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Tudor, è la stessa "pareggite" di Motta? Cosa dicono i dati in campionato e in Champions

Gazzetta

Quest'anno la Juve in campionato vede di più la porta avversaria e calcia di più sia da fuori sia dall'interno dell'area. Gli uomini di Tudor dialogano di più tra di loro in zona offensiva e la percentuale di precisione dei cross è aumentata così come i tiri (in generale e nello specchio) sono di più rispetto a un anno fa. È una squadra imbattuta - dopo cinque giornate lo era anche quella di Thiago Motta - e vanta una vittoria in più rispetto a dodici mesi fa quando in questo periodo la Signora iniziava a manifestare i sintomi di una pareggite acuta che poi è diventata preoccupante e anticamera del declino e dell'addio dell'italo-brasiliano. Ora però anche Tudor, dopo essere tornato con il segno X anche dalla trasferta di Vila-Real che è diventato il quarto pari di fila (trend che non si verificava dal periodo novembre-dicembre 2024), è entrato in un tunnel di pareggi dal quale deve uscire per non perdere altro terreno in classifica, ora che si trova alle spalle del trittico Milan-Napoli-Roma. Rispetto a queste capoliste la Juve ha il pregio di essere ancora imbattuta ma i due pareggi (con tre vittorie) pesano in negativo più dell'unica sconfitta che le tre prime hanno incassato a fronte però di quattro successi. 

Tudor pareggia, sì, ma lo fa in maniera diversa rispetto a Motta un anno fa. Questa Juve (11 punti dopo le prime cinque giornate, due in più rispetto ai 9 dell'anno scorso nello stesso periodo) è più propositiva: 16.8 tiri a partita contro 10.6 della passata stagione, una media di 5.80 di tiri in porta (e non più 3.40) e oltre il doppio di conclusioni da fuori (7.40 contro i 3). Anche la percentuale di xG è maggiore quest'anno (6.12 a fronte del 4.14 di un anno fa) e alla fine il numero effettivo di gol fatti è maggiore: 9, tre in più, con una percentuale di possesso palla rimasta invece pressoché invariata. Quindi nonostante le criticità attuali dell'attacco, questa Juve trova di più e meglio la porta avversaria. La musica cambia nel momento in cui il focus si sposta sulla difesa, complice un primo Motta praticamente impenetrabile e che dopo le prime cinque di partite di campionato non aveva preso nessun gol. Quest'anno la Juve ne ha incassati cinque. Il discorso cambia leggermente in Champions League.

Certo è che però sono cambiati anche gli avversari incontrati nelle prime due giornate della fase campionato europea. La scorsa stagione la Juve nei primi 180 minuti si è trovata contro una squadra di terza (Psv) e una di prima fascia (Lipsia); quest'anno un'altra di prima (Dortmund) e una di seconda fascia (Villarreal). Motta aveva fatto percorso netto dopo le prime due uscite, Tudor due pareggi. Tradotto: ora la Juve ha un terzo dei punti rispetto all'anno scorso anche se con lo stesso numero di gol realizzati. Il problema, anche qui, è dietro: la Juve di un anno fa incassò la metà delle reti. E anche il numero di parate per partita è cambiato: da una media di 4.50 dell'anno passato alle 2.50 di questo. Il cammino europeo è ancora lungo, i playoff la scorsa stagione sono stati raggiunti con 3 pareggi, 3 vittorie e 2 sconfitte ma c'è chi come Gatti ha visto la corsa agli ottavi di Champions complicarsi e non poco dopo il pari col Villarreal: "Sono due punti persi che alla lunga peseranno tantissimo". Vedremo. Tudor intanto pensa a come raddrizzare i problemi di una Juve che sia crea sia subisce sia pareggia di più dell'anno scorso nello stesso periodo, senza dimenticare che ogni pareggite è unica nel suo genere e ognuna ha la sua cura.