L'ex centrocampista della Juventus, in prestito dal Venezia, si prepara a lasciare i viola dopo pochi mesi. E senza aver lasciato una traccia concreta.
Lo scorso 31 agosto, proprio agli sgoccioli del mercato estivo, Hans Nicolussi Caviglia lasciava il Venezia per andare a giocare alla Fiorentina. Ma l'avventura dell'ex centrocampista della Juventus a Firenze, a meno di sorprese, è già arrivata al capolinea.
Il Cagliari ha messo concretamente gli occhi su di lui e sta premendo per portarlo sull'isola. Con la Fiorentina che non si opporrà a un addio immediato. Anche perché Nicolussi è arrivato in Toscana in prestito con obbligo di riscatto ma vincolato al numero di presenze stagionali, dunque non a titolo definitivo.
Nicolussi Caviglia, così, cambierà probabilmente squadra per la seconda volta in pochi mesi. E avrà a che fare con l'ennesima svolta di una fase della carriera, quella recente, che di svolte ne ha già viste parecchie.
Nicolussi Caviglia, che aveva chiuso lo scorso campionato con il celebre fallo da rigore su Conceiçao in Venezia-Juventus, ha giocato parecchio con Stefano Pioli: dopo aver esordito nel finale di Fiorentina-Napoli, a metà settembre, è sceso in campo dall'inizio nelle cinque partite successive.
L'ex bianconero sembrava essersi mantenuto anche i favori di Paolo Vanoli, subentrato a Pioli all'inizio di novembre: nella gara d'esordio del nuovo allenatore, pareggiata 2-2 in casa del Genoa, ha giocato dall'inizio alla fine. Ma di lì a poco qualcosa ha cominciato a cambiare.
Vanoli ha lasciato Nicolussi in panchina dall'inizio alla fine in cinque delle successive sei gare di campionato, schierandolo solamente in Conference League e concedendogli appena 8 minuti nel finale di Fiorentina-Udinese, col risultato già sul 5-1. In pratica, una bocciatura sonora.
Nicolussi Caviglia, di fatto, non è mai riuscito a convincere la Fiorentina. Non solo per colpa sua, va detto: il quadro generale, fatto di sconfitte su sconfitte e di una classifica divenuta prima mediocre e poi sempre più drammatica, non ha aiutato nessuno. Neppure lui.
Certo, anche l'ex juventino ci ha messo del suo. Le prestazioni in mezzo al campo non sono mai state così convincenti da permettergli di stabilizzarsi nell'undici titolare, specialmente dopo l'arrivo di Vanoli. E il dilemma del ruolo, sul fatto che renda meglio da regista davanti alla difesa oppure da mezzala, ha fatto il resto.
Il totale è presto fatto: cinque mesi esatti scialbi e poco soddisfacenti. Un rendimento che fa il paio con quello della squadra, sì. Ma che automaticamente include anche Nicolussi Caviglia tra gli acquisti rivedibili dell'estate 2025. Anche per questo sta per concretizzarsi l'addio.
E dire che Nicolussi Caviglia, proprio durante i tormentati mesi alla Fiorentina, ha vissuto la gioia fin qui più grande della carriera: la chiamata in Nazionale da parte di Rino Gattuso, avvenuta per le gare di ottobre.
Il nuovo commissario tecnico azzurro ha puntato su di lui anche per far fronte alle assenze di altri centrocampisti: da Nicolò Rovella infortunato a Samuele Ricci, con poco spazio al Milan. Ma al contempo ha lanciato un messaggio chiaro, confermando di avere uno sguardo a 360° e di tenere in considerazione anche elementi mai chiamati prima.
“Il mio percorso posso paragonarlo a '2001: Odissea nello spazio' - diceva Hans a Coverciano, confermandosi personaggio di spessore culturale - Si passano anche momenti difficili, ma poi si riesce ad andare avanti e a ottenere ciò che si vuole". E poi: "ll sale della vita sono la curiosità e la volontà: il mister ci ha messo la prima, io proverò a metterci la seconda".
Alla fine Nicolussi Caviglia non è sceso in campo nelle due gare di ottobre. Né contro l'Estonia, né contro Israele. E a novembre, in pieno psicodramma viola, è stato lasciato a casa da Gattuso.
In attesa di capire quali cambiamenti porterà l'ormai prossimo insediamento di Fabio Paratici alla Fiorentina, Nicolussi Caviglia è insomma pronto a fare le valigie. Il Cagliari lo aspetta, ha intenzione di regalare a Pisacane un altro centrocampista e sta puntando forte su di lui.
Le parole di Thiago Motta, che ad aprile parlando della Juventus diceva che "un giocatore che abbiamo sbagliato a non trattenere è Nicolussi Caviglia, che sta dimostrando grande qualità", non hanno insomma avuto troppo seguito. Almeno dal punto di vista del rendimento in campo e dell'impatto in terra fiorentina: le potenzialità per far bene c'erano, le qualità pure.
Potenzialità che Nicolussi Caviglia, se l'operazione tra i due club andrà davvero a buon fine, proverà ora a far fruttare a Cagliari. Stavolta dovrebbe trattarsi di prestito con diritto di riscatto, non obbligo. Sarà un altro banco di prova, l'ennesimo della carriera. Per ridare una spinta verso l'alto a un'altalena impazzita.