cessioni effettuate dopo il 1° marzo.

POSSIBILE RICORSO E DANNO ECONOMICO

L’esclusione dall’Europa League rappresenta un duro colpo anche dal punto di vista finanziario: il club calcola perdite comprese tra i 20 e i 25 milioni di euro rispetto ai premi previsti nella competizione di rango superiore. 

Il Crystal Palace, pur avendo perso il ricorso, intende analizzare le motivazioni della sentenza e non esclude un’ulteriore azione legale, anche per ottenere un risarcimento. 

La società ha ribadito di ritenere ingiusta la sanzione, sostenendo che Textor non abbia mai avuto influenza reale sulle decisioni del club.

RABBIA PALACE

Fonti interne al club, riportate dal Times, hanno espresso forte disappunto per la rigidità della posizione dell’UEFA, affermando che l’organo europeo non avrebbe adottato lo stesso approccio se il caso avesse riguardato club di prestigio come Barcellona o Manchester United. 

Questa convinzione alimenta ulteriormente il clima di tensione tra la dirigenza del Crystal Palace e le istituzioni calcistiche europee.