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Ciclismo

Pogacar fa un altro sport: stacca tutti sul Grappa, ora le sue vittorie sono sei!

Luca Gialanella
Pogacar fa un altro sport: stacca tutti sul Grappa, ora le sue vittorie sono sei!N/A

La festa della bicicletta, l’essenza del ciclismo, il più grande spettacolo che questo sport può offrire. La passione infinita della gente, da anni mai così tanta sulle strade rosa. Il Monte Grappa diventa un’arena da 150mila spettatori, in una giornata di sole che scalda il cuore, non solo la pelle. Un abbraccio e un’emozione fortissimi, che dalla partenza di Venaria Reale abbiamo visto aumentare di tappa in tappa, nel segno di Tadej Pogacar, il più forte corridore del mondo. Ha 25 anni, è il simbolo di questa generazione. Oggi l’aspetta il Colosseo, Roma, per alzare come un imperatore il Trofeo Senza Fine che spetta al vincitore. Il Giro da affiancare ai due Tour de France del 2020 e 2021. Più sei classiche Monumento: Fiandre, due Liegi, tre Lombardia. Nessuno è più completo di lui. Sul palcoscenico del Giro d’Italia, nella tappa con la doppia scalata del Monte Grappa, Tadej Pogacar sigilla la sua prima straordinaria corsa rosa con un’altra impresa.

Una fuga solitaria di 34,2 km, iniziata a 3,5 km dalla vetta del Monte Grappa. Sul traguardo di Bassano del Grappa, dopo aver salutato ripetutamente i tifosi a bordo strada, il fenomenale sloveno della Uae Emirates precede di 2’07” V. Paret-Peintre, Martinez e Tiberi, sesto Pellizzari, settimo Thomas e ottavo O’Connor. Tadej è al debutto e ne esce da dominatore con sei vittorie di tappa e 20 giorni in maglia rosa: domani sul podio di Roma saliranno con lui il colombiano Daniel Martinez (Bora-Hansgrohe), 28 anni, secondo a 9’56”, e il gallese Geraint Thomas (Ineos Grenadiers), 38 anni, terzo a 10’24”, quarto O’Connor a 12’07”, quinto Antonio Tiberi a 12’49”. E’ il più ampio distacco tra primo e secondo da Vittorio Adorni 1965, che vinse con 11’26” su Italo Zilioli. Tiberi, 22 anni, anche lui al debutto al Giro, è il miglior giovane. L’Italia vince due maglie: la ciclamino a punti con Jonathan Milan e la bianca dei giovani con Antonio Tiberi. Come nel 2015, con Visconti miglior scalatore e Aru miglior giovane. Lo sloveno trionfa a Bassano del Grappa nella ventesima e penultima tappa, Alpago-Bassano, 184 km e 4200 metri di dislivello, cinque stelle di difficoltà. Bici Colnago rosa, maglia rosa, ruote rosa: sono le 16.18 e gli basta un attacco solo a 5,4 km dalla vetta del Grappa, quando ha 48” di ritardo da Pellizzari in testa alla corsa. Dopo 700 metri va a riprendere Pellizzari, mancano 35,5 km dalla conclusione. Una coppia al comando, ma a 3,5 km dalla vetta Pogacar se ne va definitivamente da solo: 34,2 km all’arrivo. Pellizzari merita un grandissimo applauso. Il campione con il ciuffo va, il mondo del ciclismo lo applaude. Si sapeva che sarebbe avvenuto, tutti se lo aspettavano, i tifosi e gli avversari, era l’attacco più prenotato della giornata, eppure quando va via in progressione è come se tutto il Grappa si mettesse in piedi ad applaudire il corridore che ha rivoluzionato i confini del ciclismo. Leggero come una farfalla, quasi con il sorriso sul volto, Tadej se ne va. La differenza con gli altri in salita è di 25-30” al chilometro. Un uomo solo al comando, in maglia rosa.

Pogacar si dona al Giro, e la corsa lo accoglie sul palcoscenico dei grandissimi Il paragone è ormai soltanto con Eddy Merckx: come il belga nel suo Giro 1973, in rosa dal primo all’ultimo giorno, Pogacar conquista sei tappe, delle quali cinque in maglia rosa. Oropa sulla salita di Pantani, la cronometro di Perugia, gli arrivi in salita di Prati di Tivo, Livigno Mottolino e Santa Cristina Valgardena, e oggi Bassano del Grappa. Sei vittorie in una sola edizione del Giro, come Binda nel 1928 e 1933, e appunto Merckx 1973. Il Grappa è la montagna sacra, è la salita degli eroi, le decine di migliaia di soldati italiani morti qui nella Prima guerra mondiale che riposano nell’Ossario in cima alla salita aperto nel 1935. A bordo strada una fila continua di tifosi dalle pendici alla cima, attorno a ogni tornante, anche in discesa verso Romano d’Ezzelino e Semonzo. E la maglia rosa onora il gigante vicentino, con 10 versanti, da scalare due volte dallo stesso lato di Semonzo: 18,1 km con pendenza media dell’8,1% e punte del 14%. È la strada Giardino.

Dalla vetta mancano 31 km al traguardo di Bassano del Grappa. Il pubblico continua con una fila unica di passione, che non si interrompe mai, fino al Ponte degli Alpini di Bassano. Ma oltre a Pogacar l’altro eroe del Grappa è Giulio Pellizzari, 20 anni, il più giovane del Giro, che si lancia all’inseguimento dei fuggitivi perché anche lui vuole mettere il suo personale sigillo sul Giro. Il marchigiano della Vf Bardiani-Csf si era già preso il passo Sella, Cima Coppi del Giro, davanti a Quintana, e proprio in vista del primo Gpm sul Grappa a quota 1685 metri riesce a superare i tre attaccanti. Recupera oltre un minuto, si lancia sulla destra, un tornante stile MotoGp e vince sul primo passaggio in cima. Secondo nella classifica del Gpm vinta da Pogacar, domani nella tappa finale di Roma Pellizzari indosserà la maglia azzurra. Una grande soddisfazione. Il gruppo rosa passa a 58”, tirato da tre gregari di Pogacar. Discesa su Romano d’Ezzelino e Semonzo, con lo strappo del Pianoro. A 50 km dall’arrivo, il vantaggio dei fuggitivi Pellizzari e Pelayo Sanchez è di 2’38”; a 45 km se ne va Pellizzari, solo al comando: il gruppo rosa è a 2’29”. A 42 km dall’arrivo (11 km dalla vetta del Grappa), Pogacar va a parlare con Novak e Majka, Pellizzari è a 1’52”: i compagni di Tadej spingono, i rivali sono tutti al limite, Bardet è il primo a staccarsi a 10 km dal Gpm. Intanto Pellizzari passa al cartello dei 40 km all’arrivo con 1’37” su Pogacar. E quando il distacco scende a 1’20” e inizia il tratto più duro del Grappa a 6 km dalla vetta, Majka alza ancora il ritmo e resta con Pogacar, Martinez e Tiberi, cede O’Connor, e anche Thomas. Poi l’attacco di Pogacar a 5,4 km dalla vetta del Grappa. In vetta Pogacar passa con 1’55” su Pellizzari, Tiberi e Martinez; 2’11” su Thomas e O’Connor.

Sul Pianaro, a 20,5 km dall’arrivo, Martinez passa a 1’58”, Tiberi a 2’05”, Thomas e O’Connor a 2’21”. Da questo punto è tutta discesa fino all’arrivo. A 10 km ha 2’09” sul gruppo di Martinez e Tiberi, raggiunti da O’Connor e Thomas. Il 107° Giro d’Italia si concluderà con la ventunesima e ultima tappa a Roma: 125 chilometri di grande fascino nella Città Eterna. Partenza dal Colosseo Quadrato all’Eur alle 15.30, c’è un tratto in linea di 50 chilometri per andare e tornare da Ostia, e poi otto giri del circuito di 9,5 km all’interno della Capitale. Rispetto al 2023, il rettilineo d’arrivo non è all’altezza dell’Altare della Patria, ma è anticipato in via di San Gregorio, con il Colosseo sulla destra e l’Arco di Costantino sulla sinistra. Arrivo attorno alle 18.45-19. Pogacar attende il tuffo nella storia.

Fonte: gazzetta.it