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Leao contro Gimenez: il nuovo ballottaggio nell'attacco del Milan è destinato a prendere forma

GOAL

C'era un tempo in cui non era pensabile un'assenza dall'undici titolare del Milan di Rafael Leao e Santiago Gimenez. In coppia, uno vicino all'altro, in un tridente offensivo retaggio non solo della passata stagione, ma anche di quelle precedenti.

Ma questo è il passato. Il presente dice che il Milan, ormai da un bel po' di tempo, ha cambiato pelle e forma. E che non ha intenzione di smettere di volare, come confermato dall'esame superato domenica sera contro il Napoli dalla squadra di Massimiliano Allegri, ora in vetta alla classifica proprio accanto ai partenopei e alla Roma.

Esame superato, ma non da tutti. Gimenez, ad esempio, si è preso in maniera praticamente unanime un'insufficienza in pagella. Si è battuto, ha offerto una prova generosa, ma poco produttiva. La sua notte è durata 69 minuti, prima di far ritorno in panchina.

Chi è entrato al suo posto? Proprio Leao, tornato in campo a più di un mese di distanza dal celebre infortunio muscolare rimediato in Coppa Italia contro il Bari a metà agosto. Quasi un simbolo di un ballottaggio destinato molto rapidamente a prendere forma.

PULISIC, E POI?

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Partiamo da un dato di fatto, intanto: l'unico intoccabile nell'attacco del Milan è divenuto Christian Pulisic. Il che è un po' come scoprire l'acqua calda, considerando come si stia parlando del capocannoniere del campionato e, forse, del miglior giocatore visto nelle cinque giornate disputate fino a questo momento.

Pulisic ha incantato anche contro il Napoli: assist per Saelemaekers prima, goal del momentaneo 2-0 poi. In precedenza aveva dominato un po' contro chiunque: dal Lecce in campionato al Lecce in Coppa Italia, passando per la splendida prova in casa dell'Udinese.

La questione, così, è un'altra: chi sarà il partner in pianta stabile di Pulisic? Una domanda non banale, se è vero che i posti a disposizione prima erano due e adesso si sono ridotti a uno solo.

IL CAMBIO DI MODULO

L'intenzione iniziale di Allegri al momento del proprio ritorno sulla panchina del Milan, come detto, sembrava essere quella di tornare alla difesa a quattro e di rimettere in soffitta la difesa a tre utilizzata da Sergio Conceiçao nel finale della scorsa stagione. Ma alla fine non è stato così. E non solo per l'orientamento tattico del tecnico livornese, che con tre centrali aveva già giocato spesso e volentieri anche alla Juventus.

La chiave di volta è stata l'assenza di Gimenez nella prima parte del precampionato. Il centravanti messicano non ha preso parte alla tournée nella Regione Asia-Pacifico in quanto impegnato nella Gold Cup con la maglia della propria nazionale, e dunque non ha potuto sfidare due avversarie di prestigio come Arsenal e Liverpool.

Allegri, dopo l'addio di Abraham, la partenza di Camarda e la cessione proprio in quei giorni di Colombo al Genoa, si è ritrovato così a corto di attaccanti. Anche Okafor, ai tempi in rosa ma poi passato al Leeds, era fuori dai suoi progetti. E così, ecco il cambio di modulo: fuori una punta, dentro un centrocampista in più, spazio a Pulisic e Leao con una maggiore mobilità offensiva e minori punti di riferimento.

LEAO A PROPRIO AGIO

La mossa ha sortito gli effetti sperati. E poco importa che Milan-Liverpool, finita 4-2 per i rossoneri, sia stata appena un'amichevole con diverse seconde linee in campo: la realtà dice che Leao in quella partita ha dato il meglio di sé, segnando, fornendo un assist al bacio per Loftus-Cheek e producendosi in una serie di giocate di alto livello.

Rafa, insomma, ha dimostrato di essersi calato alla perfezione nel 3-5-2 di Allegri. Come falsa punta al fianco dell'altra falsa punta Pulisic, dunque: non più come esterno offensivo confinato sulla fascia e con troppi compiti difensivi, quelli che ad esempio pretendeva da lui il connazionale Paulo Fonseca e che l'ex Sporting e Lille non ha mai avuto troppo nelle proprie corde.

Le buone cose viste contro il Liverpool sono state poi confermate da Leao nella prima partita ufficiale della stagione, in Coppa Italia contro il Bari. Proprio lui ha sbloccato il punteggio nel primo tempo. Poi un guaio muscolare al polpaccio lo ha messo ko, togliendolo di mezzo per più di un mese. Ed è qui che, di fatto, è tornato in corsa Gimenez.

GIMENEZ FATICA

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Il problema è che il messicano si è contraddistinto come uno degli elementi meno positivi nel brillante inizio di stagione del Milan. Il tutto dopo un finale di mercato ad alta tensione, in cui per giorni è stato al centro di in possibile scambio con il romanista Dovbyk, trattativa confermata persino dal ds Tare ma alla fine abortita proprio in extremis.

Gimenez ha avuto le occasioni per riscattarsi. Solo che non le ha sfruttate. Tra Lecce, Udinese e Bologna, le palle goal sprecate dall'ex giocatore del Feyenoord non si sono contate. In mezzo ci si è messa pure un po' di sfortuna, tra pali e parate dei portieri avversari. Alla fine Santi si è sbloccato nella "facile" serata di Coppa Italia contro i salentini, ridotti in 10 praticamente fin da subito, spingendo in rete a porta vuota un perfetto pallone recapitato in mezzo da Bartesaghi.

Anche contro il Napoli Gimenez non ha fatto granché bene. Una prestazione da 5,5, forse addirittura da 5. Mai pericoloso, il messicano ha ancora una volta lasciato il proscenio ai compagni, in primis lo strepitoso Pulisic ma anche i vari Modric e Saelemaekers.

Allegri, dopo la partita, ha evitato di soffermarsi sulla sua prestazione dicendo unicamente a DAZN che "ha lavorato molto bene". Ma in cuor suo, forse, sa bene come il momento della scelta da un milione di dollari sia ormai alle porte.

LEAO O GIMENEZ?

E dunque, Leao o Gimenez? Chi merita maggiormente di far coppia con Pulisic? La sensazione è che molto dipenda dall'effettiva qualità con cui Rafa porterà avanti il proprio recupero dall'infortunio, completo sì ma fino a un certo punto.

Il portoghese, in ogni caso, sembra essere in vantaggio nella corsa a due. Perché da anni è un simbolo del Milan, pur tra alti e bassi continui, e perché ha una qualità che non si può discutere. Ma anche e soprattutto perché in estate aveva già dimostrato di aver forse trovato il proprio habitat naturale nel 3-5-2 di Allegri, libero da catene tattiche stringenti e con l'autorizzazione a svariare lungo tutto il fronte offensivo. Poco conta, in questo caso, che l'impatto col Napoli non sia stato dei migliori: in 10 contro 11 non era il momento più propizio per rimettere piede in campo.

"Noi davanti abbiamo Leao, Pulisic, Gimenez, Nkunku e Loftus-Cheek che balla tra centrocampo ed attacco. Abbiamo cinque giocatori per due o tre posti, quello che è importante è che tutti migliorino la loro condizione, soprattutto Leao che è stato fermo per tanti giorni. Mi spiace che non sia entrato Nkunku perché ha grande qualità": così ha parlato Allegri a DAZN dopo la partita, sviando sulla questione e inserendo nel lotto anche il francese e l'inglese.

Ma il momento delle scelte, come detto, sta arrivando. Forse già da Juventus-Milan, altra notte stellare per una squadra sempre più ambiziosa. Una piazza in attacco è già occupata, e sarà come sempre di Pulisic; l'altra attende ancora un padrone. L'avvicinamento al big match dello Stadium sarà particolarmente interessante anche in questo senso.