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Dai gol del centrocampo alla migrazione di Leao. Le 5 scommesse di Allegri: cosa manca per vincerle?

Gazzetta

No, non sono soltanto due come indica Allegri nella foto qui sopra. Le cose che Max si aspetta dal suo Milan edizione restaurata 2025-26 sono decisamente di più. Alcune sono obblighi, altre scommesse, altre ancora si dividono a metà fra intenti e percorsi inevitabili. Ne abbiamo individuate cinque (ma sarebbero molte di più): a che punto è il Milan e cosa manca all'allenatore?

È lo strettissimo imbuto attraverso il quale deve passare Max se vuole garantirsi una permanenza serena a Milanello (anche perché in caso di fallimento, la permanenza stessa non sarebbe garantita). Per come sta affrontando l'argomento il tecnico da inizio stagione, il piazzamento finale è un non-problema: l'importante è che non sia oltre il quarto posto (se poi l'Italia grazie al ranking rimetterà le mani su uno slot extra, meglio per tutti). Tra primo e quarto, però, c'è un'impercettibile differenza: scudetto della seconda stella o minimo sindacale richiesto dalla proprietà. Fin qui Max la parola scudetto non l'ha mai pronunciata apertamente, anzi: sta ripetendo in loop che Napoli e Inter sono le favorite e che il vero obbligo per il Diavolo è tornare in Champions. Lo scopo, evidente, è sgombrare il più possibile Milanello dalla pressione, cedendola agli altri. Il problema è che il Milan, giunti a questo punto, non può nascondersi: la classifica, al netto degli stenti con le avversarie di rango minore, sorride. E l'infilata di risultati portati a casa con le dirette concorrenti autorizza per forza di cose pensieri di primo piano, anche se la brutta uscita di scena da Coppa Italia e Supercoppa ha raffreddato l'ottimismo. Occorre ritrovare compattezza difensiva e servono innesti mirati sul mercato. Uno - Fullkrug - è arrivato, ma non basta.

È il cardine, la pietra angolare su cui Allegri come sempre edifica tutto il resto. Anche in questo caso, lo sta ripetendo allo sfinimento: alla fine, nella grande maggioranza dei casi, vince chi ha preso meno gol, non chi ne fa di più. Rispetto alla scorsa stagione Max ha rimesso in piedi la fase difensiva: c'è attenzione, c'è compattezza, c'è il cambio di sistema che ha agevolato tutti. Ma non bisogna sottovalutare gli ultimi singhiozzi: aver subito sei gol nelle ultime tre uscite dopo che i precedenti sei erano stati spalmati su sette gare, è un campanello d'allarme. Qualche settimana fa, il tecnico aveva detto che per ambire al campionato occorre subire non più di 25 gol. Per l'andamento attuale del torneo, ci si può concedere una cifra superiore, ma intanto ora come ora il Diavolo è già a quota 13 in 15 partite, appesantito dalle quattro reti incassate tra Torino e Sassuolo. Con questa media, a fine campionato sarebbero 32-33 gol. Troppi. L'anno scorso il Napoli ha chiuso con 27, la stagione precedente l'Inter con 22. Occorre ripristinare l'attenzione feroce dei primi tre mesi.

Riabilitazione non solo in termini medici, ma per status offensivo. Santi ha bisogno di tornare a spiegare al mondo di essere un centravanti che sa fare gol. Dovrà attendere febbraio, quando riemergerà dal lungo stop dopo essersi operato alla caviglia (si è parlato anche di una sua cessione a gennaio, ma considerando l'infortunio è uno scenario improbabile). Allegri in questi mesi ha sempre difeso il messicano, un po' perché è questo che un allenatore di solito fa quando un suo giocatore è in difficoltà, un po' perché in effetti Gimenez il più delle volte gli ha garantito un lavoro oscuro ma prezioso. Però, certo, quella casella dei gol in campionato che resta tristemente immacolata è un macigno sulle spalle di Santi. L'obiettivo di Max? Riavere il messicano pronto per l'ultimo spicchio di torneo: come dice sempre il tecnico, è da marzo in poi che si decide tutto. Gimenez potrebbe essere l'arma in più.

Lavori in corso, con Max che però non si limita a fare l'osservatore ai bordi del cantiere: è il primo artefice dei cambiamenti tattici a cui è chiamato Rafa nel suo 3-5-2. Le sgasate sulla fascia non sono proibite, ma deve esserci necessariamente dell'altro. Il portoghese sta imparando, si sta applicando anche se resta una transizione complessa. Questa è una delle scommesse più grandi di Allegri: quando la porterà a casa - e "se" la porterà a casa - l'upgrade per il Diavolo sarà gigantesco. L'obiettivo non è fuori portata: Leao ha già segnato alcuni gol da centravanti vero.

In tempi recenti, Max ha già fatto presente pubblicamente di aspettarsi un apporto maggiore in zona gol dai centrocampisti. Qualcosa si è sbloccato, ma non è ancora abbastanza. Al momento nessuno è andato oltre il singolo centro: Modric, Rabiot, Loftus-Cheek, Fofana e Ricci sono tutti a quota uno. Considerando che il gioco di Allegri prevede una buona partecipazione delle mezzali alla fase offensiva, il bottino è esiguo. Ad agosto il tecnico rossonero aveva detto: "Loftus-Cheek e Fofana dovranno fare almeno 15 gol in due, è un obiettivo che ho dato e al quale tengo". Ecco, occorre lavorarci parecchio su per tentare il cambio di marcia.