Una vittoria, quella ottenuta all’esordio sul campo della Cremonese, accompagnata da due pareggi consecutivi contro Sporting e Torino.
Questo il bottino raccolto da Luciano Spalletti nel suo primo mini-ciclo alla guida della Juventus: tre partite estremamente ravvicinate, giocate nell’arco di una singola settimana, che hanno lasciato la sensazione che, di fatto, quel vero cambio di passo tanto atteso rispetto alla gestione precedente non ci sia ancora stato.
Difficile, d’altronde, pretendere qualcosa di diverso da un allenatore che ha avuto pochissimi allenamenti a disposizione per metterci realmente del suo. Per vedere qualcosa di davvero diverso si dovranno attendere le prossime partite e, da questo punto di vista, la sosta per gli impegni delle Nazionali rappresenta quanto di meglio potesse accadere in questo momento.
È stato lo stesso Spalletti, dopo lo 0-0 nel Derby della Mole, ad aprire a un possibile cambio di modulo. Quella che rivedremo in campo a fine novembre potrebbe dunque essere una Juventus diversa nella forma e nella sostanza, in definitiva più “Spallettiana”.
Luciano Spalletti si è di fatto trovato catapultato dalla scrivania sulla quale ha apposto la firma che lo ha reso allenatore della Juventus, al campo.
Tutto questo in una settimana che ha previsto anche un impegno europeo contro una squadra collaudata e di valore come lo Sporting. A chiudere il suo primo mini-ciclo, una partita da sempre diversa da tutte le altre come il Derby della Mole, dove si è trovato ad affrontare un Torino che, una volta di più, ha dimostrato di essere in ottima salute.
Spalletti non ha dunque ancora avuto modo di “metterci del suo” e ha preferito ripartire da quelle che erano le certezze del gruppo. Non si è discostato troppo da quanto proposto fino a poche settimane fa da Igor Tudor, introducendo di fatto una sola vera novità: l’arretramento di Koopmeiners in difesa.
L’ex commissario tecnico azzurro ha quindi deciso di portare avanti un lavoro per gradi, cosa che tra l’altro ha confermato ai microfoni di DAZN poco prima del calcio d’inizio della sfida con il Torino.
“Mettere tante cose può essere pericoloso perché si rischia di fare confusione e poi serve equilibrio in campo. Si va per gradi”.
Per vedere dunque la vera Juventus di Spalletti bisognerà aspettare, e d’altronde non potrebbe essere altrimenti.
Quella che tornerà in campo dopo la sosta potrebbe essere una Juventus diversa da quella vista nelle ultime uscite.
Spalletti avrà infatti a disposizione diversi giorni per lavorare con un gruppo, sebbene a ranghi ridotti, nel quale iniziare a inculcare le proprie idee calcistiche.
Dopo il Derby della Mole, è stato lo stesso tecnico bianconero a parlare di cambio di modulo. Il prossimo 22 novembre, sul campo della Fiorentina, si potrebbe dunque vedere una Juventus con una difesa a quattro — uno dei marchi di fabbrica di Spalletti — e con un attacco a due o a tre.
I giocatori che ha a disposizione gli consentiranno, d’altronde, di poter plasmare la squadra a sua immagine e somiglianza e di trovare nuovi equilibri.
“Alla ripresa avremo la possibilità di cambiare modulo. Si potrebbe giocare con le due punte e si può provare anche il 4-3-3”.
Nel caso in cui Luciano Spalletti decidesse di passare a un attacco a due punte, a cambiare sarebbe soprattutto la posizione di Yildiz.
Il numero 10 bianconero potrebbe agire a supporto di un centravanti puro, ma anche da trequartista alle spalle di due attaccanti. In questo caso, i prescelti potrebbero essere Vlahovic — che sembra aver fatto definitivamente suoi i galloni da titolare — e Openda, che sin qui non si è ancora espresso su grandi livelli ma che, per caratteristiche, potrebbe offrire qualcosa in più dal punto di vista tattico (“È una prima e una seconda punta – ha spiegato Spalletti – si può fare”).
Nel caso invece di un passaggio a un tridente offensivo, Yildiz potrebbe agire largo a sinistra, con Kostic che diventerebbe la sua prima alternativa, e Conceição e Zhegrova (parso in grande crescita nelle ultime uscite) a contendersi una maglia sull’out opposto.
Ad agire da perno del tridente sarebbe ovviamente uno tra Vlahovic, David e Openda: tre giocatori che interpretano il ruolo di centravanti in maniera diversa e che potrebbero dunque garantire opzioni differenti a seconda di ciò che richiede la partita.
La novità più rilevante sarebbe tuttavia rappresentata dal passaggio alla difesa a quattro.
Una soluzione che consentirebbe a Kalulu di tornare ad agire da terzino destro (ma all’occorrenza potrebbe giocare anche da centrale), con Cambiaso sistemato sull’out di sinistra e tutte le altre tessere del puzzle che andrebbero a sistemarsi nella propria posizione naturale, senza affanni.
Nel corso delle prossime due settimane, Spalletti avrà modo di lavorare sull’assetto difensivo e sui meccanismi del reparto, visto che i vari Di Gregorio, Rugani, Gatti, Kalulu e Koopmeiners resteranno a disposizione alla Continassa.
Il tecnico bianconero inoltre si appresta a ritrovare Cabal e Kelly, che rientreranno dagli infortuni: si tratterà ovviamente di due rientri molto importanti.
Le possibilità di lavorare su qualcosa di diverso ci sono tutte, ed è per questo che dopo la sosta potremmo realmente iniziare a vedere la Juve di Spalletti.