Akanji è arrivato l’ultimo giorno di mercato e adesso si ritrova a essere la prima opzione per sostituire Acerbi, fermo per almeno un mese per un risentimento al bicipite femorale della coscia destra. Nella stessa difesa a tre di Chivu, Bisseck ora ha la possibilità di rilanciarsi in una stagione in cui ha visto più partite dalla panchina che dal campo, soprattutto in campionato: appena 4 presenze in 14 giornate. Insomma, l’infortunio del 37enne, ko al 30’ di Liverpool-Inter costringe Chivu a rivedere la difesa, a far assestare un calciatore "importante e di spessore internazionale" come lo svizzero in una posizione più centrale – in tutti i sensi –, e il tedesco sulla destra. Così, per necessità ma anche per avere un’ulteriore alternativa utile per il futuro, anche senza defezioni, nasce l’Inter di Bisseck e Akanji.
Bisseck ha iniziato la stagione da braccetto destro ma dall’autunno Chivu ha iniziato a proporlo in modo più continuativo al centro. E il tedesco ha indossato il nuovo abito con abnegazione. "È un ruolo molto diverso, non c’è tanto da fare in fase offensiva, devo stare indietro e dare copertura alla squadra". Era fine ottobre (Inter-Fiorentina 3-0) e il commento del tedesco al termine della prima partita intera da vice-Ace era di quelli intrisi di ottimismo e voglia di fare. Ma anche di una sconfinata fiducia in quello che chiede l’allenatore alla sua difesa, ovvero alzarsi. Rispetto alla passata stagione, il baricentro è salito fino a 8 metri e il merito è anche di quell’Akanji che adesso è pronto a tornare nel cuore della difesa di Chivu, con Bastoni (il più impiegato in assoluto dell’Inter con 1.136 minuti in campo finora) a sinistra e Bisseck sulla destra. Questo il nuovo assetto a protezione di Sommer. Fino a quando? Acerbi punta a rientrare a San Siro contro il Napoli il prossimo 11 gennaio. Certo, bisognerà vedere come procederà il recupero ma una data cerchiata in rosso sul calendario per adesso c’è.
La nuova difesa sarà varata domenica, a Marassi contro il Genoa, poi verrà esportata in Arabia per la Supercoppa. In sostanza, tenendo metà gennaio come probabile data del rientro di Acerbi, dovrebbero essere 5 (6 con l’eventuale finale di Riad) le partite con Akanji centrale e Bisseck a destra. Senza dimenticare De Vrij in questo valzer difensivo come altra soluzione al centro. Tornando alla coppia elvetico-tedesca, il cambiamento lì dietro riguarderà entrambi ma fin qui non si può proprio dire che abbiano vissuto una prima parte di stagione simile, anzi. Partiamo dai numeri, tanto cari al genio della matematica svizzero: lui in campionato è insostituibile, il tedesco invece in A ha giocato poco più di un terzo delle gare dell’ex City. Sempre presente e mai sostituito il primo con 1.080 minuti in campo - che lo rendono il terzo giocatore di movimento più utilizzato da Chivu -, 292 invece i minuti giocati dal secondo nelle sole 4 presenze collezionate a fronte di 10 panchine. Akanji è uomo di campionato, Bisseck più di Coppa: in Champions infatti il piatto più pesante della bilancia è quello del tedesco, anche se per una manciata di minuti.
"Akanji è importante, doveva venire qua anni fa, prima di andare al City... È un valore aggiunto", il timbro di Chivu sull’ultimo arrivato del mercato estivo. Esperto, vincente (12 titoli in bacheca) e duttile. Risorsa a destra come al centro, per prendersi definitivamente l’Inter e convincere il club a tornare al tavolo del City a fine stagione per pagare i 15 milioni di diritto di riscatto e diventare a tutti gli effetti nerazzurro. Ma occhio, perché quell’opzione può diventare automaticamente obbligo in caso di scudetto. La situazione di Bisseck è diversa (arrivato due anni fa e col contratto fino al 2029) ma anche lui ha fatto della duttilità un punto di forza che ha portato l’Inter a rifiutare qualsiasi avance estiva. Ora il restyling della difesa è realtà, la loro voglia di tornare o confermarsi protagonisti pure.