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Calhanoglu e Orsolini capocannonieri, spariti i centravanti: la classifica marcatori della Serie A è un inedito totale

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Aiuto, è sparito il centravanti. Dove sono finite le punte di una volta, quelle che la cacciavano dentro senza troppi se e senza troppi ma, i classici attaccanti da doppia cifra? Non ci sono più, a quanto pare. Almeno, non nella classifica marcatori della Serie A.

Prendiamo il turno infrasettimanale, che verrà completato questa sera con Cagliari-Sassuolo e Pisa-Lazio: a referto è stata registrata una sola doppietta, messa a segno da Hakan Calhanoglu nel netto 3-0 dell'Inter contro la Fiorentina. Per il resto, soltanto realizzazioni singole. Anche se alla fine non ci sono stati 0-0, diversamente dall'abbondanza di un paio di weekend fa.

Proprio Calhanoglu è così balzato al primo posto della classifica dei migliori bomber del torneo: cinque reti alla pari di Riccardo Orsolini, che si era preso la vetta domenica 19 ottobre grazie al sinistro vincente contro il Cagliari.

In pratica, a comandare sono un regista e un esterno offensivo. Nessun centravanti in prima posizione. Ma attenzione: di punte vere, pure, non se ne vedono neppure nelle immediate retrovie. E questo per la Serie A, anche degli ultimi anni, è un inedito assoluto.

LA CLASSIFICA MARCATORI

Calhanoglu e Orsolini guardano tutti dall'alto verso il basso, come detto. E sotto di loro? Ci sono un paio di seconde punte, un trequartista e un paio di mezzeali. Non è una barzelletta vecchio stile: è la fotografia di come parecchio sia cambiato in Serie A.

Le mezzeali sono lo scatenato Frank Anguissa, anima del Napoli rinato dopo la batosta di Eindhoven, e il compagno di squadra Kevin De Bruyne, ora ai box: il primo ama travestirsi da attaccante a sorpresa e segna in inserimento, il secondo fin qui ha timbrato su punizione maligna (all'esordio col Sassuolo) e poi per tre volte dal dischetto.

Le seconde punte? Christian Pulisic e Federico Bonazzoli, quest'ultimo strepitoso protagonista della Cremonese in casa del Genoa con quella rovesciata dello 0-1. E poi c'è Nico Paz, eccellente fin qui tra goal e assist per i compagni. Ma di nuovo: non è un attaccante.

Chi sono dunque i primi centravanti in cui ci si imbatte scorrendo la classifica verso il basso? Eccoli a quota 3 tutti quanti: Giovanni Simeone, Dusan Vlahovic, Keinan Davis, Ange Yoan-Bonny, Lautaro Martinez, Marcus Thuram. Oltre a Rafael Leao, che al Milan sta facendo l'attaccante. 3 goal in 9 giornate, sì: non esattamente un bottino di prim'ordine.

I DOMINATORI SONO SPARITI

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Un anno fa, proprio dopo la nona giornata, la classifica dei marcatori della Serie A aveva un re incontrastato: Mateo Retegui. Ovvero colui che, alla fine del campionato, avrebbe effettivamente conquistato lo scettro del capocannoniere.

Solo che Retegui non c'è più: è andato in Arabia Saudita, all'Al Qadsiah. Così come c'è ma solo formalmente Ciro Immobile, che per un decennio circa la Serie A se l'è rivoltata a piacere come un calzino e che nel 2017/18, a questo punto del campionato, era già a quota 13 (!): l'ex laziale è un giocatore del Bologna, ma solo per modo di dire, visto che non è ancora tornato in campo dopo l'infortunio che lo ha stoppato al debutto in casa della Roma.

Non sta dominando neppure Lautaro Martinez, che nell'anno dell'ultimo Scudetto dell'Inter (2023/24) aveva già segnato 11 volte in 9 partite. Oggi l'argentino segna meno e spreca di più, come a Napoli sullo 0-0, quando a tu per tu con Milinkovic-Savic a tu gli ha calciato addosso. Non ci sono più Zlatan Ibrahimovic e Cristiano Ronaldo (10 e 9 goal nel 2020/21), o Mauro Icardi (9 nel 2017/18), mentre Edin Dzeko, capocannoniere nel 2017 con 29 centri, combatte con la carta d'identità.

GLI INFORTUNATI

Va poi preso in considerazione un altro discorso: diversi centravanti non sono presenti ai primi posti della classifica cannonieri proprio perché non sono presenti... in campo. In pratica, perché sono infortunati o perché lo sono stati, giocando di conseguenza molto meno di quanto avrebbero desiderato nelle prime settimane della stagione.

È il caso di Immobile, come detto. Ma anche di Romelu Lukaku, out dall'estate, nonostante le cifre realizzative del belga nelle ultime annate non siano paragonabili a quelle del biennio trascorso all'Inter con Antonio Conte (dal 2019 al 2021).

Il sostituto di Lukaku, ovvero Rasmus Hojlund, ha cominciato bene segnando subito a Firenze e poi si è a sua volta fermato. Così come ha trascorso un mese ai box Marcus Thuram, protagonista di un ottimo avvio di stagione sia in campionato che in Champions League e candidato al trono dei bomber, ma pronto solo ora a riprendersi un posto nell'Inter. Senza dimenticare Duvan Zapata, reduce da un anno tremendo.

QUANTE DELUSIONI

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Chi è stato toccato solo marginalmente dagli infortuni, e potrebbe potenzialmente mirare alla doppia cifra e oltre, sta invece facendo i conti con un'altra questione: un rendimento che proprio non decolla.

È il caso ad esempio di Moise Kean, che nel 2024/25 è stato il trascinatore della Fiorentina e oggi ha segnato appena due volte, di cui una su rigore. Non gira lui e non gira neppure la Fiorentina, pesantemente invischiata nelle zone più melmose della classifica: difficile capire con esattezza quale sia la causa e quale l'effetto.

Sta ampiamente deludendo Santiago Gimenez, che tra pali e occasioni sprecate sembra essere stato investito da una maledizione messicana: è ancora a zero come Evan Ferguson, che coi club non segna da un anno in campionato. Sta facendo leggermente meglio Artem Dovbyk, peraltro quasi scambiato con lo stesso Gimenez in estate, autore di una bella girata vincente nel 2-1 contro il Parma.

E che dire degli attaccanti della Juventus? Il fatto che Igor Tudor non sia mai riuscito a trovarne uno stabilmente titolare la dice lunga sulle oscillazioni di Dusan Vlahovic, Jonathan David e Lois Openda. Meglio di tutti si sta comportando il serbo, a segno contro l'Udinese e applaudito da chi poco tempo fa lo fischiava: non a caso è lui l'unico juventino a fare capolino tra i giocatori più prolifici della Serie A dopo registi, mezzali, seconde punte e trequartisti.

UN INEDITO

In generale, prendendo in considerazione anche solo l'ultimo decennio, trovare un capocannoniere - o un paio di capocannonieri, in questo caso - fermi a quota 5 dopo 9 giornate non è raro: è un inedito assoluto.

Prendete il dato del 2024/25: il capocannoniere era già Retegui, e fin qui tutto normale. Solo che aveva già segnato il doppio rispetto a Orsolini e Calhanoglu: 10 reti, più di una a partita. E a seguire Thuram con 7 reti e Vlahovic con 6.

Il recordman in questo senso nell'ultimo decennio? Il pluricitato Immobile con le sue 13 reti del 2017/18. Quindi Lautaro Martinez, 11 nel 2023/2024, e diversi elementi a 10 nel corso degli anni: lo stesso Retegui, Ibrahimovic, ancora Immobile, Dybala. Un quadro ben diverso rispetto a quello odierno.