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La Fiorentina aggrappata anche alla legge dell’ex: Kean, Fagioli e Nicolussi Caviglia per cercare la svolta contro la Juventus

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La Fiorentina ospiterà la Juventus nel dodicesimo turno di campionato: una sfida speciale per Kean, Fagioli e Nicolussi Caviglia, il riscatto passa anche da loro.

Nessuna vittoria in campionato, un ultimo posto che per forza di cose ha cambiato completamente le prospettive e la sensazione, ormai da settimane, di essere vicini a quel bivio che però non arriva mai.

Per la Fiorentina il bivio potrebbe assumere i contorni della più acerrima tra le rivali: la Juventus.

I gigliati, tra le mura amiche dell’Artemio Franchi, cercheranno contro la Vecchia Signora quel risultato che possa rendere meno profonde le sabbie mobili nelle quali si sono ritrovati e soprattutto trovare quella spinta necessaria per invertire una rotta che fin qui ha condotto a un inizio di stagione da incubo.

Contro la Juve, la Fiorentina dovrà aggrapparsi a ogni singolo fattore possibile, compresa quella regola non scritta del calcio che tante volte, nei più svariati contesti, si è rivelata decisiva: la legge dell’ex.

Nella formazione viola ci sono giocatori che non solo la maglia bianconera l’hanno vestita, ma che all’ombra della Mole sono cresciuti e hanno poi mosso i primi passi verso il calcio che conta.

Tre elementi importantissimi per Vanoli come Kean, Fagioli e Nicolussi Caviglia (in rigoroso ordine di approdo a Firenze): molte delle speranze della Fiorentina passeranno anche dai piedi e dalle idee di coloro che per tanti anni hanno avuto nel bianconero una sorta di seconda pelle.

KEAN SARÀ DELLA SFIDA

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Il primo a compiere quello che fino a pochi anni fa era considerato un passo tanto importante quanto insolito è stato Moise Kean.

Arrivato nel settore giovanile bianconero quando non aveva ancora dieci anni, alla Juventus si è formato calcisticamente imponendosi come uno dei più grandi talenti del panorama europeo. Ma è solo alla Fiorentina, alla quale si è legato nell’estate 2024, che è esploso definitivamente, iniziando a esprimere con continuità tutto il suo potenziale.

Lo ha fatto dopo essere diventato, proprio in maglia Juve, il primo giocatore nato negli anni 2000 ad esordire prima in campionato e poi in Champions League, ma anche dopo una serie di alti e bassi che avevano portato molti a pensare a una stella destinata a non brillare mai completamente.

Ha scelto la Fiorentina dopo un’ultima annata a Torino segnata da qualche problema fisico di troppo e da zero goal, e in viola si è imposto fino a diventare uno degli idoli della tifoseria (circostanza non scontata a Firenze per chi arriva dalla Juventus).

In riva all’Arno ha vissuto una prima stagione da protagonista assoluto, chiusa con 19 reti in campionato (25 complessive), che gli sono valse il secondo posto nella classifica marcatori e un ritorno stabile in Nazionale.

In questa seconda travagliata annata, solo a tratti ha fatto intravedere gli acuti dello scorso anno: dopo undici turni di campionato è fermo a quota due reti, mentre dodici mesi fa era già arrivato a cinque.

Reduce da un infortunio che lo ha costretto a saltare il delicato scontro diretto con il Genoa e gli impegni con la Nazionale, contro la Juve ci sarà.

La Fiorentina avrà bisogno del vero Kean non solo per avere la meglio sui bianconeri, ma anche per tirarsi fuori dalla zona retrocessione. A Torino, dopo l’exploit dell’anno scorso, in molti hanno parlato di un potenziale rimpianto. A lui, che alla Juve ha già segnato indossando il giglio sul petto, il compito di dimostrare che qualche giudizio è stato affrettato.

A FIRENZE ASPETTANO ANCORA IL VERO FAGIOLI

Anche Nicolò Fagioli è approdato alla Fiorentina nella scorsa stagione, ma qualche mese dopo Kean: durante la sessione invernale di mercato.

Lui, che ha lasciato Torino dopo undici anni vissuti in bianconero e che anche ammesso di aver pianto al momento dell’addio, ha scelto Firenze anche per compiere il passo successivo.

Alla Juve ha fatto tutta la trafila, è passato anche da quella che poi è diventata la Next Gen, si è ritagliato spazio in prima squadra e ha raggiunto la Nazionale maggiore, senza però scrollarsi del tutto di dosso l’etichetta di “eterno giovane” di casa (lui stesso ha parlato di “Fagiolino”).

È arrivato alla Fiorentina anche per ricostruirsi dopo le note vicende e per ritagliarsi un ruolo da leader del centrocampo: cosa che fin qui non gli è riuscita.

I tifosi viola hanno visto lampi delle sue qualità, ma solo a tratti. Nella scorsa stagione, proprio contro la Juventus, ha offerto una delle sue migliori prestazioni, con due assist nel 3-0 viola. Da allora, però, solo raramente ha convinto.

In questa annata si è perso tra equivoci tattici (Pioli lo vedeva regista, ma in quel ruolo non ha funzionato), panchine e prove opache. A Vanoli il compito di rilanciarlo: perché è uno degli elementi più forti della rosa, e la risalita passa anche da lui.

NICOLUSSI, IL FARO CHE FIN QUI NON HA ILLUMINATO

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Hans Nicolussi Caviglia è entrato nel settore giovanile della Juventus a otto anni e con Kean ha condiviso un tratto importante della sua vita calcistica.

Sempre fianco a fianco fin dai Pulcini: ma mentre Kean a sedici anni si prendeva le luci della ribalta, lui ha impiegato un po’ più di tempo per il grande salto.

Prima l’Under 23, poi la prima squadra, i prestiti a Perugia e Parma (quest’ultimo segnato da un grave infortunio), quindi il ritorno alla Next Gen e un altro stop fisico. Riparte dal Südtirol e dalla Salernitana, prima di guadagnarsi la fiducia di Allegri che lo schiera anche titolare nella finale di Coppa Italia vinta contro l’Atalanta.

Quando sembrava vicino alla definitiva esplosione in bianconero, la cessione al Venezia, dove finalmente trova continuità in Serie A.

La scorsa estate la Fiorentina decide di puntare su di lui affidandogli le chiavi del centrocampo. Una fiducia che fin qui non è stata pienamente ripagata: Nicolussi Caviglia è stato assorbito dalle difficoltà di una squadra incapace di reagire ad un inizio di stagione traumatico ed è anche per questo motivo che la sfida contro la Juve per lui rappresenterà una grande occasione.

C’È ANCHE UN ALTRO EX

Nella Fiorentina c’è anche un altro ex bianconero: Rolando Mandragora.

La sua storia è totalmente diversa: non è cresciuto nel vivaio della Juve, ma anzi è stato acquistato dal club dopo aver fatto intravedere ottime potenzialità prima con il Genoa e poi con il Pescara.

La Juventus ha investito sei milioni più bonus per assicurarsi quello che nel 2016 era considerato uno dei più talentuosi centrocampisti nostrani, ma la sua breve parentesi con la Vecchia Signora è stata scandita da un infortunio al piede, un’operazione, una sola presenza da subentrante, un prestito al Crotone e dalla cessione per 20 milioni di euro nell’estate del 2018 all’Udinese. 

Il club bianconero nel cederlo si riserva la facoltà di poterlo riacquistare e farà poi effettivamente scattare quella clausola, ma quando Mandragora tornerà a Torino lo farà per vestire la maglia granata.

Ormai è alla quarta stagione in viola ed è diventato uno dei leader della mediana. Anche a lui spetterà il compito di far valere la legge dell’ex in una gara che può segnare la svolta.