Dall'anonimato al Real Madrid in un paio d'anni. Solo poco tempo fa, Dean Huijsen era un virgulto della Juventus Next Gen e giocava in Serie C. Ha sfiorato un prestito a Frosinone, è andato a giocare nella Roma giallorossa, si è guadagnato la Premier League. E poi, appunto, il treno chiamato Merengues.
L'addio alla Juventus, però, a qualcuno non è ancora andato completamente giù: a Donald Caspar Huijsen, detto Donny, che di Dean è sia il padre che l'agente. E che, nonostante la carriera del figlio sia decollata in maniera totale, in un'intervista a Tuttosport non ha perso l'occasione di puntare il dito contro alcune persone per quanto accaduto al momento della cessione al Bournemouth dell'estate 2024.
Le persone in questione sono principalmente due: Cristiano Giuntoli e Thiago Motta, quest'ultimo divenuto da poco l'allenatore della Juventus a quei tempi. "Brutale": così Huijsen senior ha definito il trattamento ricevuto dal tecnico italo-brasiliano. Giusto per capire bene il tenore di quella separazione.
"È stato un vero shock - ha detto - Non ci potevamo credere, ci siamo rimasti di sasso. Male, troppo male. Un giorno nero. Bruttissimo. Un fulmine a ciel sereno. Ma perché? Ci chiedevamo senza poter comprendere i motivi della separazione forzata. Dean stava a meraviglia a Torino, parla benissimo italiano, era apprezzato e ben voluto da tutti. Dallo staff ai compagni di squadra, da tutto il mondo Juve fino al magazziniere. Giuntoli è stato categorico e Motta brutale quando gli hanno detto che non avrebbe più fatto parte del progetto e che doveva andarsene, che non aveva più il permesso di allenarsi con la prima squadra".
Donny Huijsen, quindi, ha rincarato la dose su Giuntoli:
"Cacciato da Elkann anche per quella cessione? Lui e Motta non sono propriamente da annoverare tra i miei migliori amici...".
"Decisivo? Decisivo forse no, però rilevante sì. Lui ha così assimilato le caratteristiche del calcio olandese, lo stile offensivo dell’Ajax, e l’intensità del “fútbol” spagnolo. Dopodiché quando è passato alla Juve ha accorpato le peculiarità del calcio italiano: tattica e difesa. Un “mix” molto importante. È un ragazzo che sa ascoltare: ha appreso molto dagli insegnamenti di Mourinho suo mentore alla Roma. E adesso sta imparando tanto agli ordini di Xabi Alonso a Madrid".
"Sono tuttora molto amici, hanno legato subito nelle giovanili della Juve. Si sentono praticamente ogni giorno al telefono. Hanno creato una chat di gruppo, c’è anche il bosniaco Tarik Muharemović ora al Sassuolo. Stanno già cominciando gli sfottò in vista di Real Madrid-Juventus del prossimo 23 ottobre in Champions... Io e suo papà Engin ci frequentavano spesso a Torino. Sua moglie Beate è tedesca quindi non c’erano problemi di lingua perché olandese e tedesco sono lingue molto simili".
"È umile, non corre dietro alle ragazze, ma è concentratissimo sulla sua professione ed è anche molto ambizioso - ha concluso il padre di Huijsen - Oltre a sognare il Golden Boy quest’anno, ultima sua occasione perché nel 2026 non potrà più essere candidato dato che compirà 21 anni, lui vuole vincere possibilmente tutto: Liga, Champions, Supercoppa e Copa del Rey con il Real Madrid e la Coppa del Mondo con la Spagna...".