Il capitano nerazzurro ha imparato a dribblare le critiche: "Ho capito che gli attacchi arrivano da chi vorrebbe essere al mio posto".
La ferita della sconfitta maturata nel finale contro il Liverpool fa ancora male in casa Inter: il cammino per chiudere la League Phase della Champions League tra le prime otto si è complicato dopo lo 0-1 di San Siro.
Decisivo il rigore trasformato da Szoboszlai, assegnato dall'arbitro Zwayer dopo la revisione delle immagini al VAR per la lieve trattenuta di Bastoni su Wirtz nell'area nerazzurra.
Episodio di cui ha avuto modo di parlare capitan Lautaro Martinez: premiato ai Gazzetta Sport Awards per la Performance dell'anno 2025, l'argentino non ha utilizzato giri di parole per descrivere quella che, a suo dire, è stata un'ingiustizia.
"Siamo delusi ma non arrabbiati. Perché se perdi per un errore dell’arbitro, c’è poco da fare. Ci dispiace aver buttato via tutto per un’ingiustizia: se dovessero fischiare i rigori per ogni trattenuta, non si giocherebbe mai".
"Se sono mai stato così forte? Credo di no. E credo sia normale, dal momento che mi alleno ogni minuto per migliorare, per imparare qualcosa di nuovo".
"Ho capito che se qualcuno mi attacca, spesso lo fa perché vorrebbe essere al mio posto. Quando ero giovane magari soffrivo nel leggere e sentire brutte parole nei miei confronti, ora le affronto con maggiore serenità. E mi godo la mia carriera".
"Lotta a tre tra Napoli, Milan e Inter? Inserisco anche la Roma: ha un allenatore che mi piace molto".
"Pio lo conosco meglio perché viene dalle giovanili. Ragazzo serio e umile. Lasciamolo in pace e diventerà un pilastro dell’Inter e dell’Italia. Anche Bonny ha forza e qualità e ci sta dando una grossa mano".
"Inter a vita come Zanetti? Certo. Sia io che la mia famiglia stiamo molto bene qui, abbiamo messo radici a Milano. Ho appena firmato il nuovo contratto, quindi non ho un solo motivo per andarmene".