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Carica Conte: "Amma faticà cchiù assaje. Ma saremo armati, è bene che si sappia"

Gazzetta

Lo scudetto dà orgoglio ma non cambia la visione. Sarà ancora un Napoli umile, dedito al lavoro. Ma con una consapevolezza maggiore. È questo il messaggio che manda Antonio Conte nel giorno della prima conferenza stampa della stagione: “Per definizione chi ha lo scudetto sulla maglia parte favorito o tra i favoriti – sottolinea il tecnico -. Non ci dobbiamo sottrarre o nascondere per timore. Noi abbiamo fatto tanto per cucirci addosso, è inevitabile che questa annata debba essere molto stimolante. Ma c’è un passato molto recente che non dobbiamo dimenticare mai. Bisogna trarre degli insegnamenti anche dalle cose negative. Quello che è accaduto due anni fa deve essere d’insegnamento, soprattutto all’ambiente. Noi siamo sul campo e lavoriamo, non ci saranno mai voli pindarici. Saremo molto umili”. La cattiva gestione del post scudetto 2023 ha portato Conte a Napoli. E ora toccherà a lui gestire questo nuovo successo, con la solita cultura del lavoro. “Non dobbiamo sottrarci alla responsabilità di portare lo scudetto, ma dobbiamo essere tutti uniti, le cose non saranno mai facili in assoluto”. Quale può essere il nuovo slogan? "Visto che torniamo in Europa va bene amma faticà again. Come avevo detto la sera della conferma, se lo preferite solo in napoletano allora amma faticà ma cchiù assaje".

Quattro competizioni da affrontare in cui il suo Napoli “vorrà dare fastidio a tutti, come un anno fa”. Però con il vantaggio di un mercato già molto avanti, di una rosa più profonda e con maggiore qualità, e della possibilità di allenare sin da subito la squadra quasi al completo. “Guardavo la foto dello scorso anno qui a Dimaro, per un motivo o un altro (Nazionali post europeo, mercato in ritardo, ndr.) alla fine di quel gruppo sono rimasti in sei. Logico che oggi avere già una base solida su cui lavorare dall’inizio è un vantaggio enorme. C’è la base di chi ha vinto lo scorso anno e in più stanno arrivando giocatori che ci daranno una mano, bravi, ma che ancora non hanno toccato il loro punto più alto in carriera. Io spero di aiutarli a crescere, quello è il mio lavoro. Ovviamente non parlo di De Bruyne, che non ha bisogno di presentazioni”. Già, Kevin è valore aggiunto, l’uomo qualità che può aiutare il Napoli ad avere ambizioni diverse. “Speriamo possa darci uno step ulteriore, ma dirlo il primo giorno di ritiro è difficile. Avevamo bisogno di un giocatore che alzasse la qualità della rosa, e lui è stato uno dei centrocampisti più forti al mondo per tanti anni. Ora viene da noi ad affrontare una nuova sfida, anche per lui è una situazione diversa: ha già raggiunto livelli altissimi nella sua carriera e ha tanto da dare ancora al calcio”. 

Poi sugli altri acquisti. “Sono dei ragazzi in cui abbiamo visto del valore, vengono ad un’età diversa rispetto a Kevin, vengono per strutturare il Napoli non solo per il presente ma anche per il futuro. Diamo loro il tempo di ambientarsi, c’è da lavorare come sempre. Siamo convinti che la strada che abbiamo intrapreso con il club sia quella di creare una struttura solida con il Napoli che anche quando io andrò via tra 5, 7, 10 anni, non so quando accadrà, ci sia una stabilità anche per chi mi succederà. Essendoci tante competizioni non possiamo minimamente pensare di avere titolari e non titolari. Ci sarà spazio per tutti. Bisogna implementare una rosa che non era strutturata e ancora non è strutturata per fare tutte queste competizioni”.

E a chi gli fa notare come parte della critica che lo riguarda parla di un percorso europeo con poche soddisfazioni, Antonio ribatte. “Sapete quante volte ho fatto la Champions da tecnico? Sei: due con la Juve, una con Chelsea e Tottenham e due con l’Inter. Sono pochissime. E ogni volta ereditavo una squadra che non aveva fatto la Champions negli anni precedenti o non era abituata a certi livelli. Un po’ è stata colpa mia, che non ho avuto la pazienza di restare tanti anni in uno stesso club, ma intendo dire che in Europa la strada è molto difficile. Il City, che ha il miglior allenatore al mondo, ha vinto una volta negli ultimi dieci anni. E il Psg ha vinto quest’anno, nonostante nel tempo abbia avuto i giocatori migliori come Mbappé, Messi, Neymar… Noi sappiamo chi siamo, ma sappiamo anche quali sono i nostri limiti. Ed è giusto che li rispettiamo. Dobbiamo cercare con ciò che abbiamo a disposizione di fare del nostro meglio e dare fastidio a tutti. Ma saremo armati, è bene che si sappia. L'obiettivo deve essere rendere orgoglioso il popolo napoletano".