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Calcio

Questione di brand: per favore, non chiamatelo più Tottenham

Luigi Garlando
Questione di brand: per favore, non chiamatelo più TottenhamN/A
Il club londinese ha scritto alle tv chiedendo d'essere chiamato "Tottenham Hotspur o solo Spurs. Il Psg diventa Paris e l'Inter aggiunge la M di Milano allo stemma

Immaginate che il vostro amico Carlo vi telefoni e vi dica: "Non chiamarmi più Carlo". Scusa? Beh, in Inghilterra è successo. Il Tottenham ha scritto una lettera a tutte le tv, titolari dei diritti sulle partite, per chiedere: "Non chiamateci più Tottenham". O, meglio, non chiamateci più "solo" Tottenham. "Tottenham Hotspur" va bene, così come va bene "Spurs". Perché Tottenham è il nome del quartiere e non della squadra, spiegano. Ok, ma quel quartiere a Nord di Londra, anche se non è il più raffinato della città, è stato la culla del club e dal 1882 ne ha scritto la storia. Su quella terra è sorto il mitico White Hart Lane. È come se all’improvviso il club avesse sentito il limite delle proprie origini periferiche e avesse aggiunto gli speroni caldi come titolo nobiliare.

Tipo certi figli laureati che si vergognano dei padri operai. Questione di brand da vendere al mondo. Il Paris Saint Germain non vuole più essere Psg, ma Paris, che suona glamour, come un profumo o una borsetta. Il Chelsea ha aggiunto tre lettere (Lnd), per essere londinese agli occhi del globo. L’Inter ha cambiato logo e affiancato la M di Milano alla I di Internazionale che esprime lo spirito delle origini: fratelli del mondo. Un giochino per produrre l’inglese I’M e non lasciare più in esclusiva al Milan il legame con la città della moda, apprezzata all’estero. Internazionale Milano. In questo caso, almeno, non si sono rinnegate le proprie radici. Che sono più sacre del brand, come ha insegnato Cesare Pavese, perché "nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti".

Fonte: gazzetta.it