I due giocatori viola finiscono al centro di una discussione per la battuta di un rigore durante il match contro il Sassuolo al MAPEI Stadium: cos'è successo e le parole di Vanoli nel post gara.
L'ambiente in casa Fiorentina è oggi più caldo che mai.
L’ennesima sconfitta stagionale in trasferta contro il Sassuolo accende definitivamente la spia d’allarme, costringendo la Viola a cercare punti fondamentali per la salvezza.
A sbloccare il match, però, sono stati gli uomini di Paolo Vanoli, grazie a un rigore realizzato da Rolando Mandragora. Il centrocampista ha dovuto contendersi il pallone con Moise Kean in un animato confronto prima della battuta.
Al sesto minuto la Fiorentina ottiene un calcio di rigore per un fallo del portiere Muric su Parisi.
Sul dischetto non si presenta Gudmundsson: a prendere il pallone è Mandragora, ma deve fare i conti con Kean, deciso a voler battere il rigore a tutti i costi.
Alla fine interviene capitan Ranieri, che allontana Kean e consegna il pallone a Mandragora. Il risultato? Il centrocampista trasforma dal dischetto, mentre Kean resta ai margini dei festeggiamenti con i compagni.
In merito all'episodio del rigore, Vanoli ha fatto chiarezza in conferenza stampa al termine del match: "Il rigorista era Gudmundsson ma non l'ha voluto calciare, il secondo era Mandragora, e Kean da attaccante che in questo periodo non fa goal voleva calciarlo ma il problema non è quello, il problema è che dopo 5 minuti la sblocchi e hai la gente che ti spinge...il problema è che adesso gli alibi sono finiti. Qual è l'alibi adesso? Il modulo? Basta, c'è da andare in campo e giocare uno per l'altro, capire che ogni palla in qualsiasi situazione è determinante, sia in attacco che in difesa. Non ho ancora trovato la chiave per entrare nella testa di questi ragazzi".
Non sono mancate le polemiche nemmeno sui social.
I tifosi della Fiorentina, già irritati per i risultati deludenti della squadra e per l’ultimo posto in classifica, non hanno apprezzato la “scenetta” con protagonisti Mandragora e Kean.
In un momento così delicato, viene infatti a mancare il senso di gruppo, elemento fondamentale per tornare a ottenere risultati positivi e allontanare lo spettro della retrocessione.