L’unico veramente “sfacciato”? Lukasz Skorupski. Davanti a un Aston Villa che vince la prima gara stagionale, che va come un treno prima e come un “regionale” poi, il portiere polacco non fa differenze, fa voli e linguacce, parate e boccacce, si prende tacchettate sulle mani e para: anche un rigore, a Watkins e davanti a un Villa Park che pregustava già l’esondazione da Europa League. Morale: è vero che Castro prende una traversa (su assist di Orsolini: entrato troppo tardi e chissà perché non dal primo minuto), che anche Vitik o Odgaard arrivano a cercare il pari nella ripresa, ma quel primo tempo così – così passivo – non è stato un bel vedere e anzi servirà per le prossime gare. Solo che la sfacciataggine serviva ora, per dare un segnale a questo torneo. Le scelte iniziali di Italiano di certo non hanno aiutato.
C’è chi resta a riposo per un problema muscolare patito ieri mattina (Dibu Martinez) e chi per turnover ipoteticamente ragionato oltre che piuttosto sorprendente: Italiano “molla” inizialmente in panchina Orsolini e anche Rowe, parte con Bernardeschi che aveva giocato già titolare contro il Genoa, recupera Odgaard e l’essere “on fire” di Santiago Castro non poteva che portare alla sua titolarità; l’argentino va in campo e, come un anno fa in Champions, la prima tocca a lui anche in Europa League. Emery, Re di (questa) Coppa, oltre a non avere il portiere argentino mette inizialmente vicino a sé Watkins. Quando ripensi ai primi 45’ fai un “Bignami” ben semplice e chiaro e rapido delle scelte iniziali: a Unai danno dividendi ma a Italiano no, per niente. Perché Skorupski passa un tempo a vedere i... mostri: il gol di McGinn (Bernardeschi non copre su Buendia a inizio azione, Freuler non scherma lo scozzese) arriva con colpo chirurgico ma per il resto Guessand e due volte Malen arrivano a far sì che il Bologna sembri sceso dal letto dieci minuti prima. Vitik è sempre in differita sull’attaccante olandese, Zortea si confonde spesso, Ferguson subisce la fisicità di Kamara ma soprattutto Odgaard e Bernardeschi dimostrano di non avere il passo consono contro una squadra inglese. Oggi. La macchinosità del primo e la fallibilità confusa del secondo (che però al 6’ fa un recupero eccezionale nella prima occasione-Villans) creano varchi e disequilibri nel Bologna che finisce dentro un tiro a segno, piallato, dove Skoruspki sembra l’Orso del Luna Park: sempre preso di mira. Il calcio asfissiante di Italiano, fra l’altro, nella prima parte di gara non si vede: c’è solo un‘ipotesi di uomo su uomo perché i Villans hanno un giro di lancette anticipato, sempre. E il Bologna, quando ha il pallone, non ha la “garra” completa.
Quando pensi che nella ripresa sia tutto molto diverso, beh, un po’ c’azzecchi: perché l’Aston Villa abbassa un po’ le pretese ma anche qualità fisica e tecnica mentre il Bologna continua a cercare qualcosa che non arriva, sempre con le stesse pedine che Italiano lascia in campo convinto che siano figlie di scelte giuste. Invece no: Bernardeschi non entra mai veramente dentro i giochi, la pressione feroce è più rimandata che puntuale e dopo 20’ c’è anche un rigore per il Villa, Zortea che non si sa come perde palla sulla trequarti, Watkins che scappa, Vitik che rende tutto da penalty mentre un fuorigioco che pare solare non esiste. L’attaccante subentrato calcia come se fosse nel salotto di casa e Skorupski diventa ancor più sfacciato: resta fermo e il pallone gli arriva giusto giusto addosso. Al 21’ del secondo tempo è ancora 1-0, incredibilmente. Pochi minuti dopo, Italiano mette in campo la sua task force: dentro Orsolini (oltre a Holm e Rowe), ed era anche ora. Prima palla, assist dell’ala ascolana e zuccata sottoporta di Castro: traversa. Un mezzo sorriso dentro una serata in cui il Bologna ci ha provato fino all’ultimo dando l’idea di aver perso tempo e un’occasione nonostante Batman-Skorupski.