Denver barcolla, ma se la cava a Kansas City vincendo in volata. Detroit butta via una stagione in chiaroscuro con la peggior partita di sempre di Jared Goff, da due intercetti e tre fumble, a Minneapolis, qualificando così Green Bay per i playoff ai danni dei Lions, appunto. E poi Dallas sbanca Landover, casa Commanders: troppo poco e troppo tardi per dare un senso alla stagione dei Cowboys, però. Le partite di Natale Nfl si rivelano più equilibrate e avvincenti del previsto, con la palla ovale in America non c’è mai nulla di scontato… Ecco il dettaglio da tutti i campi.
Dovevano vincere i Broncos, da copione, e vincono i Broncos, dopotutto. Ma i Chiefs vendono cara la pelle, fanno un figurone pur senza Pat Mahomes, pur senza mezza squadra e senza un obiettivo concreto per cui giocare. Denver (13-3) ribadisce i limiti offensivi, segna il suo primo touchdown solo alla fine del 3° periodo e quello decisivo, un passaggio di Bo Nix al running back matricola RJ Harvey, a 1’45” dalla fine all’Arrowhead Stadium. Il finale è rocambolesco. Chris Jones, il miglior difensore di Kansas City (6-10) fa il regalo di Natale agli avversari inciampando in un banale quanto imperdonabile fuorigioco al 4° down a 2’ dalla fine, poi il terzo quarterback dei Chiefs, tale Chris Oladokun, un carneade (con Mahomes e Minshew infortunati questo passa il convento per Coach Reid), arriva sino alle 20 yards avversarie nei secondi conclusivi, ma il suo lancio in end zone al 4° down è alto e incompleto. Per la disperazione di Travis Kelce: per lui potrebbe essere stata l’ultima partita di carriera nel "suo" stadio. Denver se la cava, vince e resta in vetta all’Afc, si avvicina al primo posto di Conference che vale l’accesso diretto al secondo turno dei playoff. Ma che fatica contro i rivali di sempre, rimaneggiati più che mai…
I Lions tirano giù la saracinesca sulla loro stagione. Fanno di tutto per perdere a Minneapolis e ci riescono contro ogni logica delle forze e soprattutto delle motivazioni in campo. Così sono eliminati ufficialmente dalla rincorsa playoff e qualificano Green Bay. La peggior partita della carriera di Jared Goff, da tre fumble persi e due intercetti, arriva nel momento meno opportuno, con la stagione in bilico. Tanti i suoi demeriti, quanti quelli di Coach Campbell, disastroso, e non da oggi, da stratega in partita. Essere 8-8 di record con questo livello di talento a roster è un’impresa alla rovescia. Vanno però sottolineati anche i meriti dei Vikings (8-8) che - allenati bene da Coach O’Connell - vincono la quarta partita di seguito pur già eliminati da tutto e da tempo. Dimostrano orgoglio. La difesa fa un figurone forzando sei palle perse agli avversari, l’attacco fa pena, ma col terzo quarterback, il baffuto Max Brosmer (appena 51 yards di lanci) era assurdo aspettarsi miracoli. Fa quanto basta per vincere pescando il jolly della corsa da 65 yards e 6 punti di Jordan Addison nel finale. Contro questi sciagurati Lions basta e avanza.
Tempo di rimpianti per i Cowboys. Per quel che poteva essere e non è stato. Dallas espugna il Northwest Stadium di Landover esibendo una volta di più il potenziale del proprio attacco: i texani segnano touchdown nei primi tre possessi offensivi e non si voltano più indietro. Dak Prescott lancia per oltre 300 yards, la perla è l’innesco per la presa da 86 yards e la meta di Turpin, George Pickens e CeeDee Lamb stavolta non festeggiano in end zone, ma sono una minaccia costante come ricevitori e il gioco di corse produce addirittura 211 yards. Eppure Dallas (7-8-1) vedrà i playoff in tv. Eppure pure stavolta ci deve pensare il super kicker Brandon Aubrey a chiudere i conti. Perché la difesa tiene in partita i Commanders (4-12) sul gridiron col terzo quarterback, Josh Johnson - sostituto degli infortunati Jayden Daniels e Marcus Mariota - grazie a Croskey-Merritt che corre per 105 yards e due touchdown e a Deebo Samuel, in versione vintage. Solo una sneak che chiude il 4° down di Prescott blinda la gara nei secondi finali. Dallas non ha mai avuto continuità in partita e di partita in partita per tutta la stagione. Uno spreco, con quella qualità in attacco.