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Provod sfida l’Inter: “Mi voleva l'Empoli. Ora vado a San Siro per fare il colpaccio”

Gazzetta

Il fantasista dello Slavia Praga ha puntato col binocolo Stefan De Vrij. “Non sapevo suonasse il pianoforte come me. Vorrà dire che a fine partita gli chiederò dei consigli. Magari dopo aver vinto a San Siro. Puntiamo all’impresa…”. Lukas Provod tiene le dita incrociate. È uno dei giocatori più rappresentativi dello Slavia, ha vinto tre campionati, nell’ultima sfida di Champions ha sfornato un paio di assist contro il Bodo Glimt e viaggia a ritmi alti anche in campionato: due gol e sette passaggi vincenti. Vanta 33 presenze in nazionale e ha già fermato l’Inter nel 2019: 1-1 a San Siro.

Lukas, l’obiettivo è ripetersi. 

“Certo. Ero appena arrivato allo Slavia, giocai cinque minuti ma fu incredibile. Così come la vittoria contro la Roma in Europa League e le due sfide col Milan, dove ce la siamo giocata a testa alta nonostante due rossi in due partite”. 

Inter-Slavia Praga sarà Davide contro Golia. 

“Sì, noi siamo Davide e lo sappiamo, ma abbiamo già dimostrato di poter mettere in difficoltà chiunque in Europa. Quindi, stessero attenti. Faremo di tutto per rendere la vita difficile ai nerazzurri”. 

Qual è la vostra forza? 

“Avere un mix di giovani forti e giocatori esperti. In una parola: gruppo. Alla guida c’è Trpisovsky, l’allenatore migliore del Paese. Ciò che lo rende speciale è la sua filosofia: pone l’accento sull’intensità, sul pressing e sui rapporti coi giocatori”. 

Un giocatore dell’Inter che la ispira? 

“Direi Barella, soprattutto per la sua mentalità e l’impegno”. 

E un calciatore italiano per cui stravede? 

“Andrea Pirlo. Non serve spiegarle perché”. 

È vero che nel 2024 lei stava per arrivare in Serie A? 

“Mi voleva l'Empoli, ma lo Slavia non mi ha lasciato andare e ho rinnovato il contratto. Direi che è andata bene". 

Ci racconti la sua storia. 

“Sono cresciuto in mezzo allo sport. Mio padre, direttore finanziario di un’impresa edile, ha praticato sci di fondo ed è stato campione di moto a livello nazionale. Mia madre, ora preside di un liceo, ha giocato a pallavolo a livello professionistico. Io ho sempre fatto il calciatore, ma nel frattempo mi sono anche laureato in economia”. 

Più difficile giocare in Champions o dare macroeconomia?

“Beh, è più tosto sfidare l’Inter. Ma studiare non è stato difficile, anzi: noi giocatori abbiamo molto tempo libero. Su Forbes ha dichiarato che mette da parte il 90% del suo stipendio in vista di un post carriera sicuro". 

“Intanto mi sto preparando. Avere una sana educazione finanziaria è fondamentale. Se ne dovrebbe parlare di più”.

Una volta disse: “Sono un giocatore molto riflessivo”. Cosa intende? 

“Penso parecchio, in ogni cosa. Ho provato ad affidarmi a un mental coach per analizzare le mie partite, ma non è servito. Lo faccio da solo: dopo ogni match ricevo una clip con tutte le mie giocate e la riguardo per migliorarmi”. 

Nel 2021 ha trascorso 9 mesi senza calcio a causa di un infortunio. 

“È stato il periodo più difficile della mia carriera, ma nel 2024 sono riuscito a prendermi una rivincita importante partecipando all’Europeo e segnando un gol al Portogallo di Ronaldo. Se ci penso ho ancora i brividi. I cori, lo stadio, la gente, l'orgoglio di esserci. A fine partita scambiai anche la maglia con Pepe. Una leggenda”. 

Chiudiamo col pianoforte. Quando ha iniziato a suonare?

“Durante l’infortunio. È stato un modo per staccare e concentrarmi, pensare ad altro, guardare avanti e non alla sofferenza. Il piano mi rilassa molto, aiuta a spazzare via lo stress derivante dal calcio".. 

Un argomento di conversazione con De Vrij. 

“Cercherò di chiedergli qualche suggerimento”. 

Insomma, chi vince a San Siro? 

“Spero noi. Non sottovalutateci”.

Cosa le piacerebbe fare?