Il tecnico ha ribaltato uomini e modulo contro l'Atalanta, tornando alla vittoria grazie a un gran primo tempo e con uno schieramento inedito: la difesa a quattro finirà in soffitta?
Il Napoli è tornato a vincere. E considerato tutto quel che era successo nell'immediato post Bologna, considerato il caos mediatico scatenato dalle parole di Antonio Conte, considerato come il momento di forma non fosse positivo, era tutt'altro che scontato.
I campioni d'Italia hanno battuto 3-1 l'Atalanta, rovinato l'esordio sulla panchina nerazzurra di Raffaele Palladino e si sono ripresi la testa della classifica. Soprattutto, hanno dato un messaggio chiaro al campionato e a tutte le concorrenti per lo Scudetto: sono più che mai vivi nonostante tutti i problemi.
Non solo lo sfogo di Conte: anche gli infortuni hanno messo i bastoni tra le ruote azzurre. Tanto da costringere l'ex allenatore di Juventus e Inter a ribaltare la squadra dal punto di vista degli uomini e del modulo, con un 3-4-3 provato alla vigilia ed effettivamente attuato al Maradona.
Ha funzionato, e un risultato costruito già nei primi 45 minuti lo dimostra ampiamente. Con il punto interrogativo di come il Napoli potrà ora essere schierato in campo nell'immediato futuro, tra la sfida di Champions League col Qarabag e l'ennesimo big match contro la Roma di domenica prossima.
Conte ha lasciato in panchina Politano, reduce dagli impegni con la Nazionale: semplice gestione delle forze all'interno di un calendario sempre fittissimo. In attacco si è così rivisto Lang, deciso a lasciare il segno dopo il goal annullato a Torino qualche settimana fa.
In difesa, invece, ecco Beukema: più volte titolare all'inizio della stagione per sopperire ai guai fisici dei titolari, ovvero Rrahmani e Buongiorno, l'ex bolognese è partito sul centro-destra di un reparto a tre completato proprio dai due compagni.
Risultato: il Napoli ha sciorinato un primo tempo di altissimo livello. E il merito è stato soprattutto delle due ali, così poco impiegate da Conte nelle settimane del 4-1-4-1: doppietta di Neres e poi ecco finalmente il primo sigillo italiano di Lang. L'Atalanta ha poi accorciato con una splendida volée di Scamacca, ha sfiorato più volte il 3-2, ma gli azzurri in qualche modo se la sono cavata.
Il passaggio dal 4-3-3 che il Napoli stava utilizzando negli ultimissimi tempi al 3-4-3, in realtà, sorprende solo parzialmente. Perché Conte aveva già abituato tutti, nel suo primo anno e poco più in Campania, a un eclettismo tattico che nei primi anni della sua carriera lo aveva caratterizzato in maniera minore.
Ricordate? Anche nello scorso campionato i futuri campioni d'Italia erano partiti con tre difensori davanti all'allora portiere titolare Meret. Poi l'arrivo di McTominay aveva indotto Conte a passare a quattro dietro, con lo scozzese a fluttuare tra centrocampo e trequarti alle spalle di Lukaku. In pratica, un 4-2-3-1. Così i partenopei sono scesi in campo per gran parte della stagione dello Scudetto.
Non è mancata però una nuova spruzzata di difesa a tre, la soluzione trovata da Conte per venire incontro agli infortuni. Con Raspadori alle spalle di Lukaku, Di Lorenzo terzo sul centro-destra come in Nazionale, Politano a tutta fascia. Gli azzurri hanno tenuto botta in qualche modo, preparandosi per il rush finale e mostrando in certe occasioni anche il volto del 4-4-2.
L'arrivo in estate di Kevin De Bruyne, e la necessità di farlo convivere con McTominay, hanno infine portato alla creazione del 4-1-4-1. Modulo che qualche sopracciglio l'ha fatto sollevare, sia per i risultati a singhiozzo che per quella posizione dello scozzese (largo a sinistra) poco in linea con le sue caratteristiche di incursore centrale.
Se il grave infortunio di De Bruyne ha portato a un nuovo stravolgimento tattico, con un nuovo accentramento di McTominay e il ripristino del 4-3-3, sempre i guai fisici dei giocatori della rosa e in particolare il serissimo stop di Anguissa hanno convinto Conte a cambiare nuovamente: spazio al 3-4-3 visto contro l'Atalanta.
Perché sì, proprio questo è il motivo principale - se non l'unico - della difesa a tre vista sabato sera al Maradona: gli infortuni, i soliti infortuni. L'ultimo proprio quello del camerunense, pilastro dell'undici titolare, che si è fatto male in Nazionale e ne avrà per un bel po'.
Conte, in pratica, si è ritrovato senza centrocampisti. Anche perché all'appello manca sempre Gilmour, out dalla sfida vincente contro l'Inter di fine ottobre e non ancora rientrato in campo. Ecco perché pensare a un reparto centrale con tre elementi è diventato sempre più complicato, se non impossibile.
“L’ultima tegola di Anguissa, che si è fatto male in Nazionale, mi ha portato a fare delle riflessioni a livello oggettivo - ha spiegato il tecnico a DAZN dopo la gara con l'Atalanta - A centrocampo siamo rimasti veramente in pochi. Elmas è un jolly, non è proprio un centrocampista. Quelli di ruolo sono Lobotka e McTominay, più un prospetto come Vergara che però è più offensivo”.
Detto che Anguissa e De Bruyne torneranno solo nel 2026, e che Conte non vede Elmas come una mezzala pura, la chiave è proprio Billy Gilmour, ancora ai box a causa della pubalgia. Qualcuno sussurrava che lo scozzese, che ha appena vissuto da semplice tifoso la gioia della qualificazione della propria Nazionale ai Mondiali, potesse rientrare in campo contro l'Atalanta: non è stato così, e Conte ha agito di conseguenza.
In che senso è la chiave? Nel senso che a Napoli ha sempre fatto il regista in assenza di Lobotka, ma può giocare anche mezzala. Con lui, insomma, potrebbe essere ripristinato il 4-3-3: Billy e il connazionale McTominay a garantire equilibrio da una parte e incursioni dall'altra, più il fosforo dello slovacco a dettare i tempi davanti alla difesa.
Il problema è sempre il solito: ma Gilmour quando tornerà in campo? Non subito, a quanto pare. Ovvero non col Qarabag, gara della quinta giornata del girone di Champions League in programma già martedì sera al Maradona.
Qualche speranza in più potrebbe esserci in vista di Roma-Napoli di domenica 30, ma certezze non ce ne sono: dipenderà dai prossimi giorni, se Gilmour tornerà in gruppo o meno, se si rimetterà a disposizione di Conte o meno. La pubalgia è delicata e nessuno ha intenzione di affrettare i tempi.
In sostanza, almeno a breve termine il Napoli si appresta a continuare sulle ali del 3-4-3. Dove le ali in questione saranno Politano, che tornerà dall'inizio già col Qarabag, e uno tra Neres e Lang, col brasiliano favorito. Niente ritorno alla difesa a quattro, dunque. E non perché squadra che vince non si cambia. O meglio, non solo per questo.