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Calcio

Mito con il Trap, campione con la Germania: Andy Brehme, storia di una leggenda

Francesco Fontana
Mito con il Trap, campione con la Germania: Andy Brehme, storia di una leggendaDAZN
Lo chiamavano "Piede d'acciaio", l'amico Zenga invece "Shazzy". Il terzino dell'Inter dei record, decisivo a Italia '90 con la Germania, è stato uno dei giocatori più forti della sua generazione

Gli interisti, i tedeschi. Gli amanti del calcio mondiale. Chiunque, nessuno escluso. Impossibile trovare qualcuno che all’arrivo della notizia della sua scomparsa, non si sia fermato a pensare. A pensare a una sua giocata, una sua cavalcata sulla fascia, a una sua vittoria: Andreas Brehme è stato uno dei terzini più forti della sua generazione, tra i migliori di sempre.

Un tedesco allegro, se vogliamo atipico, capace di sorridere sempre e comunque. Uno che ha legato la propria carriera al “suo” Kaiserslautern, al Bayern Monaco e all’Inter, con un legame speciale e vincente con la Nazionale, con la quale raggiunse l’apice della carriera con la vittoria del Mondiale del 1990, in Italia. Competizione in cui risultò essere il migliore nel ruolo, con tanto gol decisivo nella finalissima contro l’Inghilterra: fu lui, al’85’, a metterla dentro battendo con un destro preciso il portiere Goycochea. A poche ore dalla sfida di Champions League contro l’Atletico Madrid, l’Inter l’ha salutato così: “Leggendario”.

Numeri da leggenda

Fu uno dei pilastri della squadra dei record, quella che con Giovanni Trapattoni in panchina vinse lo Scudetto nel 1989: con lui anche un’altra leggenda, un certo Lothar Matthaus (che disse negli anni successivi: “Andreas è il migliore con cui abbia giocato”). Ha vinto tanto, il grande Andy: a Milano pure una Supercoppa italiana e una Coppa Uefa, poi tra Kaiserslautern e Bayern due Bundesliga, una Supercoppa e una Coppa di Germania.

Altri numeri, per capire la dimensione di questo giocatore: 613 presenze ufficiali da professionista, 78 gol e 27 assist. Beh, niente male per un terzino. Un terzino completo, bravo di destro e sinistro che ad Appiano Gentile, nel quartier generale nerazzurro, si divertiva con l’amico Walter Zenga a calciare una volta con un piede, una volta con l’altro. Brehme era ex mediano (trasformato proprio dal Trap) che fece della corsa, della tecnica, della bravura nei cross e di un’ottima intelligenza tattica le qualità migliori. Al termine della stagione 1997-98 disse basta con il calcio giocato, in seguitò allenò il Kaiserslautern, l'Unterhaching e dal luglio 2005 al febbraio 2006 fu anche vice dello stesso Trapattoni sulla panchina dello Stoccarda.

In generale, quella da tecnico, fu un’esperienza neanche lontanamente paragonabile a quella del Brehme calciatore. E i gesti d’amore manifestati dal mondo del calcio nelle ore successive alla sua morte (causata da un arresto cardiaco, si trovava al pronto soccorso della clinica in Ziemssenstrasse), stanno facendo capire tantissimo di ciò che è stato.

"Ciao, amico Shazzy": il messaggio dell'amico Walter Zenga

Il mondo Inter, giocatori del passato e del presente, ognuno a proprio modo, ha voluto ricordare Andy Brehme. Toccante il messaggio social proprio di Zenga, per tutti l’Uomo Ragno: “Ciao amico mio, o come ti chiamavo io ‘Shazzy’. Non dovevi farmi questo, non dovevi farlo a tutti noi. Te ne sei andato troppo presto, ma so che da lassù ci proteggerai e come al solito ti metterai lì e tirerai i rigori, uno di destro e uno di sinistro. Non ti dico che stia piangendo, perché so che tu mi abbracceresti dicendomi ‘Dai Walter, ci sono io’. Ciao Andy”.

Ieri la notizia ha fatto velocemente il giro dei vari media: chi era in viaggio in macchina, magari ascoltando qualche radio sportiva, si sarà accorto di come il tono sia completamente cambiato. Presentare un big match come Inter-Atletico Madrid era, giornalisticamente, entusiasmante: farlo dopo avere appreso questa notizia ha assunto un sapore diverso. L’Inter l’ha ricordato così attraverso i propri canali: “Ci uniamo al cordoglio per la scomparsa di Andreas Brehme, nel ricordarlo abbracciamo i suoi familiari. In ricordo del grande campione tedesco, che ha vestito i nostri colori dal 1988 al 1992 con 154 presenze e 12 gol conquistando uno Scudetto, una Coppa Uefa e una Supercoppa Italiana, scenderemo in campo con l'Atletico Madrid con il lutto al braccio”.

Le ultime storie

E proprio martedì, poco prima del calcio d’inizio, è stato toccante il minuto di raccoglimento, con l’intero stadio in silenzio. Tutti a osservare la sua immagine proiettata sul maxi-schermo: maglia nerazzurra, il suo capello biondo e il solito, enorme sorriso. Il suo essere interista l’ha sempre mostrato con orgoglio, negli ultimi anni soprattutto attraverso Instagram.

Pure nelle ultime, difficilissime ore che hanno portato alla sua scomparsa: nelle storie, infatti, aveva postato due immagini che lo ritraevano con la maglia dell’Inter, la seconda con il messaggio “match-day” con il tag dei profili di Inter, Atletico Madrid e Champions League. L’avrebbe sicuramente guardata la super partita del Meazza, non l’avrebbe persa per nulla al mondo. L’ha guardata da lassù, questa vittoria che il mondo Inter gli ha dedicato. L’ha guardata dal Paradiso dei Campioni. Sempre con il sorriso, con il solito buon umore. Andy va ricordato così.