Era il 10 giugno dello scorso anno, il Roland Garros aveva celebrato l’incoronazione di Carlos Alcaraz, finalmente campione nel tempio di Nadal, e Jannik Sinner diventava ufficialmente il primo italiano numero 1 al mondo del tennis. L’altoatesino stava affrontando (ma nessuno lo sapeva) un processo per la positività al Clostebol. Una situazione che lo stava logorando, ma non abbastanza da impedirgli di giocare e spingersi fino alla semifinale dello Slam parigino. Da allora sono trascorse 42 settimane in cui Sinner è rimasto saldamente seduto sul trono ed è già sicuro che non avrà bisogno di alzarsi per almeno altre cinque, arrivando a quota 47. Numeri fenomenali. Jannik ha già fatto meglio di Andy Murray, fermo a 41 settimane, e lunedì acchiapperà anche l’amatissimo Guga Kuerten rimasto in carica per 43 settimane.
Si avvicina dunque il grande traguardo delle 52 settimane consecutive in testa al ranking, impresa riuscita dal 1973 a oggi solo ai più grandi della racchetta. Roger Federer, il Magnifico, è il giocatore che ancora adesso ha la striscia più lunga di permanenza al vertice da quando lo raggiunse la prima volta, ben 237. A seguire Jimmy Connors con 160, l’australiano Lleyton Hewitt a quota 75 e infine Novak Djokovic, che nella prima tranche delle sue 428 totali si fermò a 53. Non importa che il 9 febbraio, mentre si trovava a Doha, su consiglio dei suoi legali abbia accettato un accordo con la Wada per restare fermo tre mesi ed evitare l’arbitrato del Tas già fissato per il 16 aprile, Sinner è sempre lassù.
Da allora non ha più giocato una partita, ma i suoi diretti inseguitori, prima Sascha Zverev e poi Carlos Alcaraz, hanno fatto davvero di tutto per non infastidirlo. L’ultimo è stato proprio il tedesco numero 2 del mondo che, fermato da Fils agli ottavi a Miami, ha praticamente detto addio alle speranze di spodestarlo prima degli Internazionali di Roma, al via col tabellone maschile il 7 maggio. Sinner rientrerà proprio nel torneo di casa ed è già quasi sicuro di farlo da numero 1. Solo l’aritmetica, infatti, tiene in piedi le speranze del tedesco che, per superare l’italiano, dovrebbe vincere tutti i tornei a cui parteciperà da qui all’appuntamento romano: il Masters 1000 di Montecarlo, l’Atp 500 di Monaco di Baviera e infine il Masters 1000 di Madrid. È difficile immaginare che lo Zverev visto nell’ultimo mese e mezzo, dopo la debacle in finale contro l’azzurro, possa riuscire a centrare una tripletta di tale prestigio. Dopo la prima settimana degli Internazionali, se Sascha non riuscirà nell’impresa, Sinner raggiungerà a Roma quota 48 settimane e da lì in poi la sua strada sarà molto meno impervia rispetto a quella dei rivali.
Al Foro non ha punti da difendere, a differenza di Zverev che è campione in carica, e il tifo di casa potrebbe anche spingerlo al trionfo. Ne è convinto anche Andy Roddick, un altro tesserato del club dei numeri 1, anche se solo per 13 settimane: "Sinner tornerà agli Internazionali e il suo pubblico impazzirà - ha detto -. Con il supporto e la fama di cui gode in Italia, non sono sicuro che ci sarebbe potuto essere un posto migliore per lui al momento del ritorno. Anche perché a Torino ha vinto le Finals e sollevato il trofeo di numero 1 di fine anno, ma a Roma non lo vedono da quando ha raggiunto questo grande traguardo. Lo spingeranno e lo proteggeranno , anche se non credo che Jannik sia uno capace di farsi influenzare dal chiacchiericcio che si è fatto su di lui". Il ritorno ideale, dunque, per allungare la permanenza sull’Olimpo che potrebbe, con un po’ di ottimismo, raggiungere quota 65 o addirittura 66 settimane, fino al lunedì dopo lo Us Open di cui difende il titolo. Intanto, per restare coi piedi per terra continuiamo a fare le crocette sul calendario in attesa delle fatidiche 52 settimane, che cadrebbero (cadranno?) proprio a metà del Roland Garros, con la prospettiva dell’aggancio a Nole alla fine dello Slam parigino. Numeri da sogno sulla ruota di Roma.
Fonte: Gazzetta.it