All’alba di sabato, Federica Pellegrini accenderà la tv nella sua casa di Verona, e le sembrerà strano vedere le prime batterie dei Mondiali in corsia di Singapore. La donna dei 6 titoli individuali, palpiterà per l’Italia e farà un tifo speciale per Nicolò Martinenghi, ora allenato proprio da Matteo Giunta, suo marito.
Suo marito è tornato ad allenare un olimpionico.
“Matteo ha una grandissima carica emotiva per questa sfida. Ha impostato un importante lavoro di palestra, diverso da quello che lui faceva con me. Ci credono tanto. I 100 si decidono al centesimo”.
Le chiede consigli Tete?
“No, è così affermato!”.
Verona con due campioni olimpici è la capitale. Ceccon e Martinenghi lavorano in momenti diversi.
“Mi ricordo quando lo facevo io. In piscina ci sono orari diversi, neanche te ne rendi conto”.
Venti anni fa prendeva la prima medaglia mondiale: quest’Italia avrebbe ancora bisogno di lei al femminile. I podi a Parigi sono stati tutti maschili.
“È stato più difficile quando mi sono ritirata nel 2021, per il buco nelle staffette. Le ragazze si stanno assestando, ora abbiamo buone staffette”.
La 4x200 ha una sola medaglia femminile in staffetta ai Mondiali 2015: grazie al suo recupero...
“Con qualche miglioramento sull’1”57 anche in chiave europea, la 4x200 può tornare protagonista. Secondo me è un errore non aver portato la Mao anche se quattordicenne. I grandi eventi aiutano a capire come nuotare, a prescindere. È un’occasione persa. Non era rischioso”.
Lei fu oro nel 2019 contro la diciottenne Titmus.
“Successe anche a me quando c’era la Van Almsick, è normale il naturale corso degli eventi”.
Nei 200 sl non c’è più un’egemonia come la sua.
“C’è stato il periodo della O’Callaghan, la Titmus non si sa se li farà ancora. A me piace tantissimo la O’Callaghan: ha una chiusura incredibile”.
E McIntosh come la vedrebbe?
“È poliedrica. Ricordo Hosszu che ci provava con i 200 stile libero, ma questa è una gara particolare e difficile per il dispendio energetico nei tre turni, anche Sjostrom ci provava. La canadese non li ha fatti al massimo, ha un programma impegnativo”.
Cosa vorrebbe vedere dai Mondiali che stanno per cominciare?
“L’Oriente ha sempre portato bei ricordi a me e all’Italia: mi dava sempre un’energia diversa. Singapore può essere un bellissimo Mondiale. C’è chi tira il fiato nell’anno post olimpico e chi no. Parigi è arrivata solo dopo ma già sono caduti diversi record mondiali. Sono convinta che l’Italia ci farà divertire. Gli azzurri li vedo belli assetati”.
Quadarella viene da 2 ori mondiali ma da un doppio quarto posto olimpico.
“Simona mi piace molto. Perché continua a battere il chiodo. E non è facile specialmente in una gara in cui Ledecky non lascia niente. Riuscire a mantenere quella motivazione, quello standard di competizione altissimo sapendo di lottare per il secondo posto. Io la ammiro tanto per questo”.
Pilato tornerà al top?
“È in un’impasse: Benedetta ha delle altissime potenzialità. A volte è difficile trovare la propria strada. Ci sono anni in cui ti blocchi ed è difficile riuscire a capire cosa c’è che non va per far girare bene le cose. A me aiutava cambiare tutto, quando non capivo. Io tagliavo e cambiavo. Non so a lei”.
Per Fede il nuoto era tutto: per le ragazze di oggi?
“Il nuoto era la mia motivazione di vita dalla mattina alla sera. È stata una magnifica ossessione. Però ci sta anche che una ragazza oggi ti dica che per lei non è l’unica ragione di vita”.
Curtis si mette in gioco. E va in America. Lei rifiutò il College.
“C’è chi sceglie di prendere la valigia e chi si trascina in situazioni comode. Io dovevo andare nel 2009 da Bowman per un periodo. Alberto Castagnetti mi chiese di partire dopo la sua operazione al cuore. Poi purtroppo ci lasciò e cambiò tutto per me”.
Se ne parlerà nel film che sarà fatto sulla sua storia?
“È un progetto legato ad alcuni anni della mia vita. Non sarà una biografia di 20 anni di nuoto. Uscirà nel 2027”.
Lei reciterà?
“Non si sa. Per le scene subacquee sono stata ferrea: l’attrice deve saper nuotare bene”.
Sarà mai un’ex?
“A volte mi butto in acqua con i bambini per sentirmi una di loro. Sentirsi ex è molto difficile per me nella testa, poi in acqua le sensazioni non sono più le stesse, c’è sempre quella voce che mi dice 'Ok se ti rimetti a nuotare da domani chissà per Los Angeles', ma non sarà così. Matteo mi dice: 'Se cominciassi ad allenarti domani, in 2 anni ti qualifichi'. Sarei felicissima la prima settimana, poi no. A 39 anni, i giovani magari pensano: cosa fa questa, che palle!”.
Come vede al Cio Coventry, ex nuotatrice?
“È molto centrata. Lei voleva fare la presidente nella vita. Io non ho ancora capito cosa voglio fare. Mi diverte troppo fare tante cose. Forse perché per 20 anni della mia vita ho sempre fatto una cosa”.
Malagò la vedrebbe a guidare una federazione.
“Per fare la presidente devi essere presente tanto. Con la bimba piccola non potrei, tra 10 anni chissà”.