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Chiesa: "Via dai Reds? Non ci penso proprio. Sono qui per migliorare". E sui tifosi...

Gazzetta

Federico Chiesa non ha nessuna intenzione di smettere di provarci. L’esclusione dalla lista Champions e la panchina nel derby contro l’Everton sono state un doloroso promemoria di quanto l’azzurro sia indietro nella lista delle preferenze offensive di Arne Slot, dopo il mese di agosto da primo cambio offensivo. Eppure i due assist per i gol del Liverpool nel 2-1 al Southampton in Carabao Cup sono un perfetto promemoria di quello che Chiesa può dare, del perché vuole continuare a mostrare di meritarsi un posto più al sole nei Reds. "Gioco nel Liverpool, uno dei migliori club al mondo: normale ci sia tanta competizione, se non la volessi andrei altrove - ha detto dopo aver aiutato i Reds a guadagnarsi gli ottavi della coppa di lega -. Ma io voglio questa competizione, voglio giocare qui perché penso di poter diventare un giocatore migliore". Anche perché i tifosi lo adorano, col coro a lui dedicato diventato la colonna sonora dell’ultima vittoria ad Anfield. "Sento il bisogno di dare loro qualcosa in cambio" ha raccontato Federico dopo la vittoria sul Southampton. 

La Kop, il cuore pulsante del tifo Reds, ha adottato Chiesa fin dallo scorso anno, nonostante le apparizioni col contagocce. "Li sentiamo piangere a Torino. Federico è qui per vincere. Una chiacchierata con Arne Slot e ha detto ciao: f… Juve, sono della Kop ora!" cantano i tifosi del Liverpool. Un coro risuonato durante la sfida di Carabao Cup, in cui Slot ha dato a Chiesa la prima chance da titolare della stagione. "Penso di aver giocato già di più quest’anno dell’intera scorsa stagione - ha raccontato l’azzurro, che nel 2024-25 si era fermato a 108’ di Premier in 6 presenze e quest’anno è arrivato a 51’ in quattro -. Mi sento molto meglio a livello fisico, sono felice e devo continuare su questa strada. Quel coro l’ho sentito già nella scorsa stagione e sento di dover dimostrare ai tifosi di meritarmelo: voglio continuare a provarci. Il coro mi piace, non ci vedo niente di sbagliato. Ma voglio dare loro qualche motivo in più per cantarlo".

Uno dei problemi di Chiesa è che l’esclusione dalla lista Champions, conseguenza anche delle regole Uefa sul numero minimo di giocatori del vivaio e di giocatori prodotti delle Academy nazionali, limita le sue possibilità. "Non sono in lista, quindi devo concentrarmi sulla Carabao Cup, usarla per mostrare al tecnico che posso giocare di più in Premier - ha detto Chiesa -. Mi ha dato delle chance nelle prime quattro partite di campionato e penso di aver mostrato che posso aiutare la squadra. L’allenatore mi ha spiegato perché non mi ha inserito in lista: mi è dispiaciuto, perché penso che la Champions sia il sogno di ogni giocatore, ma sono un professionista e gli ho detto che avrei continuato a lavorare duro per avere le mie chance nelle altre competizioni". In Carabao Cup l’ha avuta: non ha solo dimostrato di essere da Liverpool, ma anche di poter fare la differenza. Adesso tocca a Slot credere in lui, magari già dalla sfida di sabato in Premier col Crystal Palace.

Ci è riuscito contro il Southampton, Chiesa. E spera di continuare a riuscirci. Ma qui dipende da Slot, dalle sue scelte nel super attacco in cui Federico sta cercando di conquistarsi spazio. "L’anno scorso è stato difficile stare fuori, anche se non penso di essere stato al livello che l’allenatore voleva per farmi giocare. Quest’anno è diverso - ha spiegato -: mi sento meglio sia a livello fisico che mentale, l’allenatore lo ha visto e mi ha dato più chance. Sono felice di aver dato una mano in Premier: è quello che il Liverpool vuole da ciascuno dei suoi giocatori, quello che l’allenatore chiede. Se giochi per il Liverpool, devi sapere come fare la differenza. Io sono felice per il momento che sto vivendo e so di dover continuare a lavorare duro per avere più opportunità in futuro".