Walid Cheddira è entrato nell'area dell'Inter come nell'ingresso di casa sua: ha addomesticato indisturbato l'invito di Thorstvedt, allargato il gioco per Berardi solo, accolto il filtrante da scuola calcio (nulla contro un fondamentale sempre valido) del capitano neroverde e via, tirato dritto indisturbato nell'area nerazzurra a trafiggere un incolpevole Josep Martinez. Mancava giusto il tappeto rosso sotto gli sguardi - colpevoli - dei vari Acerbi, Akanji, Carlos Augusto, Dimarco. E giustamente Pepo Martinez si è infuriato: dopo qualche intervento decisivo il clean-sheet era lì, a portata di mano. Invece l'Inter ha incassato l'ennesimo gol evitabile del suo avvio di stagione e messo in discussione tre punti che avrebbero dovuto essere messi in ghiaccio senza alcun patema. Il dato, oggi, dice ben 7 reti subite nelle prime 4 giornate di Serie A. Ma il problema vero non riguarda i numeri, bensì le modalità attraverso cui i nerazzurri continuamente incassano.
La tendenza aveva preso piede già con Simone Inzaghi al tramonto della scorsa stagione, ma Cristian Chivu non è ancora riuscito a correggere un fondamentale determinante per infastidire un Napoli che dietro resiste "contianamente" agli attacchi avversari (solo un gol - peraltro ininfluente - incassato nelle prime 3 gare di campionato, aspettando la sfida al Pisa in programma questa sera). I manifesti degli svarioni difensivi dell'Inter dell'anno scorso riportano alla mente due partite: Inter-Lazio, il mani di Bisseck, il rigore di Pedro e l'addio allo scudetto; e la finale di Champions. Due partite, 180 minuti che hanno cancellato una stagione intera. Se poi si inserisce pure il netto 3-0 incassato dal Milan in semifinale di Coppa Italia, ecco l'en plein. Ma restando sull'attualità, gli accorgimenti non sembrano essere ancora arrivati.
Se il Mondiale per Club avrebbe dovuto servire a Chivu per iniziare a prendere le misure al pianeta nerazzurro, in campionato ci si poteva aspettare già qualcosa di diverso. E invece, stessi errori. Per capirlo basta riguardare tutti e 7 i gol che l'Inter ha incassato in queste prime 4 gare di campionato. La porta inviolata d'esordio contro il Torino aveva illuso, poi è arrivata una serie di gol ampiamente evitabili. L'Udinese ha ribaltato San Siro grazie ad un rigore di Davis regalato dal braccio largo di Dumfries e al centro di Atta, che calcia totalmente indisturbato mentre Bisseck lo osserva lasciandogli spalancato lo spazio per il destro. Un paio di settimane dopo, la sagra degli errori allo Stadium: Kelly trasforma un rigore in movimento questa volta resta a guardare Akanji, Yildiz raddoppia da lontanissimo con Sommer imperfetto, Khephren Thuram salta liberamente in mezzo a ben 3 difensori nerazzurri e Adzic ribalta da casa sua su un'altra indecisione del portiere svizzero. Contro il Sassuolo l'ennesimo errore, di gruppo nel caso del gol di Cheddira. Ma una squadra che punta a riconquistare lo scudetto dopo lo scotto della scorsa stagione può davvero permettersi errori così grossolani?