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Sarri su Milan-Como in Australia: "Rabiot ha ragione, senza i giocatori la Lega non avrebbe soldi"

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Il botta e risposta tra Adrien Rabiot e la Lega Serie A, nella persona dell'ad Luigi De Siervo, fa ancora discutere.

Oggetto della querelle, la scelta di far giocare Milan-Como in Australia: rossoneri e lariani, nel weekend del 7 e dell'8 febbraio, voleranno a Perth per disputare il match valido per la ventiquattresima giornata di campionato. Una mossa che non ha trovato il gradimento del centrocampista francese, il quale trova un alleato in Maurizio Sarri.

L'allenatore della Lazio, che col centrocampista ha condiviso l'esperienza alla Juventus nel 2019/2020, nel corso dell'intervista rilasciata ai canali ufficiali del club biancoceleste ha aperto anche una parentesi su quanto avvenuto tra il transalpino e i piani alti del nostro calcio.

Ecco cosa ha detto Sarri su Milan-Como in Australia, soffermandosi inoltre sul momento vissuto dalla propria squadra e sulle prospettive che attendono i capitolini in questa stagione.

"MILAN-COMO IN AUSTRALIA? HA RAGIONE RABIOT"

"Milan-Como in Australia? Ha ragione Rabiot - riporta 'LaLaziosiamonoi' - Gli possono rispondere quanto vogliono".

"SENZA I GIOCATORI LA LEGA NON AVREBBE SOLDI"

"Tirare in ballo l’aspetto economico è stato brutto, è stata una brutta risposta. Lui è un ragazzo stupendo, è uno di quelli che va dentro a combattere. Se non ci fossero i giocatori, la Lega non avrebbe soldi".

"LE ALTRE SI SONO RINFORZATE, LA LAZIO NO"

"Quando ti mancano 8-9 giocatori è complicato, tutte le squadre in estate si sono rinforzate, noi non abbiamo potuto farlo e in questo momento abbiamo fuori tanti giocatori. È un inizio di campionato di grande difficoltà".

"NON POSSO AVERE PAZIENZA SOLTANTO IO"

"La classifica? Forse poteva essere migliore per le partite che abbiamo fatto. Dobbiamo continuare a fare le prestazioni e probabilmente la riassestiamo. Dobbiamo avere pazienza, non posso averla solo io. Sapevamo tutti delle difficoltà di inizio anno. Siamo in un contesto in cui il livello medio delle squadre è salito. Il Torino ora è una squadra come noi".

"HO ACCETTATO LE DIFFICOLTÀ"

"Rispetto al mio terzo anno qui la situazione è completamente diversa. Prima c’era un momento unico per fare un salto di qualità forte. Le cessione di Milinkovic-Savic e la Champions ce lo permetteva, la mia delusione era dettata dal fatto che non stavamo facendo quel passo in avanti. Quest'anno invece ho accettato le difficoltà, non posso essere deluso, sapevo che sarebbe stato difficile. C’erano delle premesse diverse al mio terzo anno, per quello che non sono stato contento".

"SARÀ UNA STAGIONE DI ALTI E BASSI"

"Sarà una stagione di alti e bassi, chi non l'aveva previsto era un folle. Se c'è margine di trovare una strada? Ora prima di tutto ritroviamo i giocatori che abbiamo fuori e vediamo a che punto siamo. Poi cerchiamo di innescare una strada. Il fatto che fosse un anno difficile l’avevo detto. Dobbiamo avere tutti pazienza, io inaspettatamente l'ho trovata".

"LA NAZIONALE? IN QUESTO MOMENTO NON ME NE PUÒ FREGAR DI MENO"

"La Nazionale? Con tutti i problemi che sto affrontando in questo momento, non me ne può fregare di meno. Ci sarà sempre una generazione più forte e meno forte. La domanda che mi faccio io è: cosa facciamo noi per far arrivare pronti i nostri giovani?".

"Abbiamo un campionato Primavera che si gioca in stadi indecenti, con 150 spettatori. Se la domenica poi uno di questi ragazzi deve andare in campo all'Ollimpico con 50mila spettatori, è chiaro che non è pronto. Non mi piace la soluzione delle squadre B, va contro il nostro campanilismo calcistico. Uno di Foggia vuole giocare contro il Bari, non contro l’Atalanta U23. È la morte del calcio di Serie C".