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Atalanta-Fiorentina da ex per Palladino: perché ha lasciato i viola dopo una sola stagione e il rinnovo appena firmato

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Il tecnico ritrova la sua ex squadra da allenatore della Dea sei mesi dopo il suo addio: cosa ha portato alla rottura e le motivazioni della separazione nonostante il fresco rinnovo di contratto.

Raffaele Palladino torna a sfidare la Fiorentina, la squadra che ha guidato per una sola stagione, la scorsa. 

Dopo le dimissioni a sorpresa a maggio, nonostante il rinnovo appena firmato, il tecnico ha scelto di ripartire dall’Atalanta, subentrando a Ivan Juric dopo un avvio complicato della Dea.

La sfida di domenica a Bergamo rappresenta un ritorno al passato e una sorta di rivincita personale, con la voglia di dimostrare quanto il suo lavoro possa fare la differenza.

PALLADINO RITROVA IL SUO PASSATO

Dopo aver firmato con l’Atalanta un paio di settimane fa, Palladino è subito pronto a sfidare la sua ex squadra.

Dopo la sconfitta al Maradona contro il Napoli e il netto successo in trasferta per 3-0 contro l’Eintracht in Champions League, il tecnico nerazzurro ritrova la Fiorentina, squadra che ha lasciato poco più di sei mesi fa.

Nel frattempo, la Viola ha vissuto una stagione turbolenta: inizio sotto Stefano Pioli, poi l’esonero e l’arrivo di Paolo Vanoli, senza ancora riuscire a conquistare successi in campionato e attualmente ultima in classifica.

Dall’altro lato, Palladino ha preso il posto di Juric sulla panchina dell’Atalanta, con l’obiettivo di risollevare una squadra in difficoltà.

COSA HA PORTATO ALLA SEPARAZIONE

L'addio di Palladino alla Fiorentina è arrivato dopo mesi di riflessione.

Divergenze sulla gestione della squadra e dello staff medico, insieme a una sensazione di fiducia non sufficiente da parte della dirigenza, hanno spinto il tecnico a dimettersi.

Nonostante il rinnovo contrattuale di due anni firmato solo venti giorni prima, Palladino ha deciso che era impossibile proseguire: la sua visione del calcio non si conciliava più con quella del club, e la scelta è stata presa a mente fredda, senza influenze esterne.

LA VERITÀ DI PALLADINO: "SENTIVO CHE RESTARE NON ERA PIÙ POSSIBILE"

In un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport a fine settembre, Palladino aveva spiegato le sue motivazioni:

“Io intendo il calcio come un puzzle, tutti i pezzi si devono incastrare per funzionare. Sono orgoglioso del lavoro fatto a Firenze, ma non c’erano più le condizioni per andare avanti insieme. Idee e visioni troppo differenti. Sul momento mi aveva fatto piacere il rinnovo, ma ragionando a mente fredda, sentivo che restare non era più possibile. E questa sensazione me la portavo dentro da un po’. Non sono mai stato nella mia carriera legato a soldi e contratti. Non avevo nulla quando ho deciso di lasciare la Fiorentina e il tempo lo ha dimostrato. Anzi, per una settimana non ho nemmeno risposto ai messaggi. Tutti i giocatori mi hanno scritto, non se l’aspettavano. Devo dirlo: le videochiamate e i messaggi dei ragazzi mi hanno fatto piangere. Con loro ho vissuto momenti belli e altri molto difficili, per questo si è creato qualcosa di speciale. Infatti ci sentiamo ancora oggi. Tra i momenti più intensi ricordo le vittorie in casa contro Milan, Inter e Juventus. Serate indimenticabili per la città.”

 

COM'ERA ANDATA LA FIORENTINA CON PALLADINO?

La Fiorentina ha vissuto alti e bassi nella scorsa stagione, ma nonostante ciò ha chiuso al sesto posto in classifica, davanti a squadre come Lazio, Milan e Bologna.

In Coppa Italia era arrivato un passo falso pesante: la sconfitta ai rigori negli ottavi di finale nel derby toscano contro l’Empoli ha sancito l’eliminazione anticipata dal torneo.

In Conference League, invece, la squadra di Palladino si era fermata solo ai supplementari nella semifinale di ritorno contro il Betis, subendo la rete decisiva al 97’ e perdendo con un 4-3 complessivo.

TRE PUNTI CHE POSSONO AFFOSARE ANCOR PIÙ LA FIORENTINA

La Fiorentina arriva a Bergamo in un momento delicatissimo.

Attualmente ultima in classifica, i viola devono fare i conti anche con la recente sconfitta in Conference League contro l’AEK Atene, che ha ulteriormente innervosito l'ambiente toscano.

Palladino e la sua Atalanta hanno l’occasione di infliggere un altro duro colpo, forse quello decisivo. La partita diventa così non solo un test per i nerazzurri, ma anche un’opportunità per complicare ancora di più il cammino dei gigliati verso la salvezza in Serie A.