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La Fiorentina riprende il Bologna ma non basta: restano i problemi e al Franchi parte il coro sulla Serie B

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Nemmeno l’ottavo tentativo è stato quello giusto: la Fiorentina non va oltre il 2-2 interno contro il Bologna e resta, insieme a Verona, Pisa e Genoa, tra le uniche squadre a non aver ancora vinto una sola partita nel torneo.

Un pareggio, quello nel Derby dell’Appennino, che per come si erano messe le cose è oro colato. Sì, perché i gigliati anche contro i rossoblù hanno mostrato i soliti limiti, riuscendo poi a ottenere un punto insperato grazie a tanto cuore, ma anche alla freddezza di Gudmundsson e Kean, che hanno trasformato due rigori dal dischetto.

Un risultato che non scaccia le nubi di un inizio di stagione difficile anche solo da immaginare pochi mesi fa e che serve soprattutto per lasciare quantomeno l’ultimo posto e fare una piccola iniezione di fiducia.

 

AL FRANCHI SI TORNA A PARLARE DI SERIE B

Ovviamente è molto presto per giudicare una stagione che, di fatto, è ancora nelle sue battute iniziali, ma non ci sono dubbi sul fatto che la Fiorentina sia sin qui stata la più grande delusione di questo campionato.

Si era presentata ai blocchi di partenza con grandi ambizioni, che sono state spazzate via dagli appena 4 punti totalizzati in otto partite, che valgono fin qui un penultimo posto in classifica a pari punti con il Pisa e a +1 su quel Genoa con il quale era a braccetto fino a quando Kean, in pieno recupero, non ha trasformato il rigore che è valso il definitivo 2-2 con il Bologna.

A spiegare meglio il momento che sta vivendo la squadra di Pioli, quanto accaduto quando i rossoblù hanno trovato con Dallinga il goal poi annullato del momentaneo 0-3.

È iniziata una contestazione alla squadra e alla società, scandita da cori e fischi, che si è protratta anche dopo il triplice fischio finale.

Dagli spalti è stato anche intonato il coro “Se andiamo in B vi facciamo un c**o così”, una cosa inimmaginabile fino a poche settimane fa.

A Firenze adesso c’è chi evidentemente teme la retrocessione, e forse il pareggio con il Bologna solo in parte ha scacciato via i pensieri più brutti.

COSÌ NON BASTA

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La Fiorentina contro il Bologna ha avuto il merito di non mollare mai e di credere sempre in quel pareggio che poi è arrivato nelle battute finali.

Quanto fatto dalla squadra di Pioli non può però bastare per risalire la china. Il 2-2 finale è stato più frutto di qualche episodio dubbio, della freddezza dal dischetto di Gudmundsson e Kean, di una serie di cambi molto offensivi che hanno fatto saltare tutti gli schemi e della possibilità di chiudere la contesa in superiorità numerica.

Per diversi tratti di gara è parsa evidente la differenza tra una squadra che ha tante idee e che può legittimamente sognare, e un’altra che è alle prese con angosce e paure.

La Fiorentina, nel prossimo turno di campionato, sarà protagonista sul durissimo campo dell’Inter; poi, prima della sosta per gli impegni delle Nazionali, avrà due scontri contro Lecce e Genoa, che di fatto sono diventati diretti.

Per uscire dalle sabbie mobili della zona retrocessione servirà vincere, ma anche proporre qualcosa di diverso.

Lo ha spiegato anche David De Gea, uno dei leader dello spogliatoio, che dopo il triplice fischio finale, parlando ai microfoni di DAZN, ha ammesso di aver temuto una goleada.

“Siamo in difficoltà. Oggi non abbiamo giocato una grande partita. Dopo il 3-0 del Bologna pensavamo di poter perdere 6-0, poi non so perché hanno annullato quel goal, ma abbiamo preso fiducia. La verità è che potevamo perdere facilmente, dobbiamo dare tutti di più”.

IL GIOCO ANCORA NON SI VEDE

La Fiorentina ha fatto intravedere qualcosa in Conference League, dove il livello è decisamente basso, ma in campionato praticamente mai è riuscita a proporre qualcosa in termini di gioco.

Stefano Pioli le ha provate tutte, disegnando la squadra con più moduli diversi, ma di fatto in nessun caso la sua mano si è vista.

Vero è che giocare con il peso di dover fare risultato non aiuta, ma anche contro il Bologna si sono viste tante lacune, soprattutto a centrocampo.

Un reparto che non crea, che difetta in personalità e che fatica anche a fare filtro. La Fiorentina avrà bisogno del miglior Fagioli, di un Nicolussi Caviglia capace di prendere per mano la squadra, di un Mandragora più continuo e, in generale, di mediani con più personalità per risollevarsi.

Senza queste doti, anche un attacco sulla carta completo e qualitativamente importante non riesce a spingersi oltre le semplici giocate individuali.

“FATTO UN PASSO IN AVANTI”

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Nonostante le evidenti difficoltà affrontate nel match, dopo la partita con il Bologna, parlando ai microfoni di DAZN, Stefano Pioli si è detto soddisfatto della prova della sua squadra.

“Potevamo meritare anche il vantaggio, mi prendo la voglia di una squadra che non si arrende mai. I ragazzi hanno meritato questo punto e il Bologna non ci ha messo sotto sotto il profilo del gioco. Abbiamo fatto un passo in avanti tirando fuori qualcosa in un momento di difficoltà”.